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C’è un fondo di verità nell’ancestrale credenza di molti popoli nativi, di tutti i continenti, secondo i quali i flash degli scatti e le fotografie rubano l’anima? Per Piersanti Mattarella non è proprio così. Al presidente delle Regione siciliana, assassinato sotto casa a Palermo una livida mattina dell’Epifania del 1980, i lampi dei colpi di pistola sparatigli da distanza ravvicinata hanno strappato la vita con spietata ferocia, ma nessuna foto ha potuto sottrargli l’anima.

Quell’anima che testimonia ogni giorno di più il suo limpido orizzonte umano prima ancora che politico, attraverso gli sguardi, i sorrisi, le espressioni, i gesti, le parole che i familiari e gli amici continuano a sentirgli pronunciare guardando le circa 200 inedite foto della struggente mostra realizzata dalla Fondazione Sicilia e che sarà aperta al pubblico a Villa Zito a Palermo dal 16 aprile. Curata dalla giornalista Elvira Terranova, dal professore Sergio Intorre dell’Università di Palermo, dal figlio dell’esponente politico Bernardo Mattarella, e con la collaborazione per gli audiovisivi di Giovanni Grasso, biografo di Piersanti Mattarella e direttore dell’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica, la rassegna documenta attraverso le foto degli album di famiglia la dimensione biografica personale di un sogno ideale spezzato da oscuri e ancora ignoti interessi, non si sa neppure in quale esatta percentuale politico-mafiosi.

Sono immagini vibranti, palpitanti, magnetiche. Da studente cattolico a neolaureato, giovane politico e leader affermato accanto a papi, Presidenti della Repubblica e del Consiglio; spensierato vacanziero, padre con lo sguardo estasiato per i due figli, o col sorriso che è lo specchio della stessa espressione d’amore della figlia: Piersanti Mattarella rivive in ogni inquadratura con una immanenza che trafigge in un turbinio di emozioni il tempo, la nostalgia, i rimpianti, lo strazio per ciò che siamo stati e che avremmo potuto essere, la rabbia per un futuro interrotto e una vita spezzata da un crimine terribile. Una mancanza esistenziale alla quale nessuno, davvero nessuno, fra quanti lo hanno conosciuto, frequentato e vissuto con lui, si è mai rassegnato.

Accanto al valore di una biografia fotografica fino adesso custodita dai familiari, la mostra ha anche una duplice rilevanza d’unità di luogo e d’ azione, come due dei tre elementi aristotelici essenziali della tragedia. L’unità d’azione è quella che imprime l’effetto subliminale di riproporre alla memoria di una Palermo lacerata da frequenti amnesie storiche e ad una Sicilia che “nel bene e nel male è l’Italia al superlativo”, secondo una definizione che risalirebbe a Federico II, l’inestinguibile dovere istituzionale di fare completa luce sull’assassinio di Piersanti Mattarella.

L’altra rilevanza è quella statica della mostra, che si svolge praticamente sul luogo del delitto, a pochi metri sulla stessa strada dove 45 anni addietro i killer professionisti massacrarono il residente della Regione siciliana sotto gli occhi dei familiari.

Un delitto che rischia l’oblio fra i risvolti ineffabili di quarantacinque anni di inchieste miraggio che alternano interrogativi pirandelliani del tipo: vicini alla verità, ma ancora quanto lontani dalla giustizia? Raramente un’inchiesta su un assassinio politico talmente grave, destabilizzante e scioccante come quello del fratello maggiore dell’attuale Capo dello Stato, si è trascinata per quasi mezzo secolo. Non a caso gli unici paragoni possibili sono quelli con l’assassinio di Aldo Moro, del quale Piersanti Mattarella era l’erede designato, nonché con le stragi di Piazza Fontana e di Bologna. Come se una parte dello Stato, quello che gli inglesi chiamano con sinistro significato deep state, abbia fatto e continui in parte a fare di tutto per impedire ad altri organi dello Stato legale, la magistratura, gli investigatori, le commissioni parlamentari d’inchiesta, di indagare fino in fondo e di scoprire la realtà dei fatti.

Un’amara e indicibile realtà, mentre i sogni e gli ideali di Piersanti Mattarella continuano a sgorgare dalle sue foto con una straordinaria attualità e rimangono sempre autentici e realizzabili.

Ecco la mostra fotografica che fa rivivere gli ideali di Piersanti Mattarella

Biografie parallele. Quanto incide per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’eredità umana e politica del fratello Piersanti, ucciso a Palermo? Una chiave di lettura essenziale è rappresentata dalle fotografie inedite di una mostra che sta per essere inaugurata nella capitale siciliana

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