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Questione di restrizioni. Che poi fanno rima con consumi, fatturato. In una parola, Pil. Per Confindustria l’economia italiana è perennemente appesa a due variabili: la severità delle restrizioni e la capacità di spendere i soldi che l’Europa ci presta, sotto forma di Recovery Fund. Per questo l’Italia è sempre l’ultima quando si tratta di rimettere in moto il Pil. L’ennesima conferma arriva dal Centro Studi di Confindustria, guidato da Stefano Manzocchi.

RIMBALZO SI MA CON RITARDO

Per l’economia italiana, scrive il Centro Studi, “cresce la probabilità di un segno positivo del Pil già nel secondo trimestre, ma si conferma che un vero rimbalzo si potrà avere solo nel terzo trimestre”.  Meno male che i mercati finanziari, comunque, ora danno credito all’Italia e il Pil, nel 2021, potrebbe trarne beneficio.

MERCATI BENEVOLI CON L’ITALIA

Il tasso sovrano, ricorda Confindustria, ha infatti registrato un netto calo a febbraio, riflesso della formazione del nuovo governo guidato da Mario Draghi. Il Btp decennale è ai minimi storici (0,52% medio nel mese), lo spread sulla Germania a +0,98%, valore che non si vedeva dal 2015. Questo calo, se permanente, taglia il costo del debito per il Paese. Anche la Borsa italiana ne ha beneficiato, recuperando rapidamente dopo il ribasso di gennaio (+6,1% da inizio febbraio), pur rimanendo sotto i valori pre-Covid (-9,8%). “Ciò potrebbe spingere” stima il Csc, “la fiducia di famiglie e imprese italiane, rimasta debole a gennaio, e migliora lo scenario per il Pil nel 2021”.

L’ATTESA DEI CONSUMI

L’altro fronte sono i consumi. Qualcosa di molto legato alle restrizioni. “I consumi degli italiani restano in attesa, pronti a scattare in caso di un allentamento delle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19. D’altronde, lo scenario incerto e i limiti a spostamenti e acquisti spingono una parte delle famiglie a risparmiare: nel 2020 i depositi hanno registrato un aumento “extra” di 26 miliardi rispetto al trend, pari al 2,7% dei consumi privati. La domanda interna resta comunque debole a gennaio: gli ordini domestici dei produttori di beni di consumo sono stabili; le immatricolazioni di auto sono salite dello 0,4%. Ma, secondo gli economisti di Confindustria, “un allentamento delle restrizioni potrebbe rilanciare fortemente i consumi”.

UNA PANDEMIA, DUE PIL

C’è poi un caso. Germania e Italia scontano lo stesso virus devastante, eppure viaggiano a velocità diverse. La flessione del Pil nel 2020 è stata del -8,9% in Italia, peggio del -5,3% in Germania.  “È utile notare come questo divario sia maturato”, sottolinea Confindustria.

Nella prima metà del 2020, a causa della diffusione della pandemia e dell`adozione di forti misure di contenimento, l’Italia ha subito una caduta più profonda (-5,5% nel primo trimestre, -13% nel secondo). Grazie al calo dei contagi in estate, un ampio rimbalzo è stato registrato in Italia nel terzo trimestre (+16%), molto più che in Germania, tanto da colmare quasi il ritardo. Ma le restrizioni anti-pandemia dopo l’estate hanno condotto in Italia a una nuova flessione (-2% nel quarto trimestre), mentre la Germania ha evitato tale ricaduta e parte in condizioni migliori nel 2021.

I consumi ripartiranno, ma senza restrizioni. La previsione di Confindustria

Il Centro studi di Viale dell’Astronomia rimanda al terzo trimestre il rimbalzo del Pil. Ma i consumi sono pronti a scattare non appena le restrizioni verranno allentate e comunque i mercati stanno facendo la loro parte. Il caso tedesco però, lascia perplessi

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