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Cosa possiamo fare adesso?” Questa è la domanda che in questi giorni mi sento rivolgere da tantissime persone, esperti e persone comuni. La risposta è sempre la stessa: “Non dobbiamo fare più niente, adesso tocca alla politica”.

Non è certo un intrecciare le braccia, ma è la serena consapevolezza di aver fatto quanto si doveva fare, e lo si è fatto per servire la civitas.  Il Decreto Scuola è infatti un’occasione unica per il Governo, per la maggioranza che lo sostiene e per l’opposizione di dimostrare agli Italiani, stanchi per la situazione di emergenza, che la Politica serve a dare risposte, risposte utili, concrete per i cittadini.

Nei prossimi giorni in Parlamento ci potrà essere quell’ ampia convergenza numerica necessaria  per aiutare la famiglia, per salvare la scuola e dare un futuro alla Nazione . Gli emendamenti sono tutti depositati e pronti per essere votati (link).

Il cdx compatto (Lega – Fdi-FI –Udc) con una componente del Governo PD-Iv da sempre si sono dichiarati favorevoli; in questi giorni dirette Fb, dirette Tv, quotidiani hanno dato grande voce ad un dibattito serio, costruttivo, basato su evidenze numeriche oggettive per  scongiurare la chiusura del 30% delle scuole con il reale rischio che 300Mila allievi si riversino nella scuola statale con la logica conseguenza che la scuola pubblica non possa ripartire. E se non riparte la scuola, non riparte la Nazione (link).

Pertanto, senza mezzi termini, noi cittadini dobbiamo aspettarci che nelle aule parlamentari – nei prossimi giorni – si votino a maggioranza gli unici emendamenti che possano dare speranza all’Italia. Eccoli:

1. La detraibilità integrale del costo delle rette versate alle scuole pubbliche paritarie dalle famiglie nei mesi di sospensione della didattica tenendo conto del ”costo standard di sostenibilità per allievo” come definito dal Ministero dell’economia e delle finanze.  

Tutto questo ha il solo fine di sostenere realmente i genitori italiani, gli studenti (8.466.064 gli studenti delle 40.749 scuole pubbliche statali e 12.564 paritarie), i docenti del sistema scolastico integrato, in una parola, i cittadini, come dichiarato dalle associazioni e dalle varie componenti politiche.  Quanto richiesto non è utopia, non è irrazionale, al contrario è pienamente supportato dai migliori studi economici. «Per risolvere il problema finanziario odierno, poichè secondo le regole tributarie ordinarie le famiglie pagano oggi e possono detrarre solo un anno dopo, è necessario consentire una detrazione a valere sul periodo di imposta di esborso, mediante un atto notorio o un’autodichiarazione che attesti l’avvenuto pagamento. Per evidenti motivi di equità, occorre seguire adeguate regole di proporzionalità, per cui la detrazione scende all’aumentare dell’indicatore ISEE familiare e sale al crescere del numero di figli. A meno di non pensare a un sistema più moderno: un bonus da spendere per la scuola paritaria, di importo pari al costo standard per studente, calcolato secondo criteri di efficienza e sostenibilità.»– (Cfr Studio del Cesen – Centro studi sugli enti ecclesiastici – Università Cattolica del Sacro Cuore, di Andrea Perrone, Marco Miccinesi, Marco Allena e Marco Grumo, pubblicato su Il Sole 24Ore 01.05.2020) (link).

2. Il fondo per il comparto 0-6 anni che ha una propria tipicità in virtù dei bisogni dei bambini e delle loro famiglie.

3. A latere il Fondo straordinario alle scuole paritarie per scontare la retta ai genitori (lo si noti bene) pagata in tempi di covid-19 unitamente al finanziamento per la Dad.

4. di carattere residuale, l’ Esonero dal pagamento tributi locali per il 2020 causa emergenza covid-19.

Gli emendamenti sopra riassunti sono sostenuti da FI-FDI-LEGA-UDC-PD-IV e quindi domandano il voto di tutti questi partiti in modo trasversale; oso auspicare, dopo le dichiarazioni della senatrice Tiziana Drago, che anche una parte del Movimento 5 Stelle voti a favore (link). Non si difendono i privilegi della casta, si difendono i diritti dei cittadini. E se così non fosse? L’attuale maggioranza numerica a favore degli emendamenti si assumerà la responsabilità di aver ingannato le attese dei cittadini (link).

Sono sicura che gli esponenti politici coinvolti, ai quali va la mia stima personale, saranno capaci di coinvolgere le parti e di impedire che il Paese viva una ulteriore crisi, dopo quella sanitaria, una crisi equiparabile ad un tradimento degli italiani. Ma non voglio pensare che questo avvenga.

Voglio invece pensare che chi è stato eletto, che chi siede in Parlamento sia consapevole che il proprio ruolo istituzionale è a servizio al Paese, non dell’ideologia, o peggio, di interessi di parte.

«Pensateci bene cari amici. Siate indipendenti. Non guardate al domani, ma al dopo domani. » scriveva Aldo Moro, dalla prigionia a Benigno Zaccagnini (Recapitata tramite Don Mennini il 20 aprile) un appello che mi risulta quanto mai attuale.

«Naturalmente comprendo tutte le difficoltà. Ma qui occorrono non sotterfugi ma atti di coraggio». (Aldo Moro)

Ringrazio Altis-Università Cattolica di Milano per questo contributo video (link) con il quale lancio un appello di responsabilità.

Pensateci bene. Siate indipendenti. Non guardate al domani, ma al dopo domani.

“Cosa possiamo fare adesso?” Questa è la domanda che in questi giorni mi sento rivolgere da tantissime persone, esperti e persone comuni. La risposta è sempre la stessa: “Non dobbiamo fare più niente, adesso tocca alla politica”. Non è certo un intrecciare le braccia, ma è la serena consapevolezza di aver fatto quanto si doveva fare, e lo si è…

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