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L’Italia è stata presa in mezzo tra Canada e Iran. Martedì il ministero degli Esteri di Teheran ha convocato l’ambasciatore italiano, Giuseppe Perrone, per protestare contro ciò che ha definito una mancanza di cooperazione da parte del governo di Ottawa in materia di servizi consolari per la grande comunità iraniano-canadese. Secondo l’Iran, infatti, il Canada starebbe violando i diritti dei 400.000 iraniani che vivono in Canada.

IL RUOLO DELL’ITALIA

Che cosa c’entra l’Italia in tutto questo? Facciamo un passo indietro: nel 2012 il Canada ha interrotto le relazioni diplomatiche con l’Iran, definendo la Repubblica islamica come la più grande minaccia alla sicurezza globale dopo le minacce a Israele, il sostegno al regime siriano di Bashar Al Assad e a diverse organizzazioni terroristiche, oltre che alla luce del programma nucleare. Da allora l’ambasciata italiana rappresenta gli interessi canadesi a Teheran. A gennaio l’impegno italiano è stato oggetto dei ringraziamenti del premier canadese Justin Trudeau visti gli sforzi profusi in seguito all’abbattimento, da parte dei sistemi d’arma dei Pasdaran, del volo PS752 pochi minuti dopo il decollo da Teheran: delle 176 vittime, 63 erano canadesi. Un episodio drammatico che non ha fatto che alimentare le tensioni tra Ottawa e Teheran.

LE PROTESTE DI TEHERAN

Nell’incontro con l’ambasciatore Perrone, Reza Nazar Ahari, direttore generale per le Americhe al ministero degli Esteri iraniano, ha accusato il Canada di ledere i diritti umani degli iraniani in Canada non offrendo loro servizi consolari attraverso un’ambasciata a Teheran. La diplomazia iraniana si è lamentata con l’ambasciatore Perrone dell’irresponsabilità del governo canadese che, sostiene Teheran, continua a non voler istituire un ufficio consolare per soddisfare le richieste dei visti. Inoltre, l’Iran ha accusato il Canada di essere diventato “un rifugio per corruttori e criminali” sottraendosi “alle sue responsabilità di perseguire, arrestare ed estradare i criminali”, ha spiegato il diplomatico iraniano citato da Iran Press. In particolare, Teheran punta il dito contro Ottawa per il caso di Mahmoud Reza Khavari, ex banchiere ricercato dall’Iran per crimini finanziari (deve scontare una condanna a 30 anni emessa dalla giustizia iraniana) e residente oggi in Canada. Il governo canadese, infatti, ha sempre rifiutato le richieste di estradizione verso un Paese con cui ha interrotto i rapporti diplomatici.

LE ULTIME TRA ROMA E TEHERAN

A settembre il ministro degli Esteri iraniano Mohamed Javad Zarif era atteso in Italia, prima tappa di un tour europeo e crocevia di spie, droga e armi, oltre che territorio di propaganda e disinformazione, per l’Iran. Il viaggio, però, fu rinviato: ufficialmente per motivi di salute ma, come scrivevamo su Formiche.net, l’esecuzione del wrestler Navid Afkari aveva sollevato proteste e indignazione in tutto il mondo. Anche in Germania, tappa fondamentale del tour europeo del capo della diplomazia iraniana impegnato in quel periodo a evitare le sanzioni statunitensi in sede Onu: il ministro degli Esteri tedesco aveva emesso una dura nota di condanna e convocato l’ambasciatore iraniano.

Così l’Italia è finita in mezzo allo scontro Iran-Canada

L’Italia coinvolta nello scontro tra Iran e Canada. Il ministero degli Esteri di Teheran ha convocato il nostro ambasciatore, che rappresenta anche il Paese nordamericano dopo la rottura dei rapporti diplomatici nel 2012, per protestare contro il governo di Trudeau: dà “rifugio a criminali” e lede i diritti civili degli iraniani

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