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Giuseppe Conte aveva un buon pallone tra i piedi, ma non ha saputo buttarlo in rete. E così la manovra giallorossa, all’esame del Parlamento, era una gran bella occasione per mettere in piedi un grande cantiere fiscale, sociale e produttivo. E invece no, poco o niente di tutto questo. Ylenia Lucaselli, deputato di Fratelli d’Italia membro della commissione Bilancio, non risparmia critiche a un governo che poteva, doveva, fare molto di più.

GUALTIERI IL PAVIDO

“Il problema è che il ministro dell’Economia è un pavido, non ha avuto coraggio. Questa manovra era un’occasione importante e invece non sono state fatte quelle cose di cui c’era bisogno”, mette in chiaro Lucaselli. “A partire dalla riforma fiscale. Ci sono 8 miliardi per il 2022 ma di questi 5 sono per l’assegno unico familiare. Per carità, è utile, ma non si dica che è l’inizio della riforma fiscale. Il problema è che sono state prorogate misure vecchie senza dare nuovo impulso alla crescita. Tutto è dunque rimasto imprigionato in una logica di emergenza”, spiega ancora la deputata.

“Il punto è il coraggio, del governo e di Gualtieri. L’Italia oggi sta facendo debito e i mercati questo debito lo stanno comprando sotto forma di Btp. Segno che questo debito si può fare. Ma allora, se si può fare, perché non sono state fatte misure profonde e incisive. Stiamo facendo debito, ma inutilmente, mettendo delle pezze invece che creare i presupposti di una rivoluzione economica”.

CANCELLARE IL DEBITO? O NO…

A proposito di debito, proprio ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il grillino Riccardo Fraccaro, ha rilanciato, in un’intervista a Bloomberg, la necessità di cancellare il debito contratto dagli Stati membri per fronteggiare la pandemia. Per Lucaselli, non è la priorità. Ma questo non vuol dire che non se ne possa discutere. “Tutto quello che si può fare per andare incontro agli Stati non deve entrare in logiche di partito, non deve portare bandiere. Mi pare evidente che una situazione eccezionale come questa non possa essere affrontata con regole usuali. Bisogna adattarsi a questi eventi imprevisti. Ma onestamente io partirei da una riforma del sistema sanitario nazionale”.

LA PARTITA DEL MES

Ma sanità, fa rima con Mes? Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, no. “Mes vuol dire anche che l’Europa può mettere il naso nei nostri conti. Io credo che ci siano altri fondi da usare per la sanità, altre risorse, altre leve. Il Mes non è il punto di riferimento sul Covid e nemmeno il punto di arrivo, sono due cose ben distinte. Quello che deve essere chiaro è che qui non servono giochi di prestigio, ma una manovra al servizio delle imprese, delle famiglie e dei lavoratori. Chiara e lineare, cose che finora non abbiamo visto”.

Altro che Mes, qui serve una riforma fiscale. Parla Lucaselli (FdI)

La deputata di Fratelli d’Italia, membro della commissione Bilancio: da Gualtieri e Conte poco coraggio, i mercati ci stanno dimostrando che possiamo fare debito, peccato che stiamo buttando soldi in misure poco incisive. Il Mes non è la priorità, la sanità può attingere altrove. E poi l’Europa metterebbe il naso nelle nostre finanze

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