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Il consiglio ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa) di Siviglia, lo scorso novembre, ha rappresentato uno dei più importanti e strategici test bed della nuova governance dello spazio e aerospazio nazionale introdotta con la legge 7/2018. Per la prima volta, infatti, la posizione nazionale che è stata presentata dal sottosegretario Riccardo Fraccaro è stata coordinata, definita e approvata in modo collegiale dalle amministrazioni che partecipano al Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali (Comint).

Pertanto, le scelte attuate nel corso del negoziato nell’ambito del consiglio ministeriale Esa hanno tenuto conto: delle linee prioritarie individuate e approvate dal Comint su ciascun programma; delle connesse valutazioni di impatto sulla crescita del comparto; di inserimento nel tessuto industriale nazionale e naturalmente di supporto al posizionamento europeo ed extra-europeo delle industrie nazionali del settore. La preparazione alla ministeriale ha testato anche l’efficacia della Struttura di coordinamento (Sdc) della presidenza del Consiglio – da me presieduta – e che si è rivelata il vero motore propulsivo, il forum in cui si condividono idee, competenze e si definiscono le strategie spaziali del Paese, nel rispetto delle competenze di ciascuna amministrazione che vi siede. Con la stessa attenzione che è stata riservata alla preparazione della ministeriale di novembre, la Struttura di coordinamento sta gestendo la fase attuativa, di selezione e assegnazione contratti, nonché di avvio dei programmi sottoscritti al consiglio di Siviglia.

Pertanto, l’attività in Esa sarà inquadrata in un più ampio e articolato quadro strategico che prevede differenti linee di intervento tra loro complementari e sinergiche: la programmazione delle attività spaziali in Unione europea, in corso di definizione in ambito Multiannual financial framework 2021- 2027; la programmazione nazionale; i programmi che saranno sviluppati in cooperazione bilaterale con importanti partner, in primis gli Stati Uniti, ma anche Israele, Russia, Argentina, Francia e così via. Il Documento programmatico-finanziario 2020- 2024 complessivo sarà posto all’attenzione della Struttura di coordinamento e, annesso al Documento strategico di politica spaziale nazionale, sarà approvato dal Comint.

In particolare, sulla base delle priorità indicate negli Indirizzi del governo, di concerto con l’autorità politica delegata al coordinamento delle politiche spaziali nazionali, è emersa – tra le altre – la necessità di: individuare azioni concrete per valorizzare e supportare le Pmi del settore spaziale; elaborare un Piano di supporto all’export dei prodotti spaziali italiani; avviare un programma nazionale di sviluppo di servizi e applicazioni satellitari che possa valorizzare, trasversalmente e sinergicamente, tutte le capacità ed i dati offerti dai satelliti in orbita (connettività, la navigazione/posizionamento e l’osservazione della Terra). Il downstream è certamente il settore su cui è maggiormente necessario concentrare gli sforzi e sostenere la competitività delle nostre imprese, anche e soprattutto Pmi, che nel business dei servizi e applicazioni innovative possono realmente essere all’avanguardia a livello mondiale.

Per valorizzare e sostenere il downstream nell’ambito dell’osservazione della Terra, la Struttura di coordinamento, sulla base delle indicazioni ricevute dal Comint, ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc coordinato dai ministeri di Ambiente e Ricerca, dall’Ispra e dall’Asi. Ha il compito di elaborare: un documento che raccoglie le “esigenze di osservazione della Terra delle amministrazioni dello Stato e del territorio”; un Piano nazionale per lo sviluppo di capacità di osservazione della Terra; una valutazione della la possibilità di introdurre, emendare e armonizzare provvedimenti normativi afferenti il monitoraggio del territorio.

Parallelamente, e dopo l’attività di coordinamento e l’esperienza acquisita dalla presidenza del Consiglio per avviare le attività necessarie (acquisizione dati ed elaborazione degli stessi) per monitorare gli eventuali movimenti strutturali delle strutture snelle ed i campanili di Venezia, la Struttura di coordinamento ha ricevuto il compito di individuare una Struttura nazionale per l’osservazione della Terra (Snot) che consenta a ciascuna amministrazione dello Stato e regionale di fruire di servizi ed applicazioni di osservazione e monitoraggio della Terra.

In particolare, la Snot dovrà: individuare le esigenze di monitoraggio del territorio delle amministrazioni centrali, regionali e locali (domanda istituzionale) e dei privati (domanda commerciale); coordinare e fornire, ottimizzandola, l’offerta di dati, servizi e applicazioni di osservazione disponibili; gestire lo sviluppo di piattaforme e sistemi che saranno implementati in futuro per accrescere le capacità nazionali di osservazione della Terra (come il Mirror Copernicus). Tale Struttura gestirà la piattaforma cloud di processamento dati che sarà sviluppata con il programma in partnership pubblico-privata Mirror Copernicus, per il quale, prima dell’estate, l’Asi pubblicherà la chiamata a manifestare interesse.

Ecco cosa farà la Struttura nazionale per l'osservazione della Terra. Lo spiega l'Amm. Massagli

Di Carlo Massagli

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