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Sebbene sul tavolo dell’amministrazione di Donald Trump ci fossero tutte le opzioni per gestire la crisi del Venezuela, e ripristinare lo stato di diritto e la democrazia nel Paese sudamericano, per ora l’ipotesi di un intervento militare è esclusa.

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha spiegato che l’uso della forza militare in Venezuela avrebbe “rischi significativi” e che la fine del regime di Nicolás Maduro si sta avvicinando.

Durante un intervento all’Università di Louisville, nel Kentucky, Pompeo ha difeso il realismo delle sue politiche: “Abbiamo imparato nella storia che i rischi di usare la forza militare sono significativi, per cui stiamo lavorando per privare Maduro e i suoi dalle entrate del petrolio che dovrebbero essere per il popolo venezuelano”.

Il segretario di Stato americano si è detto convinto della caduta del regime, paragonando la situazione di Maduro con quella del dittatore romeno Nicolae Ceausescu nel 1989. “La fine di Maduro si avvicina. Solamente non sappiamo il giorno”, ha aggiunto Pompeo.

Sulle ultime proteste in Bolivia, Cile, Colombia ed Ecuador, il capo della diplomazia statunitense ha sottolineato la disponibilità del suo governo ad aiutare per evitare episodi di violenza in America latina: “Nell’amministrazione Trump continueremo a sostenere i Paesi che cercano di evitare che Cuba e Venezuela sequestrino queste proteste e lavoreremo con i legittimi governi per evitare che queste manifestazioni diventino una violenza che non riflette la volontà democratica della gente […] Siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo nella regione, resta ancora molto da fare nel nostro continente”.

Intanto che arriva la fine del suo regime, Maduro continua ad aumentare l’arsenale bellico. L’inviato speciale degli Usa per il Venezuela, Elliott Abrams, ha confermato la firma di un contratto militare tra Caracas e Mosca per circa 209 milioni di dollari. L’accordo riguarda l’acquisto di aerei russi Su-35S ed elicotteri Mi-171.

Secondo Washington, ciò aiuterebbe il Venezuela ad aumentare la flotta di Su-30MK2 che l’ex presidente Hugo Chávez aveva acquistato dalla Russia anni fa. “Questi sistemi aereo sofisticati, che ha il Venezuela, potrebbero servire per dissuadere gli Usa da possibili attacchi”, si legge sul portale Military Watch.

Tuttavia, la Russia ha smentito l’informazione, spiegando che non è previsto nessun contratto con il Venezuela. Sul sito Sputnik hanno pubblicato il “tariffario”: un caccia S-35S costa 83 milioni di dollari, mentre un Mi-171 tra 4 e 16 milioni di dollari: “Questo significa che con 209 milioni il Venezuela potrebbe comprare soltanto due caccia Su-35S e un paio di elicotteri”.

Gli Usa escludono l’intervento militare in Venezuela (che si arma dai russi)

Sebbene sul tavolo dell’amministrazione di Donald Trump ci fossero tutte le opzioni per gestire la crisi del Venezuela, e ripristinare lo stato di diritto e la democrazia nel Paese sudamericano, per ora l’ipotesi di un intervento militare è esclusa. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha spiegato che l’uso della forza militare in Venezuela avrebbe “rischi significativi” e che la…

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