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Pochi giorni fa la Russia aveva smentito l’annuncio del caponegoziatore statunitense Marshall Billingslea di un “accordo di principio” tra i due Paesi per l’estensione del trattato New Start per la riduzione delle armi nucleari, che scadrà all’inizio dell’anno prossimo.

Oggi è arrivata (pare) la svolta. Il ministero degli Esteri di Mosca ha comunicato che “la Russia propone di prorogare il trattato New Start per un anno e, allo stesso tempo, è pronta, insieme agli Stati Uniti, ad assumere l’obbligo politico di congelare un certo numero di testate nucleari possedute dalle due per questo periodo”. Questo punto “può essere messo in atto rigorosamente ed esclusivamente con l’intesa che il congelamento delle testate non comporterebbe alcun requisito aggiuntivo da parte degli Stati Uniti”, si legge ancora. “Se questo approccio va bene a Washington, allora il tempo guadagnato grazie all’estensione del New Start può essere utilizzato per condurre negoziati bilaterali globali sul futuro controllo strategico degli armamenti missilistici nucleari con l’obbligo di considerare tutti i fattori che influenzano la stabilità strategica”, continua il comunicato della diplomazia russa.

A stretto giro è arriva la risposta di Washington. “Apprezziamo la disponibilità della Russia a compiere progressi sulla questione del controllo degli armamenti nucleari. Gli Stati Uniti sono pronti a incontrarsi immediatamente per finalizzare un accordo verificabile, ci aspettiamo che la Russia autorizzi i suoi diplomatici a fare lo stesso”, ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato, Morgan Ortagus, commentando la disponibilità di Mosca per l’estensione del trattato New Start.

“Siamo molto molto vicini a un accordo”, ha detto una fonte dell’amministrazione di Donald Trump, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. “Ora che i russi hanno accettato di congelare le testate, non vedo perché non possiamo risolvere i problemi rimanenti nei prossimi giorni”, ha precisato.

La svolta odierna si trasformerà in un accordo prima delle elezioni presidenziali statunitensi del prossimo 3 novembre? A tal proposito pochi giorni fa Emanuele Rossi su Formiche.net sottolineava come le trattative russe stiano “cercando di portare la trattativa sotto stress per sfruttare la situazione – il rush finale di Usa2020 – e strappare maggiori concessioni. Un gioco diplomatico tattico. Ma per l’amministrazione statunitense anche solo mostrare la forte volontà di chiudere un accordo potrebbe essere un fattore da utilizzare per dimostrare lo sforzo in atto per il bene del mondo – come detto da Billingslea”.

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