Skip to main content

Questa testata ha già commentato alcune settimane fa i segnali di inflazione, e di potenziale “stagflazione”, che si avvertivano. Ora a ragione della forte ripresa in corso negli Stati Uniti e del robusto andamento dell’economia europea, non si teme più la “stagflazione”, che pareva indicata soprattutto dall’impennata dei corsi di alcuni prodotti di base, dai forti aumenti dei noli, e dalle difficoltà a reperire, nelle quantità volute, alcuni componenti essenziali alla produzione industriale (come i “microchip” per il settore automobilistico) la cui manifattura è stata gradualmente delocalizzata in Estremo Oriente. Esprimono preoccupazione soprattutto le categorie a reddito fisso, particolarmente coloro che hanno raggiunto i settanta anni ed hanno vivo il ricordo del decennio tra gli anni settanta e gli anni ottanta del secolo scorso quando quasi mese dopo mese si restringeva il valore reale della busta paga.

Allora l’inflazione partì dagli Stati Uniti: negli Usa ciò che si poteva acquistare con cento dollari nel 1970 ne avrebbe richiesti ben 280 nel 1985. Aumenti dei prezzi ci sono stati negli ultimi quindici anni, ma moderati; sempre negli Usa, il paniera che richiedeva 100 dollari nel 2005, ne domandava 135 nel 2020. È utile raffrontare il fenomeno nei due periodi proprio partendo dal caso degli Stati Uniti, che conosco bene dato che ho vissuto nella capitale Usa (pur venendo spesso in Italia) dal 1967 al 1983, quindi vivendo la grande inflazione di quel periodo.

Allora, l’inflazione venne innescata ed alimentata da due determinanti a carattere politico. In primo luogo, i governi americani (sia la Casa Bianca avesse un inquilino democratico od uno repubblicano) furono restii a rivolgersi al Congresso per un aumento di tasse ed imposte per finanziare le spese militari (specialmente per la guerra in Vietnam); ricorsero quindi a disavanzi sempre maggiori che portarono nel Ferragosto del 1970 alla fine del sistema di cambi, ancora sul dollaro convertibile a tasso fisso in oro, e, quindi, ad una fase di caos monetario. A questa determinante, si aggiunse la doppia crisi petrolifera della prima metà degli anni settanta, che portò al tempo stesso ad una caduta della produzione e del reddito ed ad aumenti dei prezzi.

Oggi, la principale determinante è la ripresa dalla recessione causata dalla pandemia, una ripresa stimolata da politiche espansive e di bilancio e della moneta. Il precedente è l’euforia, accompagnata da politiche espansionistiche, dopo l’epidemia spagnola del 1918-19. Allora si operava in un contesto di economia mondiale fortemente frammentata, con modesta conoscenza di macro-economia. Ora siamo in un’economia internazionale fortemente integrata e sappiamo gestire la politica della moneta e di bilancio.

Come si è visto su questa testata il 13 luglio, le principali autorità monetarie – quelle degli Stati Uniti e dell’Unione europea – stanno valutando se e come affinare le loro manovre e soprattutto se e come tornare a politiche “convenzionali”, ora che si sta uscendo dalla recessione e si avvertono fremiti d’inflazione. Anche in materia di politica di bilancio è in corso una rimodulazione dopo le forti spese in disavanzo per impedire il crollo dei consumi e della produzione, nonché tensioni sociali, a ragione del crollo delle attività dovuto alla pandemia. Negli Stati Uniti, dopo avere varato vasti programmi di sostegno, l’amministrazione Biden ha grandi difficoltà a fare approvare dal Congresso il programma pluriennale di ammodernamento del parco infrastrutturale Usa. In Europa, la revisione delle regole di funzionamento dell’unione monetaria sta per entrare in una fase negoziale, di pari passo con l’inizio dell’attuazione dei Piani di ripresa e resilienza che dovrebbero permettere un rilancio di quella produttività che nel Continente vecchio è piuttosto anemica.

Quindi, non ci sono convergenze di situazioni e di politiche rispetto agli anni settanta e ottanta del secolo scorso, ma piuttosto divergenze. Se non verranno fatti clamorosi errori, gli aumenti dei prezzi resteranno contenuti.

Cosa c'è di diverso tra l'inflazione di oggi e quella degli anni '70-80

Non ci sono convergenze di situazioni e di politiche rispetto agli anni settanta e ottanta del secolo scorso, ma piuttosto divergenze. Se non verranno fatti clamorosi errori, gli aumenti dei prezzi resteranno contenuti, scrive Giuseppe Pennisi

Usa e Italia a difesa di Cristoforo Colombo. L'intervento di Nissoli Fitzgerald

Di Fucsia Nissoli Fitzgerald

L’approvazione della mozione è un risultato concreto che dimostra la vicinanza delle nostre istituzioni alle comunità d’oltre oceano. Il messaggio che arriva dall’Italia è semplice e diretto: il governo italiano è favorevole a salvaguardare la figura di Colombo che appartiene tanto alla storia dell’Italia che degli Stati Uniti. L’intervento di Fucsia Nissoli Fitzgerald, deputata di Forza Italia

Come rilanciare il potenziale dell’Italia. Scrive Roberto Sergio

Di Roberto Sergio

I media rappresentano un acceleratore della fiducia, necessaria per la formazione di una coscienza critica collettiva. I principali temi del web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia” di Task Force Italia che lunedì 19 luglio alle ore 12:00 ospiterà Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera anticipati a Formiche.net da Roberto Sergio, direttore Radio Rai e consigliere di amministrazione di Radioplayer Italia

Gli effetti della frattura Salvini-Meloni sul voto per il Quirinale. Il mosaico di Fusi

La questione della Rai è solo una scossa rispetto al terremoto politico che potrebbe scatenarsi a febbraio. Tra Lega e FdI si allarga la distanza, anche nel rapporto con l’Europa e nella capacità di schierare figure di governo. Meloni, Salvini, Letta e Conte nell’elezione del Presidente della Repubblica si giocheranno l’osso del collo

Rodolfo de Mattei a quarant’anni dalla morte. Le ragioni di una riscoperta

Una figura esemplare, uno studioso poliedrico, un conservatore coerente: questo fu Rodolfo de Mattei. Storico delle idee politiche fu allievo di Mosca e Gentile. Gennaro Malgieri ne fa un ritratto personale e professionale a quarant’anni dalla sua morte

Bye bye disfattisti. Realacci sulla rivoluzione verde di Ue e Usa

Il presidente di Symbola, che ha appena chiuso il seminario “Transizione verde e gusto del futuro”: mossa epocale della Commissione Ue, il patto green è il presupposto per la ripresa economica. La Cina dovrà inseguire. Carbon tax? Giusto, favorirà il reshoring, che serve anche all’Italia

Tutti i gol di Conte a Grillo

Tre punti secchi a favore dell’ex premier, mitigati soltanto dall’unico aspetto positivo per Grillo e cioè il fatto che un qualche ruolo al garante rimane, non fosse altro per il fatto che nessuno si sente pronto ad affrontare sfide elettorali senza l’uomo del “Vaffa Day”. Il corsivo di Roberto Arditti

Cosa fa la Nato nello Spazio? Rispondono Tabacci e Turner

Cosa hanno detto Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche spaziali, e Patrick Turner, assistant secretary general della Nato per Defence policy and planning, all’evento “Lo Spazio della Nato, scenari futuri del quarto dominio” organizzato dalle riviste Formiche e Airpress insieme alla Nato Public Diplomacy Division

Viaggi dall'Europa agli Usa? Ci sono novità su tempi e modalità

Incalzato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, Biden ha detto che a breve darà una risposta sulla revoca del divieto di ingresso per i turisti europei in America. Gli esperti sanitari sono al lavoro per garantire la tracciabilità dei passeggeri mentre le compagnie aeree continuano a fare pressione per l’apertura

Sulla Rai si gioca la democrazia. Crosetto su Meloni e vaccini, Cartabia e Renzi

Dopo le nomine in cda che hanno escluso Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni è andata su tutte le furie. “È un precedente che mina i principi democratici”, dice Guido Crosetto. Draghi al Quirinale sempre più difficile. Contro Renzi un tentativo di affossare lui e il suo partito

×

Iscriviti alla newsletter