Skip to main content

L’Iran ha denunciato un massiccio cyber-attacco subito, che ha riguardato anche gli impianti nucleari. “La quantità di attacchi informatici pesanti, che si sono verificati sui tre rami del governo, della magistratura e del parlamento, così come sull’industria nucleare, sono senza precedenti ed enormi”, ha detto Abolhassan Firouzabadi, ex segretario del Consiglio supremo dell’Iran per il cyberspazio, citato dai media locali. “Durante gli attacchi è stata rubata una grande quantità di informazioni”, ha aggiunto. Tra gli obiettivi, anche reti di distribuzione e trasporto di carburante, municipalità e porti, ha continuato senza menzionare la data degli attacchi. Non è chiaro l’intento di un messaggio simile diffuso nella situazione attuale.

Nelle scorse ore, l’emittente statunitense Cnn aveva rivelato, citando fonti iraniane, che il governo di Teheran era “estremamente nervoso” e impegnato in “urgenti sforzi diplomatici” con i Paesi del Medio Oriente per valutare se è possibile ridurre la portata della risposta di Israele al suo attacco missilistico di inizio ottobre o, in caso contrario, aiutare a proteggere Teheran. L’ansia dell’Iran deriva dall’incertezza sulla possibilità che gli Stati Uniti riescano a convincere Israele a non colpire i suoi siti nucleari ed i suoi impianti petroliferi, oltre al fatto che la sua più importante milizia proxy nella regione, Hezbollah, è stata notevolmente indebolita dalle operazioni militari israeliane delle ultime settimane.

Gli Stati Uniti si sono consultati con Israele su come intende rispondere all’attacco iraniano dell’1 ottobre e i funzionari statunitensi hanno chiarito che non vogliono che le forze di difesa israeliane prendano di mira i siti nucleari o i giacimenti petroliferi iraniani. Il presidente Joe Biden ne ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mercoledì, invitandolo a una risposta “proporzionale”. Anche gli alleati statunitensi del Golfo – tra cui gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein e il Qatar – hanno espresso a Washington la loro preoccupazione per un potenziale attacco alle strutture petrolifere iraniane, che potrebbe creare impatti economici e ambientali negativi per l’intera regione, ha detto un diplomatico arabo all’emittente tv statunitense.

Intanto, l’aviazione civile iraniana ha vietato di portare cercapersone e walkie-talkie su tutti i voli. La decisione è stata presa più di tre settimane dopo gli attacchi di sabotaggio contro i membri del gruppo armato libanese Hezbollah alleato dell’Iran in Libano, che hanno visto esplodere cercapersone e walkie-talkie, uccidendo almeno 39 persone e spingendo la leadership iraniana a radunarsi fisicamente in un luogo poi colpito dai bombardamenti israeliani.

Cyber-attacco contro l’Iran. È iniziata la risposta di Israele?

Attacco informatico “senza precedenti” contro governo, industria nucleare, reti di distribuzione, trasporto di carburante, municipalità e porti. Teheran in apprensione per la risposta di Netanyahu. E Usa al lavoro sul fronte diplomatico

Imballaggi e deposito cauzionale, cui prodest?

In attesa che Bruxelles licenzi il testo definitivo del Regolamento, cerchiamo di essere realisti e guardare la specificità della italiana che negli ultimi anni ha costruito un sistema industriale del riciclo tra i più avanzati in Europa. Il commento di Saturno Illomei

Sulle tasse Giorgetti chiude il caso. Ma sulla spesa niente trucchi

Il ministro dell’Economia chiude una settimana di polemiche ed equivoci. Nessuno alzerà la pressione fiscale ma i ministeri facciano la loro spending review. Sulle pensioni il sistema non può reggere senza un bilanciamento tra nascite e morti

Fuori Unifil dal Libano? L’opinione di Sisci

Lo svuotamento delle Nazioni Unite è evidente in Libano, dove il contingente Unifil è coinvolto in una situazione sempre più complessa. Mentre i rapporti di forza globali si ridefiniscono, l’Italia deve rivedere la propria strategia e valutare il ruolo della missione nel contesto delle nuove sfide geopolitiche

Commercio estero alle Regioni? Il giusto no di Tajani. L’opinione di Mayer

La proposta di autonomia differenziata rischia di frammentare le relazioni internazionali italiane e il commercio estero. Precedenti come le relazioni Lombardia-Russia e Molise-Hubei dimostrano i rischi di una regionalizzazione incontrollata. La soluzione? Prendere spunto da quanto fatto negli anni Ottanta dal ministro Ruggiero

Settimana sociale, dove erano i corpi sociali intermedi? L'analisi di Pedrizzi

La solidarietà supera ogni individualismo e consente a uomini e famiglie, gruppi e comunità locali, ordini professionali ed associazioni di categoria, dei quali però si è sentita l’assenza all’ultima settimana sociale, di partecipare per il bene comune alla gestione delle attività economiche. L’analisi di Riccardo Pedrizzi

Medioriente in fiamme, l’escalation che (quasi) nessuno vuole. L’analisi del gen. Del Casale

Di Massimiliano Del Casale

Mentre Teheran continua a sostenere le sue milizie per procura, la prospettiva di un coinvolgimento diretto nel conflitto si fa più concreta. Israele, forte del sostegno americano, si prepara a colpire obiettivi strategici, comprese le installazioni nucleari iraniane, con il rischio di un’escalation che potrebbe estendersi oltre la regione, influenzando gli equilibri globali. L’analisi del generale Massimiliano Del Casale, già presidente del Centro alti studi per la Difesa

Governo, bene su conti e politica estera. Ora un nuovo slancio. Parla Quagliariello

Il fenomeno del dossieraggio è sempre esistito. Ora la rivoluzione digitale ci impone di alzare i livelli di garanzie non solo per i politici, ma per il sistema Paese: dall’impresa alla Pubblica amministrazione. E non è una teoria del complotto. Il campo largo? Schlein ha più di un problema. Colloquio con il presidente della fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello

Così l’India guarda all’Asean (con in mente Bimstec)

Di Vas Shenoy

Modi, al vertice dell’Asean, ha evidenziato il ruolo dell’India nel Sud-est asiatico, dove New Delhi ha interessi nel Bimstec e nella costruzione della stabilità regionale

Ecco cosa rimane di quello che dice Mario Draghi. L'analisi di Bartoli

Di Gloria Bartoli

Resta ancora qualcosa da dire oltre le 400 pagine del piano Draghi? Sì, perché le pubblicazioni istituzionali non possono criticare apertamente gli errori del passato portando esempi salienti. E perché tutti alla fine della lettura ci chiediamo come metterlo in atto. L’analisi di Gloria Bartoli, docente ed economista, membro del Gruppo dei 20

×

Iscriviti alla newsletter