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Non siamo grillini né tanto meno marxisti perché rifiutiamo uno stato invadente nella vita dei cittadini. Ci preme però intervenire nel dibattito sulla così detta patrimoniale perché non si può ragionare sui fatti partendo dai pregiudizi. Prendiamo così spunto dalla proposta finanziariamente risibile del comico Beppe Grillo con cui attacca l’idea avanzata da Liberi e Uguali (LeU) e parte del Partito democratico (Pd), e presenta due proposte: (i) una patrimoniale sui super ricchi e (ii) la riscossione dei debiti pregressi della Chiesa per Ici non versata, in modo da fare entrare nelle casse dello Stato intorno ai 25 miliardi di euro in un biennio. Sono pochi se si considera il debito che il Paese, e quindi noi cittadini, abbiamo. Affrontare la questione del debito è un fatto di responsabilità. Non possiamo affidarci al Recovery Fund per ridurre il debito perché (i) arriverà non prima di maggio, (ii) è a fondo perduto per metà, la restante metà è debito, e (iii) purché si adoperi come un investimento sulla crescita, potrà produrre risultati, anche sulla riduzione del debito soltanto nel medio e lungo termine. Non abbiamo tutto questo tempo a disposizione.

Lo spunto di Grillo, depurato dalla venatura demagogica, serve a noi liberali per avanzare in sintesi, specie in epoca di pandemia, un ragionamento concreto su 4 punti per provare ad affrontare il gravissimo problema del debito.

1) Procurare un’entrata eccezionale allo Stato sarebbe molto utile per noi cittadini, considerato che, dato il debito, l’Italia, se non facesse parte dell’Ue, sarebbe già al disastro economico sociale. Inoltre, essendo membro con altri 18 paesi dell’Ue della moneta unica, l’Italia non può sopportare nel lungo periodo un debito pubblico accumulato ormai intorno al 160% del prodotto interno lordo: tra non molto i tassi di interesse aumenteranno, andando a pesare troppo sui conti annuali. Un’entrata eccezionale sarebbe perciò necessaria. Essa andrebbe destinata solo ad abbattere il debito accumulato (pagando i debiti man mano che scadono) e non ad impinguare il bilancio annuale. La proposta LeU/Pd invece, errando, inserisce la patrimoniale nel bilancio dello Stato.

2) Un’entrata eccezionale può derivare esclusivamente da un provvedimento fiscale accettato dai pagatori finali che siamo noi cittadini; quindi dovrà passare dal Parlamento; dovrà riguardare tutti i maggiorenni e dovrà essere proporzionale, per evidenti motivi di equità e di gettito (un’aliquota unica, se bassa non produce gettito e se alta non è sostenibile da grandissima parte dei cittadini).

3) L’entrata eccezionale, appunto perché eccezionale, può essere prevista esclusivamente per un periodo di tempo molto limitato, un anno, massimo due (se si ritiene necessario abbattere significativamente il debito accumulato).

4) L’entrata eccezionale può essere raggiunta mettendo insieme le seguenti cinque imposte:
4a) una patrimoniale solamente biennale del genere Grillo con aliquota del 1% sopra i proprietari di ben immobili per 500 mila euro, del 2% sopra i 3 milioni, del 3% sopra i 15 milioni (gettito presumibile intorno 50 miliardi).

4b) La riscossione sollecitata da Grillo dell’Ici pregressa non versata dalla Chiesa nonostante le condanne dell’Ue e che le burocrazie clericali non richiedono.

4c) Eliminando il privilegio fiscale concesso (anche dal Movimento 5 Stelle) al settore industriale del tabacco riscaldato (-75% rispetto all’accisa sul tabacco tradizionale) che nel 2020 porterà ad un mancato introito per le casse dello Stato di circa 800 milioni (450 nel 2019) e che sarà ancora più alto nei prossimi anni se non si interviene. Questa non è una tassa alzata, ma la fine di un privilegio fiscale concesso, di fatto, ad un monopolista.

4d) una imposta annuale più strutturata sui servizi realizzati in Italia da tutte le multinazionali del web. Nel 2019 le aziende del web hanno versato allo stato solo 70 milioni di euro (10 da Amazon) a fronte di 3 miliardi e 300 milioni di ricavi. Il 3% di prelievo varato dal Governo che entra in vigore quest’anno porterà introiti scarsi. È ancora assolutamente poco se si considera che il il total tax rate medio dei colossi del web è del 32% mentre quello delle piccole-medie imprese italiane è il doppio, 64%.

4e) una patrimoniale solamente biennale sui depositi di vario genere bancario di proprietà delle famiglie italiane (che risultano ammontare intorno ai 9.000 miliardi di euro) con un’aliquota del 5 per mille.

Sommate queste cinque imposte si produrrà nel biennio una riduzione del debito intorno a 170 miliardi (cioè circa meno sei per cento) e un aumento di circa 12 miliardi nelle entrate del bilancio annuale. Sarebbe un contributo alla sostenibilità del debito e alla ripresa del Paese.

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