Skip to main content

Una nota di Palazzo Chigi racconta il premier Giuseppe Conte «preoccupato» dalla situazione in Medio Oriente dopo l’uccisione, per mano statunitense, di Qassem Soleimani, generale iraniano a capo della Forza Quds e uno dei più potenti uomini in Medio Oriente.

L’invito è a una non ben precisata soluzione europea. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, invece, prima spiega che l’uso della forza “ha sempre provocato ulteriore destabilizzazione ed effetti devastanti sia sul piano umanitario, sia su quello migratorio”, poi tira acqua al suo mulino sottolineando che “in primavera, in Italia, ospiteremo la riunione della coalizione anti-Daesh” perché “in quella regione la nostra priorità è e resta la lotta al sedicente Stato Islamico”.

Ma mentre il nostro governo balbetta, forse anche vista la Iranian connection del Movimento 5 stelle, c’è chi si muove evitando appelli come quelli di Conte e del predecessore Massimo D’Alema a fantomatiche missioni europee.

È la Francia di Emmanuel Macron, che già in estate – prima durante il G7 a Biarritz poi in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York – aveva cercato di ritagliarsi un ruolo di mediatore tra il presidente statunitense Donald Trump e quello iraniano Hassan Rouhani.

A sottolineare l’impegno francese alla de-escalation in Medio Oriente è un diplomatico di Parigi, Raphaël Justine, che all’ambasciata di Washington si occupa dell’area Mena. Su Twitter ha evidenziato due elementi. Il primo: Il presidente Macron ha parlato con gli omologhi Vladimir Putin della Russia, Recep Tayyip Erdogan della Turchia, Barham Salih dell’Iraq oltre al principe ereditario emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Il secondo: il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian ha avuto colloqui con il segretario di Stato americano Mike Pompeo e le controparti tedesca, britannica, cinese, saudita ed europea.

Ci sono tre elementi da evidenziare dal tweet del diplomatico francese. Il primo: reputa Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, un parigrado del ministro Le Drian. Il secondo: alla luce del primo elemento, Parigi è intenzionata a scavalcare la politica estera europea, perfino quella tedesca. Il terzo: gli appelli italiani alla soluzione europea sembrano essere stati seppelliti in poche ore.

L’aveva detto il professor Giulio Sapelli a Formiche.net poche ore fa. L’ha confermato un diplomatico francese di alto rango. Parigi vuole sostituirsi a Washington in Medio Oriente. E per farlo ha già attivato la sua macchina diplomatica, scavalcando i partner europei e lasciando l’Italia con il cerino in mano.

Fincantieri

Ecco come l’attivismo di Macron nel Mediterraneo umilia l’immobile Italia

Di Gabriele Carrer

Una nota di Palazzo Chigi racconta il premier Giuseppe Conte «preoccupato» dalla situazione in Medio Oriente dopo l’uccisione, per mano statunitense, di Qassem Soleimani, generale iraniano a capo della Forza Quds e uno dei più potenti uomini in Medio Oriente. L’invito è a una non ben precisata soluzione europea. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, invece, prima spiega che…

2020/ VI^ Edizione corso Management Scolastico e Direzione delle Scuole Paritarie - Milano

Il nostro futuro dipende dalle nuove generazioni, i cittadini e lavoratori di domani. Dare ai giovani opportunità di crescita e confronto è importante per garantire uno sviluppo sano e sostenibile della società nel suo complesso. Fornire un’educazione di qualità – equa e inclusiva – e dare a tutti l’accesso all’apprendimento è infatti uno degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, a…

Soleimani? Figura divisiva. Khamenei non vuole la guerra. Parla Ahmad Rafat

Corre troppo chi dà per scontato lo scoppio di una guerra fra Stati Uniti e Iran. Il raid dell’aviazione americana che ha ucciso il generale e comandante delle Forze Quds Qasem Solemaini, dice a Formiche.net Ahmad Rafat, giornalista iraniano, a lungo corrispondente e poi vicedirettore di Adnkronos International, ha spazzato via una figura di grande popolarità nella Repubblica Islamica, ma…

Italia stretta fra Oriente e Occidente ma con un jolly: la sua Difesa (e il Colle)

"La mancanza di visione del governo giallorosso investe in pieno anche la politica estera", a scriverlo oggi è Stefano Folli, uno dei principali notisti politici, firma di Repubblica, il principale quotidiano a sostenere il governo giallorosso. La situazione è consolidata nell'esclusione dell'Italia dal giro di consultazioni curato dal segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che per il governo degli Stati Uniti sta seguendo la…

Perché l’Italia non può avere ambiguità nel rapporto con l’Iran. Il monito di Terzi

Di Giulio Terzi di Sant'Agata

La risposta data dal governo all'impressionante crescendo di repressione e di terrorismo dell'Iran- lo Stato Islamico Sciita- in Iraq, in Siria ,in Libano, e contro lo stesso popolo iraniano, è stata tipicamente "pacifista" per la voluta e pericolosa confusione che si cerca di produrre nell'opinione pubblica del nostro Paese tra carnefice e vittima, legalità e crimine, non-violenza e pavida sottomissione.…

Eni, Francia e Cina. Il dopo Soleimani spiegato da Giulio Sapelli (da leggere)

Prezzo del petrolio in su e scorte globali in ansia? Non sono questi i primi riverberi di matrice finanziaria dopo l'attacco del drone Usa a Baghdad che ha ucciso il leader militare iraniano Soleimani secondo il prof. Giulio Sapelli, professore ordinario di Storia Economica presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna anche Economia Politica. Secondo lo storico ed economista…

Occhio alle ombre cinesi dietro le mosse turche in Libia

Di Gabriele Carrer

La Cina sta a guardare gli sviluppi libici. Almeno questa è l’impressione che Pechino sta cercando di far passare. Si tratta di un cambio di passo notevole rispetto a quanto accaduto nel 2011: allo scoppio della guerra civile libica, diverse compagnie cinesi furono infatti accusate di aver venduto grossi quantitativi di armi al raìs Muammar Gheddafi contravvenendo alle sanzioni delle…

Via i soldati dall'Iraq, svegliamo l'Europa. I consigli del gen. Preziosa

Un ritiro dei militari italiani dall'Iraq? Sì, così da riprenderci un nostro pensiero strategico. Un ruolo europeo nella crisi in Medio Oriente? Difficile: all'Unione manca una strategia, e i tempi per definirla non sono compatibili con eventi che si susseguono a ritmo sostenuto. Parola del generale Pasquale Preziosa, già capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e autore del libro La…

Iran? Il gioco non vale la candela. La versione di Randall Schweller

Di Randall Schweller

Alcuni dei titoli di giornale che hanno annunciato lo strike del governo americano contro Qassem Soleimani in Iran sostengono che l’uccisione del comandante “ha rimosso un’enorme minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Solo a leggere un’affermazione del genere viene da infuriarsi. Soleimani non era “un’enorme minaccia” per la sicurezza del Paese. A dire il vero, era una minaccia a causa…

Perché dopo Siria e Libia, Turchia e Russia rischiano la divisione anche sull'Iraq

Il prossimo 8 gennaio il presidente russo, Vladimir Putin, si recherà in Turchia per incontrare l’omologo, Recep Tayyip Erdogan. I temi da discutere sono tanti e spinosi, in primo luogo la situazione in Siria e in Libia, dove le posizioni dei due grandi alleati non per amore, ma per convenienza, confliggono palesemente. A questi si è aggiunto anche l’Iran e,…

×

Iscriviti alla newsletter