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Ultimi colpi, durissimi, dell’amministrazione Trump. Il Dipartimento di Stato guidato ancora per 24 ore da Mike Pompeo ha dichiarato oggi che il governo cinese è responsabile di genocidio e crimini contro l’umanità per la sua repressione del popolo uiguro e delle minoranze etniche a maggioranza musulmana nella regione dello Xinjang.

Nell’accusa americana si parla anche di campi di prigionia e sterilizzazioni forzate. “Credo che questo genocidio sia tuttora in corso e stiamo assistendo al tentativo sistematico di distruggere gli uiguri per mano del partito-nazione cinese”, ha dichiarato Pompeo. “Le autorità cinesi stanno forzando l’assimilazione e dunque l’eliminazione di una minoranza etnica e religiosa molto vulnerabile”.

È raro che gli Stati Uniti giungano a simili conclusioni nei confronti di un altro paese e, secondo il New York Times, la mossa potrebbe portare a nuove sanzioni contro la Cina, che saranno stabilite dalla nuova amministrazione. Nessun altra nazione si è spinta così avanti nel denunciare la condotta cinese nella regione.

Ma se Trump non ha avuto remore nell’attaccare la Cina sul piano commerciale, non ha mai manifestato un particolare interesse a puntare il dito (e che dito) sul tema delle minoranze maltrattate. È stato il Dipartimento di Stato, e in particolare Pompeo, a spingere in questa direzione.

Il governo cinese ha sempre negato le violazioni di diritti umani nello Xinjang, da ultimo la settimana scorsa, quando funzionari del governo hanno parlato di “notizie inventate”, “complotto del secolo” e respinto ogni accusa di sterilizzazioni forzate.

Ma è proprio su sterilizzazioni, controllo delle nascite e separazioni familiari al fine di distruggere l’identità uigura che gli Stati Uniti hanno potuto fare il “salto” e configurare le azioni cinesi non solo come crimini contro l’umanità ma come vero e proprio genocidio, la fattispecie più grave nel diritto penale internazionale.

Una parte dei funzionari ha obiettato che il governo non ha mai stabilito se il governo di Myanmar abbia commesso genocidio nei confronti della minoranza Rohingya, nonostante nel 2017 avesse parlato di “pulizia etnica”.

La strategia di Pompeo non sarà stravolta dal suo successore, anzi. Anthony Blinken nella sua audizione al Senato programmata per oggi parlerà di “crescente rivalità con la Cina, la Russia e altri stati autoritari”, secondo le anticipazioni che ha potuto leggere il New York Times.

Biden in questi anni non ha risparmiato accuse alla Cina, esortando Trump a schierarsi sulla questione del genocidio uiguro (ha usato proprio questo termine) e criticandolo per la sua linea troppo morbida sul tema delle minoranze. Addirittura, scrive John Bolton nel suo libro in cui rivela i segreti dell’amministrazione Trump, il presidente avrebbe detto a Xi Jinping che costruire i campi di rieducazione era “la cosa giusta da fare”.

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Di Mario Gentili

Campi di prigionia e sterilizzazioni forzate. Secondo il Dipartimento di Stato la Cina nello Xinjang sta compiendo crimini contro l’umanità e genocidio, l’illecito più grave nel diritto penale internazionale, nei confronti della minoranza musulmana uigura. Se Trump non aveva interesse a colpire Pechino sul punto, anche Biden ha parlato di genocidio. E Blinken oggi al Senato dirà…

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