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La Commissione europea e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza hanno presentato una nuova agenda per “rafforzare il contributo” del blocco “al multilateralismo basato su regole”. La comunicazione congiunta, si legge nella nota stampa, “illustra le aspettative e le ambizioni dell’Ue nei confronti del sistema multilaterale. La proposta di oggi suggerisce far leva su tutti gli strumenti a disposizione dell’Ue, compreso l’ampio sostegno politico, diplomatico e finanziario, per promuovere la pace e la sicurezza mondiali, difendere i diritti umani e il diritto internazionale, promuovere soluzioni multilaterali alle sfide globali”.

LE DICHIARAZIONI

“Il multilateralismo è importante perché funziona. Ma non possiamo essere ‘multilateralisti’ da soli”, ha dichiarato il capo della diplomazia europea, Josep Borrell. “In tempi di crescente scetticismo dobbiamo dimostrare i vantaggi e la rilevanza del sistema multilaterale. Costruiremo partenariati più forti, diversificati e inclusivi per guidare l’ammodernamento ed elaborare risposte globali alle sfide del XXI secolo, alcune delle quali minacciano l’esistenza stessa dell’umanità”. “L’Ue è stata e continuerà a essere l’alleata migliore del multilateralismo e delle rispettive istituzioni”, ha spiegato invece Jutta Urpilainen, commissaria per i Partenariati internazionali. Tuttavia, ha aggiunto, “il più complesso contesto globale ci esorta a essere più uniti, coerenti, concentrati e a sfruttare meglio la forza collettiva del Team Europa. La nuova strategia, che sarà sostenuta da azioni specifiche, illustra l’ambizione e il forte impegno a rinnovare il multilateralismo inclusivo”.

I TRE DOCUMENTI

Assieme alla nota stampa, la Commissione europea ha pubblicato tre documenti: un “bollettino” che sintetizza obiettivi e strategie dell’Unione europea; la dettagliata comunicazione al Parlamento europeo; un altro “bollettino” che — a distanza di pochi giorni dall’ufficializzazione dell’economista nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala come prossimo direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio con primo compito il rilancio delle dinamiche multilaterali — definisce “Unione europea e Nazioni Unite partner naturali”.

LA SPINTA TEDESCA

La nuova agenda europea arriva a poco più di due mesi dalla pubblicazione di quella per il rilancio dei rapporti transatlantici. Ma anche a pochissimi giorni dall’intervista “Let’s think big” rilasciata alla Reuters (qui l’analisi di Formiche.net) da Peter Beyer, coordinatore per la cooperazione transatlantica del governo tedesco di Angela Merkel. Che ancora una volta si conferma il motore della politica estera europea e la cui propulsione è stata rievocata anche dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Che, anzi, nel suo intervento al Senato di ieri sembra aver preso spunto proprio dalla cancelliera, soprattutto quando ha parlato — con molta prudenza pur ribadendo europeismo e atlantismo — di Russia (“L’Italia si adopererà per alimentare meccanismi di dialogo con la Federazione Russa. Seguiamo con preoccupazione ciò che sta accadendo in questo e in altri paesi dove i diritti dei cittadini sono spesso violati”) e di Cina (“Seguiamo anche con preoccupazione l’aumento delle tensioni in Asia intorno alla Cina”).

GLI OBIETTIVI SECONDO ALCARO (IAI)

“Il tentativo di definire meglio una strategia d’azione d’insieme per sostenere le istituzioni multilaterali rientra pienamente nell’ambizione di rendere l’Unione europea più capace di navigare le acque sempre più agitate di un mondo in cui in realtà il multilateralismo è in declino e la competizione internazionale è in ascesa”, spiega Riccardo Alcaro,  coordinatore delle ricerche dell’Istituto Affari Internazionali e responsabile del programma “Attori globali”, a Formiche.net. “Ci sono tre funzioni fondamentale del multilateralismo che vanno a vantaggio degli europei: àncora l’interazione fra Stati in norme, regole e valori di tradizione europea o transatlantica; è un modo di gestire cooperativo questioni di rilevanza internazionale come il cambiamento climatico, le pandemie e le crisi regionali che interessano anche l’Unione europea; riduce lo spazio per la power politics di determinare gli equilibri internazionale aumento quindi quello per le regole”. Questo, per un’Unione europea che “ha una scarsissima capacità di proiezione militare”, è “ovviamente un grande vantaggio”, continua l’esperto. Infatti, “tanto più forte è il sistema multilaterale, tanto più le relazioni internazionali sono basate su regole e non definite dalla forza, tanto meglio è per gli europei, sui piani della prosperità economica, della sicurezza e dell’influenza internazionale”.

LA MANO TESA A BIDEN

Nella comunicazione inviata al Parlamento europeo si legge: “Lavoreremo con urgenza con i partner che condividono i nostri valori e principi per rafforzare le istituzioni democratiche, combattere la corruzione, l’autoritarismo e le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo e promuovere un’agenda comune basata sulla democrazia, i diritti umani, l’uguaglianza e lo stato di diritto”. E ancora: “A questo proposito, l’arrivo della nuova amministrazione statunitense crea uno slancio positivo e l’Ue dovrebbe cogliere tutte le opportunità per ricostruire le relazioni Ue-Usa e mantenere forti legami, per esempio con il Regno Unito”.

Una mano tesa agli Stati Uniti di Joe Biden, anche in vista del pre-vertice del G7 di domani e della probabile partecipazione del segretario di Stato americano Tony Blinken alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea in programma lunedì “Tendenzialmente un’agenda di promozione del multilateralismo va nella direzione di facilitare collaborazione con l’amministrazione Biden, che ha un interesse ad ammorbidire le tensioni con gli europei e questo framework offre un’opzione in più”, continua Alcaro. Che però invita a tenere distinte il legame transatlantico e sostegno europeo al multilateralismo: “non perché non possano mutuamente rafforzarsi (anzi, penso questo sia il caso) bensì in virtù del fatto che hanno logiche diverse e proseguono su processi paralleli”.

MA LE DIVERGENZE RESTANO

Ci sono punti su cui le visioni europea e americana però non coincidono. “Certamente ci sono delle priorità europee che gli europei voglio gestire a livello multilaterale che gli americani — Biden ma anche Donald Trump prima — non vedono di buon occhio”, spiega Alcaro. A partire dalla tassazione delle Big Tech, che sin dai tempi di Barack Obama gli Stati Uniti vedono come una forma di discriminazione delle loro compagnie. “Se questo ci sarà probabilmente uno scontro”, continua l’esperto. “Però il fatto che gli europei lo portino avanti a livello multilaterale offre un margine per trovare una qualche forma di accordo, probabilmente migliore rispetto ciò che si potrebbe ottenere affrontando la questione esclusivamente su un piano bilaterale”.

L’OCCASIONE PER L’ITALIA…

“L’Italia ha nell’Unione europea una piattaforma per ampliare la sua influenza internazionale oltre che per preservare la sua prosperità e rafforzare la sua sicurezza”, spiega Alcaro. “Ma la capacità di influenzare italiana attraverso l’Unione europea dipende dalla capacità dell’Italia di diventare influente all’interno dell’Unione europea”, aggiunge. Dichiarazioni in linea con quelle rese durante un’intervista con Formiche.net alcuni giorni fa da Antonio Parenti, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, parlando dei rapporti tra Italia e Stati Uniti: “La questione è che l’Italia sarà più forte quanto più ci sarà convergenza a livello europeo sui temi da discutere con gli Stati Uniti”.

…SALUTE E CLIMA

L’occasione per il nostro Paese è doppia: presidente di turno del G20 (il Global Health Summit si terrà il 21 maggio a Roma, che ospiterà anche il 5-6 settembre il G20 Salute) e co-organizzatore, assieme al Regno Unito, della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP26. “Salute e clima sono questioni prioritarie e transnazionali, e per tanto si offrono naturalmente a soluzioni multilaterali, visto che quelle non-multilaterali tendenzialmente sono inefficaci”, spiega Alcaro commentando l’agenda del nuovo governo guidato da Mario Draghi. “In questo senso, con la spinta che Biden vuole dare al reimpiego americano nel mondo — pensiamo al ritorno all’Oms e all’Accordo di Parigi — le dinamiche di convergenza transatlantica ben si sposano con l’interesse europeo a sostenere il multilateralismo proprio su questioni su cui l’Italia sarà in prima linea quest’anno”.

Clima e salute, così l’Italia può cavalcare l’agenda multilaterale Ue-Usa

La nuova agenda Ue per il multilateralismo “ben si sposa con le dinamiche di convergenza transatlantica”, spiega Riccardo Alcaro (Iai). Per l’Italia un’occasione da non perdere tra G20 (salute) e Cop26 (clima). Ma la nostra influenza globale attraverso l’Ue dipende dalla posizione che abbiamo tra i 27, aggiunge l’esperto

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