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Alleati certi (gli Stati Uniti) e nuovi amici (la Cina e la Russia), ai tempi del coronavirus anche la diplomazia è uno strumento per salvare vite. Quelli della lotta al virus sono giorni convulsi anche per la Farnesina, guidata da Luigi Di Maio. La diplomazia infatti, spiega il ministro in una intervista al Fatto Quotidiano questa mattina, è scesa in campo per sbloccare, ad esempio, i carichi di mascherine fermi alle dogane e per assicurare la reciprocità di aiuti quando e se sarà necessario. E poi una rivendicazione: la Via della Seta è stata una scelta giusta.

Oggi, spiega Di Maio, “l’Italia ha bisogno di 100 milioni di mascherine al mese e di 10mila ventilatori polmonari”. Per sopperire a questo enorme fabbisogno, “abbiamo chiuso un contratto con la Cina per ottenere 20 milioni di mascherine a settimana, per un primo lotto da 100 milioni”, ampliabile se necessario. Ma non c’è solo il contratto con la Cina, ci sono gli alleati storici, c’è l’Occidente. “Io non mi sento affatto abbandonato dall’Occidente – spiega Di Maio -. Molti Paesi europei ci stanno aiutando. Ricordo anche che ci è arrivato oltre un milione da una fondazione statunitense, ed è giunta una donazione dall’India”. Degli scorsi giorni l’apertura di un ospedale da campo arrivato sempre dagli Stati Uniti (qui le foto), e ancora lo sblocco di “carichi fermi in vari Paesi, dalla Turchia alla Repubblica Ceca fino a Romania ed Egitto”.

Ma cosa hanno chiesto in cambio all’Italia i Paesi che ora sbloccano i carichi di mascherine e forniscono aiuti all’Italia? “Di essere aiutati se dovessero ritrovarsi nelle nostre condizioni”, spiega il ministro. Ragionamento che però non vale per la Cina, che il picco della crisi dovrebbe (anche se non ci sono certezze) averlo messo alle sue spalle.

“Non ci sono rischi geopolitici – sottolinea Di Maio riferendosi al rapporto intessuto con la Cina -, ci sono solo rapporti di amicizia, come quello con la Russia, che ci ha mandato nove aerei con materiale e medici. Mi fanno sorridere quelli che ci contestavano di aver aperto la Via della Seta. Avevamo ragione quando abbiamo inviato 40mila mascherine in Cina appena scoppiata l’epidemia a Wuhan. Ed è stato importante anche il concerto organizzato al Quirinale con il più importante artista cinese”.

La Farnesina c’è, è in prima linea, e lavora per contrastare la crisi del coronavirus con tutti gli strumenti che possiede. Strumenti che Luigi Di Maio ha scelto di usare, dando una valenza politica alla Farnesina che lo riporta come protagonista anche più centrale dopo le dimissioni da capo politico del Movimento 5 Stelle.

Ecco come Di Maio ha dato agli Esteri una centralità politica che non c’era

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