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‘Arriva la cavalleria’, a dare man forte al ‘cavaliere solitario’ Donald Trump, che denuncia brogli nelle elezioni presidenziali che lo hanno visto sconfitto, mentre lui incomincia a ‘tagliare le teste’ nel suo staff, ‘facendo fuori’ chi non gli è stato abbastanza ‘amico’. E il ministro della giustizia William Barr, uno che rischia, cerca di salvarsi autorizzando il suo Dipartimento ad avviare indagini su “accuse rilevanti ” di frode elettorale.

Il presidente eletto Joe Biden, invece, si preoccupa di come contrastare la pandemia di coronavirus, che, alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, aveva ormai contagiato oltre 10 milioni di americani – più di 10.110.500, secondo i dati della John’s Hopkins University – e ne aveva uccisi oltre 238 mila (ma, avverte Biden, ci potrebbero essere altre 200 mila vittime di qui alla primavera).

Le indagini e la mannaia

Le indagini sui brogli, afferma Barr, possono essere avviate “se ci sono accuse di irregolarità chiare e apparentemente credibili. Irregolarità che, se riscontrate realmente, potrebbero potenzialmente impattare sul risultato elettorale di un singolo Stato”. La decisione suscita polemiche perché “cancella 40 anni di politiche di non interferenza con indagini su presunte frodi elettorali nel periodo antecedente alla certificazione dei voti da parte dei singoli Stati” e avalla le affermazioni del presidente, finora non sostanziate da elementi di prova, di massicce frodi.

Dopo la decisione di Barr, e a causa di essa, il principale procuratore del Dipartimento di Giustizia per i crimini elettorali negli Stati Uniti, Richard Pilger, si dimette per protesta e scrive ai colleghi che il procuratore generale sta intraprendendo “una nuova importante iniziativa”, che rischia d’impattare sul risultato delle elezioni.

Anche il leader della maggioranza repubblicana al Senato Mitch McConnell, che pareva esitante, avalla il rifiuto di Trump di ammettere la sconfitta nelle elezioni, il cui esito è “incerto”.

C’è chi teme la mannaia del magnate, che ha ieri licenziato con un tweet Mark Esper, il segretario alla Difesa – “Mark Esper has been terminated” -. Sempre con dei tweet, Trump ha annunciato che Christopher C. Miller, direttore del National Counterterrorism Center, rimpiazza Esper ad interim.

La cacciata di Esper era nell’aria da giugno, quando il segretario alla Difesa non condivise il ricorso ai militari contro i manifestanti nelle città in sommossa contro il razzismo e le violenze della polizia contro i neri. Dopo di lui potrebbe toccare a Cristopher Wray, capo dell’Fbi, e a Gina Haspel, direttrice della Cia, mentre Barr con la sua mossa potrebbe essersi salvato.

“Il brusco licenziamento del segretario Esper è una prova inquietante di come il presidente Trump intende usare gli ultimi giorni del suo mandato, seminando caos nella nostra democrazia”, afferma la speaker della Camera Nancy Pelosi: “È un imperativo assoluto una transizione presidenziale caratterizzata da continuità e stabilità”.

Ma i pretoriani di Trump avvertono funzionari e collaboratori che le elezioni non sono finite: chi abbandona la barca ora rischia il posto di lavoro e il futuro professionale. Un audio ‘rubato’, di cui Axios è in possesso, recita: “Dovete giocare fino al fischio finale, che ancora non è arrivato”, perché “le elezioni sono ancora in corso e il Collegio elettorale non ha ancora votato. Non c’è in corso alcuna transizione”.

La giornata anti-Covid di Joe e Kamala

Intanto, nel giorno in cui la Pfizer annuncia progressi verso un vaccino anti-coronavirus, Biden riunisce la sua squadra di esperti e scienziati e delinea la sua strategia contro la pandemia. Biden si rallegra per il vaccino e conferma che sarà disponibile gratis per tutti gli americani, ma ciò non potrà avvenire prima della primavera su larga scala.

Fino a quel momento, “non dobbiamo abbassare la guardia”: quindi, mascherina, distanziamento, tracciamento. “Vi imploro: portare o meno la mascherina non è una scelta di campo politica, ma è una misura di prevenzione”.

Biden e la sua vice Kamala Harris saranno, oggi, a Wilmington, a un evento pro-Obamacare, mentre la Corte Suprema tiene una prima udienza su un caso che riguarda la riforma sanitaria dell’Amministrazione Obama, che Trump e i repubblicani vorrebbero rovesciare.

Intanto, il coronavirus colpisce ancora nella cerchia del magnate presidente: è positivo Ben Carson, ministro dell’Edilizia pubblica, anch’egli presente, come il capo dello staff Mark Meadows, pure positivo, all’evento della notte elettorale alla Casa Bianca.

C’è anche la talpa dei vaccini ‘licenziata’ da Trump nella squadra anti-Covid che Biden insedia: Rick Bright denunciò le pressioni del presidente per il ricorso all’idrossiclorochina nella terapia anti-coronavirus.  La task force è composta da 13 membri, fra cui tre co-presidenti: l’ex capo Fda David Kessler, l’ex ‘chirurgo in capo’ Vivek Murty e la docente di Yale Marcella Nunez-Smith. Della squadra fa parte, fra gli altri, l’italo-americana Luciana Borio, una esperta in bio-difesa.

Il team di Biden dovrà dialogare con la task force di Trump, che fa capo al suo vice Mike Pence e dove c’è il ‘virologo in capo’ Anthony Fauci.

Anche Trump ‘festeggia’ l’annuncio sul vaccino con un tweet: “La Borsa va su, il vaccino arriverà presto, report sull’efficacia al 90%. Grande notizia!”. Ma il figlio Donald jr suggerisce un complotto di Big Pharma dietro i progressi del vaccino una settimana dopo le elezioni (e non prima).

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