Skip to main content

C’è ancora attesa per il risultato finale delle elezioni presidenziali in Perù. Il candidato della sinistra, Pedro Castillo, si è dichiarato vincitore, dopo lo scrutinio di oltre il 99% dei voti. Ma la candidata della destra, Keiko Fujimori, non ci sta e ha presentato un ricordo per chiedere l’annullamento di circa 200.000 schede, sostenendo che ci sono state irregolarità nel processo elettorale.

Come spiega l’emittente britannica Bbc, finché l’Ufficio nazionale dei processi elettorali (Onpe) annuncerà ufficialmente i risultati, nessuno può dirci vincitore. E questo annuncio non avverrà finché tutti le contestazioni e i ricorsi verranno risolti. L’analisi dunque ritarderà ancora di più il risultato finale.

Per l’analista Hugo Otero, la vittoria di Castillo è quasi certa, “ma dobbiamo aspettare che l’Onpe dichiari il risultato ufficiale”.

Mentre è ancora in corso la verifica delle schede contestate, alcuni manifestanti si sono radunati davanti alla sede dell’Onpe per contestare i primi risultati del ballottaggio presidenziale. I manifestanti sostengono la linea di Fujimori e denunciano brogli.

Queste elezioni hanno diviso profondamente il Perù. O forse hanno soltanto messo in evidenza antiche fratture. Certo è che in gioco non c’era soltanto la scelta di un nome, quello del presidente, ma l’elezione di una strada economica da percorrere in un momento di profonda crisi.

A prima vista, gli elettori peruviani devono scegliere tra un ex insegnante di scuola di sinistra, senza esperienza di governo (che data l’impopolarità della classe politica è un punto a favore), Pedro Castillo, e la figlia di un ex presidente arrestato per corruzione, Keiko Fujimori, schierata a destra.

Non solo. I cittadini dovevano scegliere tra un modello neoliberale, che ha guidato le politiche economiche del Paese sudamericano negli ultimi 30 anni, e un modello statalista di natura socialista.

Il Perù attraversa la più grave recessione economica della regione latinoamericana, a casa della pandemia. Più del 10% della popolazione vive in stato di povertà. Come si legge sul New York Times, la scorsa settimana il governo ha ammesso che la cifra reale di morti per il Covid è il triplo di quanto comunicato finora. Il tasso di mortalità per abitante è il più alto al mondo.

In questo quadro pandemico, il candidato della sinistra, Pedro Castillo, ha sventolato la bandiera dell’uguaglianza. Ha promesso di modificare il sistema politico ed economico, per combattere la povertà e l’ingiustizia sociale, dando allo Stato il ruolo protagonista nella gestione economica del Paese.

Nato a Tacabamba nel 1969, Castillo è un insegnante di scuola elementare, sindacalista e “rondero”, ciòè membro di un’organizzazione di autodifesa rurale. Era fedele della chiesa evangelica, ma da qualche anno si è riavvicinato al cattolicesimo. Candidatosi sindaco di Anguía nel 2002, non fu eletto. Ma poi si è fatto conoscere a livello nazionale dopo aver guidato lo sciopero degli insegnanti nel 2017.

Durante la campagna elettorale, Castillo non ha spiegato come riuscirà a distribuire a tutti i peruviani le risorse ottenute dalla vendita di rame, oro e gas naturale, le materie prime di cui è ricco il paese. Ha detto che non esproprierà aziende, ma negozierà di nuovo molte concessioni. Il timore del mondo imprenditoriale? Il suo aver più volte citato il modello socialista del Venezuela come esempio a seguire.

L’altro modello è quello proposto da Keiko Fujimori. Nata a Lima nel 1975, è figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori. È imprenditrice ma dal 2010 presiede il partito Fuerza Popular. È stata in carcere tre volte con l’accusa di riciclaggio di denaro ed è accusata di dirigere un’organizzazione criminale che traffica con donazioni illegali alla sua campagna elettorale.

La giovane politica aveva promesso seguire il modello del padre, che ha combattuto duramente contro il terrorismo di Sendero Luminoso negli anni ’90 e oggi sconta una condanna per corruzione. Privatizzazione dell’industria, tagli alla spesa pubblica e fine dei controlli sui prezzi sono state le prime misure di Fujimori padre appena arrivato al potere. La figlia non nasconde che probabilmente dovrà seguire alcuni di questi passi per combattere la recessione e l’iperinflazione.

La sociologa peruviana Lucía Dammert ha spiegato al NYT che con Fujimori o Castillo presidente, “il futuro del Perù è molto cupo. Si sono svegliate le profonde inquietudini e le profonde frustrazioni della popolazione e non c’è un’organizzazione o un attore, chiamiamolo impresa privata, Stato o sindacati, che possa dare voce a questo fenomeno”.

In Perù si sceglieva tra due modelli economici. Ma un vincitore ufficiale non c'è

Keiko Fujimori contesta il risultato elettorale, che darebbe la vittoria al rivale Pedro Castillo. I peruviani, che contano il numero più alto di morti per Covid-19 al mondo, dovevano scegliere tra un modello neoliberale, che ha guidato le politiche economiche del Paese negli ultimi 30 anni, e un modello statalista di natura socialista

Goldman Sachs ma non solo. Forchielli legge l'assalto Usa al risparmio cinese

L’economista e imprenditore a Formiche.net: la finanza americana non ascolta la politica e preferisce puntare dritto alla montagna di risparmio della Cina, che da parte sua ci guadagna in competenze di cui non dispone. Lo yuan digitale non è una minaccia per il dollaro, a meno che non cominci a circolare a livello globale. Il Cai? Forse franerà tutto. E per l’Ue non sarebbe una cattiva notizia…

giovani disagio

I giovani, il sud e il reddito di cittadinanza. Storia di una narrazione tossica

Nel 2021 l’importo medio da Reddito di cittadinanza in Italia si attesta intorno ai 586 euro, molto meno di qualsiasi contratto nazionale part-time. Quindi se proprio volessimo seguire il ragionamento di chi accusa il Rdc di produrre fannulloni, dovremmo dire che la concorrenza non è tanto nei confronti dei contratti nazionali, piuttosto del lavoro nero, dei finti part-time o dello sfruttamento del lavoro travestito da stage. Il commento di Francesco Nicodemo

hacker

Perché i referendum sulla giustizia sono essenziali per la crescita economica

L’Unione europea ha posto una drastica riforma delle giustizia come condizione per il finanziamento del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr). Ecco cosa dovrebbe essere modificato, perché e come ci si sta muovendo

Come sarà la Ue post Covid? Federale e sociale, così tornerà protagonista

Il sottosegretario agli Affari Esteri ceco ospite del web meeting promosso dall’Istituto Affari Internazionali: “L’invasività cinese? I Balcani devono parlare con una sola voce”

Non solo Agenzia. Cosa c'è nel decreto cyber di Draghi e Gabrielli

Nasce l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) sotto il controllo del premier Mario Draghi e l’autorità delegata Franco Gabrielli. Sarà pubblica e conterrà il centro di coordinamento per il Recovery Fund. Roberto Baldoni (vicedirettore Dis) in pole per la direzione. Ma la riforma è più ampia e prevede due nuovi organismi a Palazzo Chigi. Ecco il decreto

Nato2030, Biden e la Cina. L'Alleanza alla prova del consenso

Si è aperta ieri la prima giornata del webinar “Rebuilding the consensus for a new era”, organizzato dalla Nato Defense college foundation per affrontare il dibattito in corso sul futuro dell’Alleanza Atlantica in vista del vertice dei capi di Stato e di governo della Nato a Bruxelles il 14 giugno

Social è responsabilità! La presentazione del libro di Antonio Palmieri

Il 18 giugno alle ore 17:00, in diretta su Formiche.net e sulla nostra pagina Facebook, la presentazione del nuovo libro di Antonio Palmieri, edito dalla casa editrice Pensiero solido. Partecipano all’evento, oltre all’autore, Luciano Violante, Maria Cristina Antonucci, Manuela Conte e Paolo Benanti

Roche test

C'è un test antigenico rapido (e poco invasivo) che si può fare in casa

Basterà utilizzare il tampone nasale inserendolo per 2 cm della cavità nasale, in totale autonomia. Ricordando sempre che per i minori sarà comunque necessaria la supervisione di un adulto

Il Conte 3.0, molti sondaggi e poca politica. Scrive Carone

Il ritorno sui media? Al quartier generale Cinquestelle ci si sarà resi conto che un leader senza visibilità deve fare politica, e forse al prof. Conte conviene ricordare agli italiani il consenso di cui gode piuttosto che stare dietro le quinte a risolvere le beghe interne al Movimento. L’analisi di Martina Carone, consulente in strategie di comunicazione per Quorum/YouTrend e docente di Analisi dei media all’Università di Padova

×

Iscriviti alla newsletter