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Meno emissioni, nuovi brevetti e più formazione. Eni sempre più green e sostenibile. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi, da poco riconfermato ai vertici del Cane a sei zampe, ha pubblicato Eni for – A just transition 2019, il proprio report di sostenibilità, che illustra i più recenti risultati della trasformazione avviata dall’azienda fondata da Enrico Mattei, negli ultimi 6 anni. Nel giorno in cui arriva il via libera dall’assemblea al bilancio 2019, che si è chiuso con utile di esercizio a 2,97 miliardi di euro e alla nomina di Lucia Calvosa alla presidenza, al posto di Emma Marcegaglia. Nel bilancio, fa sapere Eni, sono presenti anche gli impegni di Eni contenuti nel Piano strategico che guarda al 2050.

I RISULTATI

Tanto per cominciare, le emissioni di gas a effetto serra, la cui intensità nelle operazioni upstream si è ridotta del 27% rispetto al 2014 ed è in linea con l’obiettivo al 2025, che prevede una riduzione del 43% rispetto al 2014. Le emissioni fuggitive di metano invece mostrano un calo del 44% rispetto al 2018 mentre la riduzione conseguita ha permesso il raggiungimento con 6 anni di anticipo del target al 2025 di riduzione dell’80% rispetto al 2014.

Ancora, nell’ambito Ricerca&Sviluppo, sono state depositate 34 nuove domande di brevetto, di cui 15 mirate direttamente allo sviluppo di tecnologie nel settore delle fonti rinnovabili (biocarburanti e solare). Anche la formazione ha trovato largo spazio. Nel corso del 2019, spiega Eni, è infatti proseguita la formazione in materia di diritti umani per un totale di 25.845 ore erogate allo scopo di creare un linguaggio e una cultura comune e condivisa sui diritti umani e a migliorare la comprensione dei possibili impatti del business in materia. Infine, circa 6 mila fornitori (tra cui tutti i nuovi) sono stati oggetto di verifica e valutazione con riferimento a tematiche di sostenibilità ambientale e sociale.

OBIETTIVO DECARBONIZZAZIONE

Il filo rosso della sostenibilità Eni è ovviamente la decarbonizzazione. Il bilancio 2019 include, per il terzo anno consecutivo, un documento interamente dedicato al percorso di neutralità carbonica nel lungo termine, costruito seguendo le raccomandazioni della Task force on Climate-related Financial Disclosure, di cui Eni è stato membro sin dalla sua fondazione. L’impegno per la progressiva decarbonizzazione “è un elemento centrale nel percorso di transizione energetica avviato da Eni, che prevede di raggiungere una significativa riduzione dell’impronta carbonica per effetto di azioni su tutto il portafoglio di business”, spiegano dal Cane a sei zampe. La nuova strategia punta ad azzerare entro il 2040 le emissioni nette Ghg (di gas a effetto serra) scope 1 + scope 2 e ad ottenere al 2050 una riduzione dell’80% delle emissioni nette Ghg sull’intero ciclo di vita dei prodotti energetici.

PROTEGGERE IL FUTURO

“Il momento storico che stiamo attraversando”, ha spiegato il ceo di Eni Descalzi, “sta mettendo sul nostro cammino sfide complesse, ma siamo convinti che dalle difficoltà possano nascere nuove opportunità. Gli impegni che abbiamo preso per portare avanti il processo di trasformazione sono ancora più forti oggi, così come la nostra determinazione al contrasto del cambiamento climatico e il nostro sforzo per una transizione energetica equa, che tenga conto di tutti i fattori in gioco: dalla necessità di ridurre l’impronta carbonica nella direzione dell’Accordo di Parigi all’esigenza di uno sviluppo globale della collettività”.

Meno emissioni, più formazione. Eni va a tutta sostenibilità

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