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Era ormai solo una questione di tempo. Luigi Di Maio lo sapeva. Ma raccontiamo brevemente la sua storia politica. Dopo la morte di Gianroberto Casaleggio, prima di molti altri, Di Maio era stato bravo a stringere un accordo con il figlio di Gianroberto, Davide, e prendere la guida del MoVimento Cinque Stelle insieme all’Associazione Rousseau, costituita in punto di morte tra padre e figlio per bloccare le mire di Grillo. Grillo fu così costretto a farsi da parte. Il cosiddetto passo di lato.

Poi le elezioni politiche: il successo del MoVimento Cinque Stelle, il successo personale di Di Maio e la voglia di governare, di entrare nel palazzo. Era comprensibile. Ma il MoVimento non era ancora pronto per una tale impresa. Finito dentro il palazzo ha perso il contatto con quello che c’era fuori. Perdita di consensi, perdita di parlamentari e ora anche perdita di attivisti come dimostrano le ultime votazione sulla piattaforma Rousseau. Certo, tutto questo lo possiamo dire noi oggi, più difficile prevederlo allora.

Come che sia è finita questa esperienza che resterà legata, nel bene e nel male, alla figura di Luigi Di Maio. Andarsene a pochi giorni da un voto regionale importante non gli fa onore. Certo, è comprensibile, non vuole essere ritenuto responsabile del disastro elettorale che ci sarà per il MoVimento in Emilia-Romagna e soprattutto in Calabria, ma non si lasciano le proprie truppe perché sono difficoltà.

Si tratta peraltro di piccola cosa rispetto alla responsabilità enorme che ha Beppe Grillo sulle sorti del MoVimento. Grillo non ha mai sopportato il governo giallo- verde, e Salvini in particolare, forse perché si rendeva conto che era lui a riempire ora le piazze al suo posto, e che lui, Grillo, non riusciva neanche più a riempire i teatri con i suoi spettacolini. Quale migliore occasione quella di quest’estate di liberarsi finalmente di Salvini? È qui che Di Maio ha perso la sua partita e Grillo si è ripreso in mano il MoVimento.

Grillo però non ha tenuto conto del fatto che passando dalla Lega all’avversario di sempre, il Pd, avrebbe finito col snaturare un MoVimento che in fondo era nato proprio contro il Pd. Che senso ha votare per una copia quando hai l’originale?

L'addio di Di Maio e le responsabilità di Grillo. L'opinione di Becchi

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