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Secondo il Wall Street Journal, l’amministrazione americana guidata da Donald Trump vorrebbe usare i negoziati sui dazi per isolare la Cina (ieri, secondo quanto riferito da Bloomberg, la Cina ha bloccato le consegne di nuovi aerei Boeing, ordinando alle compagnie aeree di non accettare ulteriori jet americani e di sospendere l’acquisto di componenti dagli Stati Uniti). La mente dietro questi sforzi sarebbe Scott Bessent, segretario al Tesoro, che vuole che i partner commerciali limitino il coinvolgimento di Pechino nelle loro economie in cambio di concessioni sui dazi imposti dalla Casa Bianca.

I funzionari statunitensi intendono utilizzare i negoziati con oltre 70 nazioni per chiedere loro di vietare alla Cina di spedire merci attraverso i loro territori, impedire alle aziende cinesi di insediarsi nei loro territori per eludere i dazi statunitensi e non assorbire i beni industriali cinesi a basso costo nelle loro economie, scrive il Journal. Tali misure mirano a intaccare l’economia cinese e a costringere Pechino a sedersi al tavolo delle trattative con meno potere decisionale in vista di potenziali colloqui tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Le richieste specifiche potrebbero variare notevolmente a seconda del Paese, dato il loro grado di coinvolgimento nell’economia cinese, specifica il giornale.

La questione riguarda anche la tecnologia. In particolare, i satelliti. “Se siete preoccupati per Starlink, aspettate la versione” cinese, “poi sarete davvero preoccupati”, ha detto Brendan Carr, presidente della Federal Communications Commission, che negli ultimi anni ha sostenuto le iniziative di Elon Musk e si è espresso più volte a favore di restrizioni più severe nei confronti di Pechino.

Le “democrazie occidentali alleate” devono “concentrarsi sul vero spauracchio a lungo termine: l’ascesa del Partito comunista cinese” nel settore delle telecomunicazioni, ha dichiarato al Financial Times entrando di fatto nel dibattito che vede crescenti esitazioni dei partner europei nell’affidare i collegamenti internet satellitari a Starlink, la società di Musk. Per Carr l’Europa sarebbe “intrappolata” tra Washington e Pechino e ha messo in guardia contro il “grande divario” che si sta aprendo tra “i Paesi allineati al Partito comunista cinese e gli altri” sulle tecnologie per l’intelligenza artificiale e quelle satellitari. Carr anche accusato la Commissione europea di “protezionismo” e di un atteggiamento “antiamericano”. “Se l’Europa avesse una propria costellazione satellitare, allora sarebbe fantastico. Ma in generale, penso che l’Europa sia un po’ in bilico tra Stati Uniti e Cina. Ed è giunto il momento di scegliere”, ha affermato.

La posizione dell’amministrazione Trump interessa anche l’Italia, con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, attesa domani a Washington per incontrare il presidente americano. Dopo il mancato rinnovo del memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative (la cosiddetta Via della Seta), il governo italiano ha rilanciato l’anno scorso il partenariato strategico globale con la Cina per evitare un’uscita troppo brusca e rumorosa. Sui rapporti tra Roma e Pechino Tilman Fertitta, ambasciatore americano designato in Italia, ha assicurato che vigilerà. Quanto al dossier Starlink, a marzo Bloomberg aveva riferito che il governo italiano è sempre più dubbioso sulla possibilità di concludere un accordo da 1,5 miliardi di euro con la società di Musk alla luce del percepito disimpegno americano nei confronti della sicurezza europea.

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