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Collisione evitata, astronauti al sicuro. Si è conclusa nella notte italiana la procedura di “safe haven” a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss), attivata nel giro di due ore quando gli osservatori a terra hanno evidenziato l’avvicinamento di un detrito nella zona di sicurezza, un’ampia bolla immaginaria (di diversi chilometri) che racchiudere l’avamposto orbitante.

I tre abitanti della Iss, il comandante americano Chris Cassidy e i due cosmonauti russi Anatolij Ivanišin e Ivan Vagner si sono spostasti nella navicella Soyuz MS-16, la stessa con cui ad aprile sono partiti dal cosmodromo di Baikonur, ora pronta eventualmente a staccarsi per riportarli a terra in emergenza. Nel frattempo, circa un’ora prima del passaggio del detrito, sono stati accesi i propulsori della capsula di rifornimento russa Progress, attaccata al modulo di servizio Zvezda. Un’accensione di 150 secondi, sufficienti a spostare l’orbita della stazione portandola in zona sicura rispetto al passaggio del detrito. Passaggio che è avvenuto intorno alla mezzanotte italiana, a circa 1,4 chilometri dalla Iss.

Coinvolto nel tracciamento anche lo US Space Command, costituito lo scorso anno come undicesimo comando unificato degli Stati Uniti. Controllori di volo dal centro di Houston e dalla Russia hanno poi gestito le manovre della Iss. A guidare le operazioni a bordo il comandante Cassidy, chiamato a coordinare le operazioni per sistemare la Iss in caso di abbandono, riuscendo anche a scherzare nelle comunicazioni a terra sull’obiettivo di battere il collega Scott Kelly che, coinvolto prima di lui in una manovra simile, aveva impiegato 45 minuti. Chiusi i boccaporti, i tre astronauti si sono dunque sistemati a bordo della Soyuz. È stato poi il numero uno della Nasa Jim Bridenstine a comunicare il successo delle manovre: “Gli astronauti stanno uscendo fuori da safe haven”, nome attribuito a tale procedura di sicurezza, sperimentata ora per tre volte nel corso dell’anno. Di più, ha aggiunto Bridenstine: “Nelle ultime due settimane, ci sono state tre eventi potenziali di elevata preoccupazione”. Tra satelliti ormai non più operativi, pezzi di lanciatori allo sbando e detriti vari, il problema dello space debris, altrimenti noto come spazzatura spaziale “sta peggiorando”, ha rimarcato il numero uno della Nasa.

Bridenstine ha così colto al balzo l’occasione per invitare il Congresso ad approvare la richiesta dell’amministrazione da 15 milioni di dollari per la creazione dell’Ufficio del commercio spaziale all’interno del dipartimento del Commercio. Su spinta della Nasa, l’obiettivo è potenziare l’ufficio già esistente affinché abbia più forti capacità regolatorie sulla gestione del traffico spaziale. A livello tecnologico, si lavora prima di tutto sulle capacità di Space situational awareness (Ssa), cioè la capacità di visualizzare, comprendere e mappare la posizione fisica di oggetti naturali e artificiali che orbitano attorno alla Terra. Resta poi forte il focus sulla prevenzione, spingendo per la realizzazione di oggetti spaziali che siano pensati sin dall’inizio della progettazione per non rappresentare in futuro space debris.

Detriti in orbita. E sulla Stazione spaziale scatta la manovra di emergenza

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