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I media sono diventati l’affare più grande per alcune società Usa che negli ultimi anni hanno deciso di investire in nuovi progetti e capovolgere completamente il settore della comunicazione. Nel 2015 e nel 2017, Verizon Communications aveva acquistato Yahoo e Aol con la speranza di cambiare queste piattaforme e renderle più accessibili. Ma, anche a causa della pandemia da Covid-19 e il calo di investimenti pubblicitari, Verizon ha deciso di vendere queste risorse per poco più della metà di quanto le aveva pagate.

Sarà Apollo Global Management a comprare Yahoo, Aol, TechChrunch ed Engadget da Verizon alla fine del prossimo trimestre per 5 miliardi di dollari. I rappresentanti di Apollo, rivali del gruppo At&t (proprietari di Cnn e Hbo), hanno dichiarato di essere convinti di poter portare Yahoo e le altre risorse ad un livello mai raggiunto, sfruttando il periodo post-pandemico e utilizzando una strategia simile a quella delle grandi società multimediali. Infatti, Apollo è una società conosciuta per le operazioni di buyout: comprare società in fallimento o in calo e stravolgerle.

“Siamo grandi sostenitori delle prospettive di crescita di Yahoo e dei venti di macro-coda che guidano la crescita dei media digitali, della tecnologia pubblicitaria e delle piattaforme internet di consumo,” ha dichiarato David Sambur, co-responsabile di Apollo per il Financial Times. Il gruppo Apollo, dunque, vuole trasformare l’azienda in un player dei media digitali e della tecnologia pubblicitaria, spostando il guadagno online grazie proprio alla stessa pubblicità – proprio come fanno le grandi piattaforme digitali.

Verizon aveva cercato di applicare questa strategia, ma ha dovuto fare una scelta, essendo anche una delle società più grandi nel campo della telecomunicazione. Verizon doveva decidere se attuare questa tattica nel campo dei media digitali oppure stare al passo con la crescita delle reti 5G, fondamentale per il loro core business. Proprio per questo motivo, i dirigenti di Verizon sperano che Apollo possa far crescere Yahoo e trasformare completamente la piattaforma, come le altre – ovviamente, con risultati positivi.

I negoziati dovrebbero concludersi per la fine del prossimo trimestre, e nonostante gli annunci e i propositi delle società, è inevitabile rilevare come un altra grande realtà degli albori di internet sia finita schiacciata dai giganti della Silicon Valley, ormai sempre più potenti nei rispettivi settori. Il nome Yahoo per ora continuerà ad esistere e non farà la fine di Netscape, MySpace o altre vecchie glorie spazzate via dai ben più dinamici FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google). Forse persino Yahoo Answers con le sue bizzarre risposte potrebbe essere riesumato. Ma il destino sembra essere simile a quello di Aol, un gigante che poco a poco perde pezzi e nonostante grossi investimenti e tentativi di rilancio, non può competere con un mercato ultra-consolidato.

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