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Di certo questo pastiche piccolo piccolo dei parlamentari che attingono dai bonus vacanze e dagli euri stanziati dallo Stato in favore dei commercialisti sarebbe piaciuto a Franca Valeri, signora del sarcasmo acidulo, tanto raffinato da farsi capire solo da settori sparuti del pubblico italiano che oggi la ricorda – non del tutto consapevole – dalle spiagge, delegando la cerimonia degli addii alla tv.

A ben vedere gli ingredienti ci stanno tutti: c’è il ruolo importante, anche se chi lo impersona non sono più i cummenda panzuti col gilet, alla Carotenuto delle commedie al fiele con la Valeri anni ‘60, ma perlopiù giovanotti con giacche da grandi magazzini che sovrastano improbabili t shirt o cravatte dal cappio allentato sul bottone pendulo. C’è l’aria un po’ fellona del migliore Albertone, più volte sul set con Franca, quando, nel Marchese del Grillo dice al popolo le parole eterne del potere (“mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete…”). C’è quella way of life dell’italietta eterna, che non è mai cambiata uscendo dal bianco e nero di sessant’anni fa per entrare nel colore smagliante che balugina dagli smartphone di oggi.

Intanto non c’è niente che abbia a che fare con la politica: si tratta di comportamenti – peraltro non fuorilegge, avranno pensato gli esposti al ludibrio universale – condivisi da maggioranza e opposizione. Si tratta, dunque, di un fenomeno antropologico, insomma di una nuova costumanza della politica che racconta molto dell’esprit de la politique dei giorni nostri, epperò tanto somiglia a quei giorni andati e raccontati dalla commedia all’italiana. È il “borghese piccolo piccolo”, non il “politico di professione”, che vive l’avventura della sua vita, con l’incubo di un ritorno al “prima” che può avvenire anche presto e questo prima ha le forme e la sostanza di un grigio ordinario (per lo più da impiegato nella forma, e non nel peggiore dei casi, e nella sostanza con stipendi all’incirca della quinta o sesta parte del reddito attuale,ma solo per chi un reddito prima ce l’aveva).

Anche l’entità della questione contesa è piuttosto miseranda, qualche centinaio di euro: nulla a che vedere con la munificenza dei disegni criminosi che coinvolgono transazioni internazionali, paradisi fiscali, trame da film americano, insomma quella roba che ha costruito il mito canagliesco di stagioni passate della politica, celebrate con ricchi episodi sulle tv a pagamento. Per fare un paragone abbiamo la banda degli onesti di Totò e Peppino contro gli Ocean’s di George Clooney e co. Nessun rimpianto, per favore, ma una cosa normale non ci tocca mai? O forse questo ci spetta perché questo ci rappresenta?

Aveva sicuramente ragione Franca Valeri, che sapeva captare nell’aria il cambiamento del mondo e l’affrontava con l’ arma migliore dell’intelligenza umana, l’ironia, quando diceva: “La maleducazione è arrivata molto in alto. La nostra freddezza li ha lasciati lavorare. Adesso la ribellione spetta a noi. Non si era mai visto nella storia: la rivoluzione degli educati”. Questa è vera politica, ragazzi!

Regionalismo, province digitale, italiani, riforma costituzionale

Phisikk du role - Il bonus vacanze e la rivoluzione degli educati

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