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Per il Mediterraneo il Corridoio Arab-Med verso l’Europa è strategico: nei fatti è l’anti Bri. Si tratta di una bretella ideale tra Medio Oriente e vecchio continente, strutturato al fine di realizzare un arco di connettività commerciale che attraversa il confine meridionale dell’Eurasia dalla costa del Mar Arabico dell’India alla costa mediterranea orientale della Grecia. Per l’India questa nuova connettività costituisce un cambio di paradigma strategico di enormi conseguenze internazionali. Per l’Europa meridionale la possibilità di farsi player geopolitico.

INDIA & UE

Del tema si sta occupando in questi giorni il Forum strategico di Bled dedicato al futuro dell’Europa, che nei fatti potrebbe rimodellare il ruolo dell’India nell’ordine economico eurasiatico. Per il Mediterraneo è strategico, in considerazione del fatto che il Corridoio si pone come il controcanto alla Via della Seta cinese.

L’origine di tale progetto risale alla normalizzazione diplomatica del 2020 tra Emirati Arabi Uniti (UAE) e Israele, che ha prodotto tra le altre cose anche una rete ferroviaria tra Emirati Arabi Uniti e Israele attraverso l’Arabia Saudita e la Giordania con il porto israeliano di Haifa come suo terminale mediterraneo. È di tutta evidenza che il gancio marittimo tra Haifa e Pireo (in Grecia, dove opera Cosco) rappresenta una corsia preferenziale per le merci indiane e per le conseguenti relazioni. La maggiore rapidità del collegamento, migliorata del 40% rispetto alla tratta usata fino a ieri (Suez), è l’elemento che più di ogni altro gioca a favore del nuovo Corridoio.

EQUILIBRI

Dall’india al Mare Nostrum cosa cambierà? Il ragionamento va fatto partendo dall’emergenza immigrazione del 2015: sei anni fa il dossier Siria divenne strategico anche dal punto di vista geopolitico, con le rivendicazioni di Ankara, l’accordo con l’Ue e le relative conseguenze nei rapporti internazionali. Oggi assistiamo ad uno scenario simile, dove nel Mediterraneo per la seconda volta in meno di dieci anni si assiste alla strumentalizzazione delle rotte migratorie per fini politici. Per questa ragione, come osservato dal ministro degli esteri greco al Forum di Bled, Nikos Dendias, il Mediterraneo “è la regione dove si vedrà la maturità politica dell’Unione europea, dimostrerà se l’Ue ha deciso o deciderà di diventare un attore globale o se rimarrà un osservatore”. E in questo senso potrà giocare un ruolo la nuova relazione con l’India.

Appare basilare il concetto della comunanza valoriale: la cooperazione sarà maggiormente rafforzata tra Paesi che condividono gli stessi principi, come il diritto internazionale e in particolare il diritto internazionale del mare, appunto l’India, soggetto con cui l’occidente sta progressivamente incrementando dialoghi e interlocuzioni.

NUOVA DELHI

Il fatto che l’India diventi un leader globale nella creazione di questa architettura commerciale del 21° secolo dipende dalla capacità di Nuova Delhi di sviluppare catene del valore di produzione nel corridoio arabo-mediterraneo India-Europa. Del tema si è occupato anche il paper “South Asia Scan India’s Arab-Mediterranean Corridor: A Paradigm Shift in Strategic Connectivity to Europe” di Michaël Tanchum proprio al fine di spiegare nei dettagli come il corridoio offra a Nuova Delhi opportunità uniche che sono altamente favorevoli all’integrazione della catena del valore grazie alle sinergie esistenti tra l’India, i suoi partner del Golfo Arabo e le sue iniziative commerciali con il Mediterraneo.

Quanto influirà la capacità dell’India di integrarsi in un corridoio arabo-mediterraneo India-Europa? Moltissimo se il Paese riuscirà a gestisce in maniera organica le sua partnership estere per partecipare al corridoio. L’attuale fulcro del corridoio arabo-mediterraneo India-Europa è la catena del valore manifatturiera nella produzione e lavorazione degli alimenti. Il progetto multimiliardario “India-Middle East Food Corridor“, guidato dalle partnership di investimento degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita con l’India, si basano sulla trasformazione dei settori dell’agricoltura e della gestione dell’acqua attraverso la partnership dell’India con Israele.

Ma non è tutto, perché la relazione con Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita trova il suo fulcro nella realizzazione di una sorta di catena integrata degli idrocarburi attraverso investimenti multimiliardari nella produzione petrolchimica. Le tecnologie innovative, comprese quelle relative alla generazione, allo stoccaggio e all’uso dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, sono i settori più promettenti per la futura integrazione della catena del valore nel corridoio arabo-mediterraneo India-Europa.

SCENARI

Secondo il paper precedentemente citato, ecco che le nuove interlocuzioni tra India, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele e Grecia potranno portare a sviluppare tecnologie di prossima generazione all’interno del settore dell’innovazione dell’energia verde, anche alla luce del posizionamento favorevole dell’India.

Inoltre i treni merci presenti al Pireo potranno essere il naturale vettore delle merci indiane verso il costone balcanico e quindi verso i Paesi del centro Europa. Un potenziale sì commerciale ma anche geopolitico, con enormi conseguenze per relazioni ed influenze in ottica Bri.

@FDepalo

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