Skip to main content

Sì al dialogo e alla cooperazione, ma nessun passo indietro sul cessate-il-fuoco in Libia, sull’operazione Irini e sul rispetto del diritto internazionale nel Mediterraneo orientale, lì dove l’Italia ha importanti interessi energetici. È quanto emerge dalla visita odierna di Lorenzo Guerini ad Ankara per un bilaterale con il collega Hulusi Akar, giunta a meno di tre settimane dalla missione turca di Luigi Di Maio. Tra Farnesina e Difesa, l’Italia conferma la volontà di tornare protagonista sul dossier libico.

LA VISITA AD ANKARA

Programmata da tempo e rimandata a causa dell’emergenza sanitaria globale, la visita ad Ankara è la prima di Guerini all’estero dopo i mesi di lockdown. Mesi che hanno contribuito a rendere più densa l’agenda, con il dossier libico ancora più intricato, i rapporti critici tra Turchia e Francia e uno scenario internazionali che si dimostra decisamente più complesso dai tempi pre-Covid. La Libia resta in cima all’agenda. Come notato dal recente viaggio ad Ankara di Di Maio, con i boots on the ground a sostegno del governo di accordo nazionale (Gna) di Fayez al Serraj, la Turchia è ormai un interlocutore imprescindibile nella risoluzione della crisi.

IL DOSSIER LIBICO

Certo, le vie per risolvere la crisi sono interpretate in modo diverso da Roma e Ankara, con la prima a sostenere la strada dell’inclusività sancita alla Conferenza di Berlino dello scorso gennaio, e la seconda che preme per la sconfitta del leader della Cirenaica Khalifa Haftar. Per questo, l’Italia continua a premere per la moderazione. “È assolutamente necessario raggiungere un accordo per il cessate-il-fuoco duraturo che dia spazio e nuovo impulso al dialogo intra-libico, cosi come concordato alla conferenza di Berlino lo scorso gennaio”, ha detto Guerini. Di più: “Non esiste una soluzione militare alla crisi libica, non esiste una soluzione che veda una Libia divisa”. Serve avviare, invece, “un coordinamento strutturato tra i nostri assetti in Libia”, che potrebbe costruirsi su quanto sta avvenendo per le attività di sminamento dei centri abitati, incarico che l’Italia ha accettato su richiesta di Serraj.

IL NODO DI IRINI

Il nodo più delicato riguarda l’embargo di armi. L’impegno europeo per la stabilizzazione della Libia si è tradotto nell’avvio della missione EuNavForMed-Irini, con compito primario proprio nella garanzia dell’embargo sancito dall’Onu. L’Italia (nonostante un iter parlamentare che si sta dimostrando più difficile del previsto) destinerà all’operazione circa 500 militari, un’unità navale e tre mezzi aerei. Al comando dell’ammiraglio Fabio Agostini, Irini ha intanto già sperimentato qualche problema con navi turche, tutt’altro che intenzionate a rispettare lo sforzo europeo, visto da Ankara come un fattore di sostegno del generale Khalifa Haftar, in grado di ricevere armamenti via terra dall’Egitto. A inizio giugno, la scorta imponente di fregate turche impediva alle navi di Irini di ispezionare il mercantile Cirkin. Per questo, Guerini ha ribadito oggi che l’operazione vuole essere “equidistante e bilanciata tra le parti in causa”, nonché un “contributo fondamentale da parte dell’Ue per la pacificazione in Libia”.

LE ACQUE CALDE DEL MEDITERRANEO ORIENTALE

Altro tema caldo: il Mediterraneo Orientale, “area strategica di convergenza dei reciproci interessi nazionali”, nota il dicastero della Difesa italiano nella sua nota odierna. Gli interessi energetici hanno creato più di qualche problema, soprattutto a fronte delle attività portate avanti dalla Turchia all’interno della zona economica esclusiva cipriota. Lo scorso novembre, Guerini spiegava che “la Difesa ha confermato la sua prontezza a garantire la tutela dei suoi interessi nazionali nell’area”, e che, “in accordo con la compagnia italiana Eni, il governo segue con attenzione le costanti attività di esplorazione in coordinamento con Cipro e la Francia, co-licenziataria in alcuni blocchi attraverso Total”. Ad Ankara si è trattato l’argomento. “Auspico che si compia ogni sforzo per una soluzione bilanciata delle contese emerse”, ha detto Guerini, spingendo anche in questo caso per spirito di dialogo e di collaborazione efficace. Resta la fermezza su un punto: “Ogni eventuale violazione del rispetto delle norme di diritto internazionale in quell’area verrà registrata”.

LA RIFLESSIONE SULLA NATO

Infine, la Nato. Vista l’assertività tra Mediterraneo orientale e Libia, nonché il discusso acquisto del sistema russo S-400, la Turchia è ormai considerata una delle questioni aperte all’interno dell’Alleanza Atlantica. È stata la divergenza su questi temi tra Parigi e Ankara a portare il presidente Emmanuel Macron a utilizzare nuovamente l’espressione “morte cerebrale della Nato”. Critiche che l’Alleanza ha già assorbito lo scorso dicembre, quando i capi di Stato e di governo hanno dato mandato al segretario generale Jens Stoltenberg di promuovere una riflessione strategica su come rafforzare la dimensione politica, confluita nell’iniziativa #Nato2030. L’Italia è contraria a ogni spinta centrifuga, ha detto oggi Guerini, dicendosi dunque “fautore di una spinta ulteriore che rafforzi la coesione dell’Alleanza, auspicando in tal senso un impegno comune”.

Guerini ad Ankara. Così l'Italia cerca spazio in Libia

Sì al dialogo e alla cooperazione, ma nessun passo indietro sul cessate-il-fuoco in Libia, sull'operazione Irini e sul rispetto del diritto internazionale nel Mediterraneo orientale, lì dove l'Italia ha importanti interessi energetici. È quanto emerge dalla visita odierna di Lorenzo Guerini ad Ankara per un bilaterale con il collega Hulusi Akar, giunta a meno di tre settimane dalla missione turca…

Cina, Hong Kong e 5G. Vi spiego cosa (non) ha capito la Lega. Parla Geraci

Guai a chiamarlo “il cinese”, Michele Geraci non sopporta questo nomignolo. Non perché ce l’abbia con la Cina, anzi, il contrario. Ma tiene anche a precisare che lui è anzitutto italiano, che anche negli Stati Uniti lo cercano e apprezzano (insegna alla New York University, a Shanghai), che questa nomea, in fondo, è inventata dai media. Allora perché, gli chiediamo…

Così Merkel si lega a Huawei (tramite Deutsche Telekom)

“È finito il tempo in cui la Germania può fare affari senza preoccuparsi della politica”, scrive su Twitter Ulrich Speck, senior visiting fellow del German Marshall Fund di Berlino. “Berlino non può dare per sconto un ordine internazionale generoso (garantito dagli Stati Uniti); deve agire per rafforzare l’ordine liberale, non per indebolirlo ignorando l’impatto geopolitica del suo comportamento”. The times…

Così il Covid ha allontanato Brasile e Argentina (e Pechino gode)

Non è un buon momento per il Brasile. La pandemia coronavirus ha messo in ginocchio il Paese. Ad oggi contano quasi 65.000 morti per patologie riconducibili al contagio del Covid-19 (620 in più rispetto al numero di decessi di ieri). I casi sono saliti a più di 1,6 milioni, oltre 20.000 in più rispetto a quelli registrati nelle 24 ore precedenti. Il tasso…

Più del virus, gli italiani temono la disoccupazione. Radar Swg

Lavoro, lavoro, lavoro. Passato il grosso della marea, ora gli italiani hanno una sola preoccupazione: arrivare a fine mese. Non lascia spazio a interpretazioni l’ultimo “Radar” dell’istituto Swg. Nella classifica delle priorità per il governo, svetta non a caso la “sospensione dei licenziamenti”, ad oggi in scadenza il 17 agosto, per il 43% degli intervistati, seguita dalla Cassa integrazione in…

L'Italia verso il Tempest. Il punto di Tofalo e l'intesa con Londra

“Abbiamo messo solide basi sul lavoro congiunto che ci porterà in futuro alla sesta generazione di velivoli”. Così il sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo ha spiegato il colloquio odierno con l'omologo del Regno Unito Jeremy Quin, condito dalla firma di una lettera d'intenti per rafforzare la collaborazione nella transizione da Eurofighter al Tempest. L'obiettivo chiaro: “Mantenere una comune linea…

Se i palestinesi preferiscono Israele all’Anp. Il reportage di Channel 13

L’Autorità nazionale palestinese minaccia da sempre scenari di violenza e rabbia nelle strade nel caso in cui Israele dovesse procedere con il suo atto, definito “illegale”, di “occupazione”. Molte le voci a livello internazionali che hanno criticato il piano del premier israeliano Benjamin Netanyahu. In Italia è nato un intergruppo per la Pace in Medio Oriente, presieduto dall’onorevole Laura Boldrini,…

Diga sul Nilo. Tra Egitto ed Etiopia attacchi cyber e negoziati

Un attacco informatico contro varie strutture pubbliche etiopi sarebbe stato portato a termine la scorsa settimana da hacker egiziani. Ed è soltanto l’ultima di questo genere di operazioni in cui questioni di carattere politico e/o geopolitico connesse ad attacchi cyber. Si pensi alle ritorsioni indiane contro le app cinesi che hanno come motivazione di fondo lo scontro al confine himalayano: oppure alla…

Usa vs Cina, dottrine strategiche a confronto. L'analisi di Valori

Non sono le scelte politiche di massima a generare le dottrine strategiche, ma è casomai vero il contrario. Nel caso della Cina, per esempio, è utilissimo studiare l’evoluzione delle recenti ipotesi strategiche e delle più attuali dottrine militari, poi da lì partire per osservare le trasformazioni politiche e perfino ideologiche. Quindi, quali sono i campi di battaglia futuri e preferenziali…

Usa-Italia, una partnership da non dimenticare. L'esempio del Piemonte

Di Enrico Maria Rosso

Ritengo che mai come adesso la Regione Piemonte debba cercare un’intesa sempre più forte con il sistema americano. Occorre infatti un lavoro di preparazione del territorio fatto da chi ha esperienza, ma senza tralasciare nessuno. Fare squadra è fondamentale! Le recenti tensioni politiche che hanno caratterizzato i rapporti transatlantici per anni non sembrano infatti aver avuto un impatto significativo sulle…

×

Iscriviti alla newsletter