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Anno 331 a.C. L’esercito di Alessandro Magno attacca le sovrastanti forze dell’Impero Acmenide guidate dal Re dei Re, Dario III. 40 mila greci contro 400 mila persiani, più decine di carri da guerra e di elefanti. Quella grande vittoria della falange macedone viene ricordata anche per l’enorme confusione negli schieramenti.

Il terreno della piana di Gaugamela era secco e sabbioso e già dopo pochi minuti dai primi attacchi si era sollevato un polverone enorme in cui era facile confondersi e perdersi. Un ruolo decisivo, come in tante battaglie antiche, fu quello delle bandiere e delle insegne, che servivano da guida a fanti e cavalieri, per capire dove andare, chi attaccare.

Mi sono voluto dilungare su questo episodio storico, perché uno dei maggiori problemi di queste settimane è proprio la confusione che ci attanaglia nella gestione della Pandemia. I contagi sono in grande crescita e da una decina di giorni non riusciamo a tener dietro ai tracciamenti. Il virus è molto diffuso.

Gli ospedali iniziano ad essere in fatica. Le previsioni sono cupe, avviandoci verso l’inverno. Ma anche la situazione sociale ed economica è complessa. Tanti negozi e imprese chiudono o riducono le attività. Molti non ne possono più di stare in casa. Iniziano proteste, anche violente. Del resto è anche vero che abbiamo 2 mila ricoverati gravi, 300 mila positivi e 60 milioni di sani (o asintomatici).

Che fare? Il governo sta utilizzando la tattica della progressività. Dal 13 ottobre ha emanato tre Dpcm, intensificando le misure di contenimento. Che tuttavia per ora sembrano insufficienti.
Ovviamente la situazione è ben diversa da marzo e tutti sanno bene che l’Italia può reggere con difficoltà un nuovo lockdown. Ancor più pensando che mancano meno di due mesi a Natale, un momento in cui è difficile pensare a tutti chiusi in casa, nei nuclei familiari ristretti e con i negozi chiusi.

Il governo è spaccato in falchi e colombe. Molti presidenti di regione e alcuni sindaci continuano a giocare la propria partita politica personale (basti pensare alla chiusura delle scuole in Campania e Puglia), come anche ampia parte dell’opposizione.

In un momento così confuso, da cittadini ci vorremmo aspettare chiarezza e certezze.
Anche in una maggiore unità di intenti e strategie politiche. Altrimenti, ci sentiamo come i fanti di Alessandro Magno nel polverone di Gaugamela. Ma senza insegne e vessilli da seguire…

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