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La Procura di Genova potrebbe aprire una nuova indagine su Mohammad Hannoun qualora dagli Stati Uniti arrivasse documentazione utile per nuovi approfondimenti investigativi. Lo fa sapere, si legge sull’Ansa, il procuratore Nicola Piacente dopo le sanzioni imposte ieri, giorno del primo anniversario dalla strage di Hamas in Israele, dal dipartimento del Tesoro americano sull’architetto giordano residente a Genova. Secondo i documenti americani, Hannoun e la onlus di cui è fondatore e presidente, Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, avrebbero inviato a Hamas, organizzazione palestinese che l’Unione europea classifica come “terroristica”, almeno 4 milioni di dollari in 10 anni.

A indagare su Hannoun era stato, agli inizi degli anni Duemila, proprio l’attuale procuratore di Genova insieme alla collega Francesca Nanni. L’associazione da lui, aveva scoperto la Digos, si occupava di mantenere economicamente gli orfani dei martiri di Hamas. Per l’accusa questo equivaleva a finanziare il terrorismo. Nel 2004 i pm avevano chiesto l’arresto di Hannoun ma il giudice aveva respinto proprio perché si trattava di un finanziamento “postumo”. L’inchiesta era stata archiviata anche a causa delle mancate risposte alle richieste di rogatorie internazionali per avere un quadro completo delle associazioni impegnate a supportare la popolazione di Gaza.

Come raccontato ieri su Formiche.net, sono diverse le implicazioni delle sanzioni americane per Hannoun, che in questi anni ha potuto contare su sponde politica nella sinistra italiana, e per le banche, anche in Italia. In particolare, alla luce della possibilità di sanzioni secondarie che rende un soggetto sanzionato un rischio che difficilmente un istituto finanziario decide di correre.

(Foto: Facebook, Mohammad Hannoun)

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