Skip to main content

Addio al debito cinese. E se i grandi fondi globali che comprano debito sovrano in tutto il mondo stessero mollando la Cina? Possibile, se non probabile. E così la Cina si scopre improvvisamente debole non solo in casa, con l’immobiliare in piena bolla e le banche a rischio default, anche al di fuori dei confini. Colpa dei grandi fondi che per due anni e mezzo hanno sostenuto il debito del Dragone, comprando miliardi di titoli pubblici. Ma che ora sembrano in lenta ritirata.

Il che, per un Paese dall’altro indebitamento come l’ex Celeste Impero, è un problema. In queste settimane i fondi esteri hanno ridotto sensibilmente i loro acquisti di debito cinese, per la prima volta in due anni e mezzo. Come ha scritto Bloomberg, gli investitori stranieri detenevano circa 2,04 trilioni di yuan (312 miliardi di dollari) di titoli di Stato cinesi alla fine del mese scorso. Un dato inferiore di 16,5 miliardi di yuan (2,5 miliardi di dollari) rispetto a febbraio. Quello che lascia perplessi è che l’ultima frenata di acquisti di debito da parte dei grandi investitori risale al febbraio 2019, ben prima dell’inizio della pandemia ma soprattutto prima che i problemi delle finanze cinesi venissero a galla.

Questa nuova fase potrebbe durare mesi. Secondo Dariusz Kowalczyk, capo economista cinese presso Crédit Agricole “i dati indicano che, in futuro, l’interesse estero per i titoli di Stato cinesi e obbligazioni cinesi in generale sarà probabilmente più limitato”. Di contro però, i debiti dei Paesi europei, Italia in testa, sembrano mantenere un certo appeal presso gli investitori esteri.

Come raccontato da Formiche.net il debito italiano sta attirando un interesse crescente da parte degli investitori asiatici e, paradossalmente, proprio cinesi. Come spiegò allora il responsabile del debito italiano, Davide Iacovoni, “stiamo chiaramente assistendo a un rinnovato interesse per le nostre obbligazioni da parte di investitori stranieri, soprattutto asiatici, che erano rimasti a lungo fermi”. Questo perché a differenza di emittenti core come Germania e Francia, o altri paesi di secondo livello come la Spagna, l’Italia offre rendimenti positivi su scadenze superiori a cinque anni.

Più nel dettaglio, il grosso della domanda sarebbe arrivato dai fondi pensione giapponesi, i grandi fondi sovrani asiatici e diverse banche centrali nella regione (la Cina da sola detiene poco oltre il 15% del nostro debit0). “Gli investitori che ho incontrato”, aveva spiegato lo stesso Iacovoni, “hanno detto che ora sarebbe difficile per loro spiegare perché non comprare l’Italia: il nostro mercato è enorme ma anche molto liquido. Questo è molto apprezzato dagli investitori internazionali”.

Fuga dal debito cinese? Pechino non ispira più fiducia all'estero

Per la prima volta in due anni e mezzo calano gli acquisti di titoli pubblici da parte dei grandi fondi globali. La crisi del debito cinese varca i confini e costa 16,5 miliardi di yuan. Per ora

La crisi della sedia turca e i fantasmi del 1965. Il commento di Berti (M5S)

Di Francesco Berti

La raccapricciante pantomima di Ankara testimonia la debolezza di un’Unione europea bicefala, incapace di ritagliarsi un ruolo forte nel Mediterraneo e di parlare con una voce sola in politica estera. Ma non è la prima volta… Il commento di Francesco Berti, deputato del Movimento 5 stelle e membro delle commissioni Esteri e Politiche dell’Unione europea

Facebook entra nella corsa di Clubhouse. Cosa è Hotline

Facebook entra nella competizione delle chat vocali, ma fa un passo in più. Registrazione automatica dei live e possibilità della presenza video. Ecco tutte le novità di Hotline, la nuova piattaforma del social network di Mark Zuckerberg

Solidarietà a von der Leyen e barriere contro Erdogan

Quello che più ci infastidisce è la sudditanza dimostrata da Charles Michel che non ha ceduto rispettosamente la sua sedia alla von der Leyen, rivelando così una alleanza machista davanti al mondo che francamente è più che molesta, addirittura volgare e sconfessa ogni protocollo istituzionale.

Women20

#Women20, la sfida delle donne nell'Italia del G20

L’emergenza epidemiologica ha inferto un duro colpo a interi settori e categorie produttive, ma le sue conseguenze non si sono manifestate in tutte le fasce della popolazione allo stesso modo. Ora però è tempo di cambiare. L’iniziativa organizzata da I-Com, Ucid e Fipe Confcommercio con il patrocinio di Women20, l’engagement group del G20 dedicato all’uguaglianza di genere

Facile fare finanza senza le rigide regole bancarie. Jamie Dimon e le rivali fintech

Nella sua annuale lettera agli azionisti il numero uno di Jp Morgan avvisa Joe Biden e Janet Yellen: le società fintech godono di regole decisamente più morbide rispetto a quelle riservate alle banche tradizionali, e anche per questo crescono sempre di più. Il fenomeno dello shadow banking rischia di diventare un rischio sistemico. E il declino parallelo della public company, perno della finanza americana ma ormai troppo imbrigliata per essere un modello attraente

Pechino e Taipei simulano l’invasione di Taiwan. Ecco come

Navi, aerei, missili, wargame computerizzati: tra Taiwan e Cina si simula la guerra. Alta tensione attorno all’Isola

Draghi sides with US on Chinese 5G concerns

The government exerted its “golden power” to prevent an Italian telco from acquiring tech from Huawei and ZTE for the second time. The move signals Italy’s growing caution with regards to Chinese-built 5G tech

Cyber, si cambia. Ecco la rivoluzione targata Gabrielli

Franco Gabrielli, sottosegretario con delega agli 007, annuncia un cambio di passo: “In questi anni il comparto intelligence ha svolto un ruolo di supplenza”. Ora serve un’agenzia cyber fuori dal Dis, dice

Perché la sinistra tifa Meloni. La bussola di Ocone

Cosa può fare la destra per rispondere all’offensiva politica della sinistra basata sul classico dividi et impera? Come se ne esce? Prima di tutto, depotenziando un po’ i sondaggi, e la lettura che usualmente se ne dà… La bussola di Corrado Ocone

×

Iscriviti alla newsletter