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Una mole (Antonelliana) di polemiche. Non si placa il polverone nato da un articolo del quotidiano torinese La Stampa su Giorgia Meloni. In un fondo sulla leader di Fratelli d’Italia il giornalista Alberto Mattioli ha scritto che la Meloni vive “sensi di colpa perché la politica la tiene lontana dalla figlia…prodotta con la collaborazione del compagno…”. Più in là, Mattioli rincara: “Questa postfascista modello Dio, Patria e famiglia è pure a suo modo una femminista”.

Parole infelici e fuori luogo che hanno innescato una catena di reazioni al vetriolo. Perché tirare in mezzo con un attacco personale la figlia Ginevra in un’analisi politica? È la domanda che si sono posti diversi nomi di peso della politica italiana, con una vicinanza trasversale alle forze politiche.

Ci sono ovviamente i colonnelli di Fratelli d’Italia. Su tutti il co-fondatore Guido Crosetto. “Alberto Ronchey, Alessandro Galante Garrone, Luigi Firpo, Norberto Bobbio, Giovanni Arpino, Guido Ceronetti, Arrigo Levi, Carlo Casalegno, Fruttero e Lucentini, Lietta Tornabuoni, Igor Man, Oreste Del Buono, Giovanni ed Umberto Agnelli…..chissà che direbbero del loro giornale”, ha cinguettato in mattinata.

Ma ci sono anche donne di sinistra a prendere posizione. Come Paola Concia, che su twitter non va per la leggera: “Perché ricorrere al disprezzo di bassa lega, quando di ragioni politiche ce ne sarebbero molte? Ah già è funzionale al disprezzo per le #donne. Capisco una bambina “prodotta” è veramente misero”.

Rincara la deputata del Pd Rossella Muroni. “Oggi su La Stampa Giorgia Meloni viene ridicolizzata come politica, come donna e come madre. Un giornalismo piccolo piccolo specchio di un Paese maschilista che non sopporta le donne che hanno potere e decidono di esercitarlo”.

A stretto giro è arrivato anche il supporto del leader della Lega Matteo Salvini. “Indegno l’attacco di un giornale una volta prestigioso a Giorgia Meloni, a sua figlia, al suo compagno ed alla sua vita privata. Questo non è “giornalismo”, questa è una porcheria”.

Nessuna reazione, invece, dalla diretta interessata, che per tutta la giornata si è tenuta nel più assoluto silenzio, limitandosi a parlare di attualità politica.

Nella serata è arrivato un chiarimento da La Stampa e il direttore Massimo Giannini. “In un pur ottimo articolo su Meloni e sul no al governo Draghi, oggi su La Stampa, il nostro Alberto Mattioli usa parole inappropriate in un passaggio su sua figlia Ginevra. Ce ne scusiamo con la leader di Fdi. Non è il nostro stile”.

Lo stesso autore ha poi chiesto scusa con un tweet.” “Ho commesso un errore professionale, in buona fede ma pur sempre un errore. Me ne scuso con Giorgia Meloni e con chiunque se ne sia offeso”.

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