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È iniziata l’avventura americana di Nave Cavour, la portaerei della Marina militare che sabato scorso ha ormeggiato a Norfolk, in Virginia, presso la base navale della seconda flotta della US Navy. Ha trovato un’accoglienza calorosa da parte del team americano, con cui inizierà da subito prove tecniche in vista dell’avvio, a fine mese, della “fase calda”, quella che vedrà gli avanzati velivoli di Lockheed Martin decollare e atterrare sul ponte della portaerei italiana. Ad accogliere l’equipaggio al comando del capitato Giancarlo Ciappina c’erano tra gli altri l’ambasciatore d’Italia a Washington Armando Varricchio e il comandante della seconda flotta della US Navy, l’ammiraglio Andrew Lewis.

IL VALORE STRATEGICO

Il viaggio di Nave Cavour verso gli Stati Uniti era iniziato il 28 gennaio scorso con la partenza da Taranto e il saluto, a bordo, da parte del ministro Lorenzo Guerini, accompagnato per l’occasione dal capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, dal capo della Marina Giuseppe Cavo Dragone e dal comandante della Squadra navale Paolo Treu. Il titolare della Difesa chiariva da subito il valore dell’impresa: “Si tratta certamente di un’attività di natura tecnico-operativa, ma con risvolti importanti sul piano strategico-militare per la Difesa e per il Paese nel panorama internazionale”. Poi, l’invito rivolto all’equipaggio: “Vi chiedo di essere attori protagonisti del rapporto transatlantico e di contribuire a rafforzarlo ulteriormente”.

VERSO L’INTEGRAZIONE

È anche questa la “F-35 diplomacy”, volta a rafforzare il rapporto bilaterale con gli Stati Uniti. Si tradurrà anche in novità operative, considerando che saranno solo quattro i Paesi al mondo a poter esprimere una capacità portaerei con velivoli da combattimento di quinta generazione (ci sono anche Giappone e Regno Unito). Tale prospettiva alimenta la previsione di sinergie a livello operativo e logistico, già al centro dei contatti tra le Marine coinvolte. Prima, però, Nave Cavour verrà certificata per l’imbarco di F-35 B, attraverso la campagna “Ready for operations” (Rfo).

LE PROSSIME ATTIVITÀ

Dopo due settimane di preparativi tecnici, la portaerei riprenderà il mare a fine febbraio per inaugurare i “Sea trials”, la fase calda che prevede il susseguirsi di decolli e appontaggi dei nuovi velivoli. Sarà accompagnata dalle prove tecniche condotte da un team di ingegneri e collaudatori dell’Integrated Test Force statunitense, necessarie per le verifiche di compatibilità tra l’aereo, la nave e i suoi sistemi. “Impegni ad elevatissimo contenuto tecnico-operativo – spiega la Marina – fondamentali per rafforzare il peculiare potenziale expeditionary abilitante per tutto lo strumento militare nazionale”. Tutto questo sarà fondamentale per permettere alla portaerei Cavour di raggiungere la capacità operativa iniziate (Ioc) entro la fine del 2024, quando potrà disporre di un adeguato numero di velivoli e piloti. Poi, quando gli F-35 B saranno 15, sarà la volta della capacità operativa finale (Foc).

ANNIVERSARI E RELAZIONI

Tutto questo prende il via in un momento non casuale, ovvero nell’anno del 160esimo anniversario della Marina, il decimo per l’impiego della portaerei Cavour quale nave ammiraglia, e il trentesimo del Gruppo aerei imbarcati, nonché del primo appontaggio dell’AV8B plus sul ponte di Nave Garibaldi. Come ricordato dall’ambasciatore Armando Varricchio, si tratta altresì del “160esimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche bilaterali tra l’Italia e gli Stati Uniti”. I nostri Paesi, ha aggiunto nel suo saluto all’equipaggio del Cavour, “sono alleati e amici, il cui rapporto è figlio di quella tradizione marinara che spinse un navigatore genovese ad affrontare onde e correnti allora sconosciute”. La portaerei approdata a Norfolk è “un campione esemplare della nostra Italia e il migliore esempio di una virtuosa collaborazione nel campo della sicurezza e dell’industria”. Gli ha fatto eco il comandante della seconda flotta della US Navy, l’ammiraglio Andrew Lewis: “Supportare gli alleati italiani nella certificazione della loro portaerei accresce la nostra esperienza comune nella sicurezza e abilità di combattimento”.

GLI OBIETTIVI DELLA MARINA

Dall’Italia ha commentato l’arrivo il capo di Stato maggiore della Forza armata, Cavo Dragone: “Un’impresa strategica per il Paese e la Marina militare, a cui dovrà affiancarsi quella più specifica di amalgama con l’intera forza marittima”. Oggi, ha rimarcato Varricchio, “il rapporto tra Stati Uniti e Italia guarda con decisione al futuro e alle sfide che dobbiamo affrontare insieme, a partire da quella della sicurezza”. Il momento è quello giusto. “L’Italia – ha notato l’ambasciatore – anche nella sua veste di presidenza in esercizio del G20 e in stretto raccordo con gli Stati Uniti, è in prima linea per promuovere la lotta alla pandemia, per favorire la ripresa economica e per realizzare uno sviluppo sostenibile”.

ESERCITAZIONI IN MARE

Obiettivi a cui sta già contribuendo la portaerei Cavour. Il viaggio verso gli Stati Uniti è stato infatti ricco di attività. La nave ha svolto attività addestrative in cooperazione con assetti aeronavali della US Navy, in particolare con il cacciatorpediniere Stout, con un velivolo da pattugliamento marittimo e un caccia Super Hornet F/A-18. Tra le attività svolte, le esercitazioni di difesa della forza navale da minaccia aerea, di comunicazioni e di manovre di formazione navale. Anche prima, la navigazione da Taranto “è stata di fondamentale importanza per l’equipaggio di nave Cavour, che ha sfruttato ogni momento utile per addestrarsi al fine di consolidare le capacità e la prontezza di reazione, elementi indispensabili in vista dell’impegnativa quanto entusiasmante attività di certificazione che la portaerei inizierà sin dai prossimi giorni”.

F-35, diplomazia e operazioni. Tutti gli obiettivi di Nave Cavour negli Usa

Non c’è solo la certificazione per gli avanzati F-35 B nel viaggio americano della portaerei Cavour, accolta con calore all’arrivo a Norfolk. Guerini aveva parlato di “risvolti importanti sul piano strategico-militare”, dalla diplomazia militare alle prospettiva di sinergie maggiori tra le (pochissime) Marine che imbarcano velivoli di quinta generazione

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