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Nonostante il terribile episodio di Capitol Hill, l’amministrazione Biden ha potuto insediarsi e succedere a quella repubblicana con relativa serenità. Quale futuro attende i funzionari dell’ex Presidente Trump? Di certo non usciranno di scena. L’ex vice presidente Pence, nonché l’ex Segretario di Stato Mike Pompeo non hanno alcuna intenzione di ritirarsi dalla vita politica. Non attraverso cariche pubbliche ma presidiando i think tank, il cuore pulsante dell’elaborazione politica negli Stati Uniti, scuole di formazione per la classe dirigente.

Dopo la vittoria di Biden, lex Vice presidente Mike Pence ha annunciato che entrerà a far parte della Heritage Foundation, prestigioso think tank di matrice conservatrice. La notizia viene riportata da Politico, che riconosce la volontà di Pence di rimanere attivo nella vita pubblica e politica statunitense. Il suo ruolo sarà quello di “distinguished visiting fellow”,  che intende sfruttare per “guidare il partito conservatore verso il futuro”. Pence intende fare da consigliere per i vertici del Grand Old Party e curerà una rubrica mensile titolata Daily Signal. Il suo ingresso è fonte di entusiasmo per l’istituto, il cui presidente, Kay Coles James, ha definito Pence come “l’eroico protettore e difensore della Costituzione e dei valori che uniscono [gli Stati Uniti] come nazione”.

Politico ricorda che molti sono i funzionari della amministrazione Trump che si sono formati presso l’Heritage Foundation, tra cui il direttore esecutivo di Heritage Action for America Jessica Anderson, ex Associate Director all’Ufficio per la gestione e il bilancio (OMB) della Casa Bianca.

Anche Mike Pompeo ha annunciato una decina di giorni fa che entrerà a far parte di un think tank: il conservatore Hudson Institute, piattaforma da cui potrà intervenire nel dibattito pubblico ed eventualmente candidarsi alle presidenziali del 2024. La testata Axios riporta una dichiarazione dell’ex segretario: “Sono lieto di unirmi all’Hudson Institute e non vedo l’ora di contribuire alla sua missione di promuovere la leadership americana e l’impegno globale”. LHudson Institute è insieme alla Heritage punto di riferimento per l’elaborazione delle politiche del partito repubblicano. Diversi funzionari della sicurezza nazionale fanno parte dell’Hudson, tra cui Jon Lerner, stratega del GOP, già consigliere di Nikki Haley e Mike Pence.

Altro think tank di importanza nevralgica è la Hoover Institution dell’Università di Stanford. Nel ruolo di Davies Family Distinguished Fellow, ne fa parte il generale James Mattis dal 2013. Veterano dello US Marine Corps, Mattis è stato a capo del Pentagono come 26° Segretario della Difesa, durante lamministrazione Trump.

I consiglieri della Sicurezza Nazionale che hanno affiancato Trump sono a loro volta coinvolti in diversi centri di ricerca. Michael Flynn ricopre oggi il ruolo di direttore degli affari governativi per la Reason Foundation, think tank apartitico la cui missione dichiarata è di far progredire la società sviluppando, applicando e promuovendo i principi, tra la libertà individuale, il libero mercato e lo stato di diritto. Il suo successore H. R. McMaster, è Fouad and Michelle Ajami Senior Fellow presso la già citata Hoover Institution. John Bolton, salito alla ribalta per il volume “The Room where it happened”, è senior fellow presso l’American Enterprise Institute (AEI), think tank liberista che si occupa di ricerche in campo politico economico e sociale.

Risulta chiaro quanto i think tank siano i protagonisti della formazione della classe dirigente e politica americana. Tale dato è ancora più accentuato in materia di sicurezza nazionale ed affari esteri. Ricoprono una funzione essenziale per dirigere le attività di unamministrazione complessa come quella statunitense, fornendole le competenze necessarie.

È proprio nelle fasi di transizione tra unamministrazione e l’altra, che si manifesta uno specifico processo di revolving doors. Con la vittoria di Biden, I repubblicani — terminati i loro incarichi — tornano a far parte dei think tank; invece i democratici sospendono la loro attività di ricerca, chiamati a ricoprire incarichi governativi dal nuovo Presidente. Di seguito i casi più esemplificativi tra Pentagono, CIA e Dipartimento di Stato:

Amanda Sloat, Senior Director per lEuropa del National Security Council di Biden, è Robert Bosch senior fellow del Centro sugli Stati Uniti e l’Europa della Brookings Institution. È stata anche fellow del Project on Europe and the Transatlantic Relationship al Belfer Center for Science and International Affairs della Harvard Kennedy School.

Kathleen Hicks, scelta da Biden come Vice Segretario del Pentagono, è senior advisor presso il Center for Strategic and International Studies (CSIS). Allo stesso tempo è Donald Marron Scholar presso il Kissinger Center for Global Affairs della Johns Hopkins School of Advanced International Studies, nonché membro del consiglio di amministrazione dello U.S. Naval Institute.

Avril Haines, prima donna a capo dell’intelligence statunitense, è Senior Research Scholar della Columbia University, non resident senior fellow della Brookings Institution e Senior Fellow del laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University.

Infine, Biden ha individuato in William Burns il nuovo direttore della CIA. Attualmente è presidente del Carnegie Endowment for International Peace, il più antico think tank di affari internazionali degli Stati Uniti.

A questo punto appare chiaro quanto i think tank costituiscano una tappa obbligata per i public servant americani, posizionandoli sulla rampa di lancio per i più prestigiosi incarichi governativi.

Se, come qualcuno ricorda, i romani vincevano le loro battaglie da seduti (studiando le mosse nei minimi dettagli), il deep state americano costruisce la propria grand strategy con lo stesso approccio: studiando nel think tank.

Biden in, Trump out. È partito il valzer nei think tank americani

Di Alessandro Strozzi

Nelle fasi di transizione tra un’amministrazione e l’altra si manifesta uno specifico processo di “porte girevoli”. Con la vittoria di Biden, i repubblicani tornano a far parte dei think tank; invece i democratici sospendono la loro attività di ricerca, chiamati a ricoprire incarichi governativi dal nuovo presidente. Chi entra e chi esce nell’analisi di Alessandro Strozzi, Aspen Junior Fellow e consulente della Presidenza del Consiglio

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