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Il ministero degli Esteri cinese ha annunciato che da oggi Javad Zarif, capo della diplomazia iraniana, è in visita ufficiale in Cina, su invito dell’omologo Wang Yi. Al di là delle relazioni tra i due paesi e dell’utilità del contatto in una fase in cui l’accordo sul nucleare del 2015 – con gli Stati Uniti fuori e gli europei inabili nel creare un’alternativa – si regge sulle spalle cinesi e in parte russe, altri co-firmatari, l’aspetto interessante è quello simbolico. Ossia politico.

La visita di Zarif arriva nel giorno in cui Russia, Cina e Iran chiudono un’esercitazione militare congiunta che per la prima volta le tre potenze hanno tenuto insieme. E in un’area altamente delicata come quella del Golfo dell’Oman, sbocco meridionale, verso il Mar Arabico e l’Oceano Indiano, del Golfo Persico. Pochi chilometri a nord c’è Hormuz e l’omonimo stretto, che questa estate è diventato il centro di tensioni tra Stati Uniti e Iran attorno ai traffici più importanti del mondo per il petrolio.

L’allineamento sino-russo-iranino ha un valore anti-occidentale, e non è un caso se la reazione violenta americana contro una delle milizie irachene etero dirette dall’Iran sia arrivata proprio nei giorni dell’esercitazione. Così come diventa simbolico che Zarif si trovi oggi a Pechino, mentre i miliziani iracheni guidati dai Pasdaran hanno messo sotto assedio l’ambasciata statunitense a Baghdad facendo rivivere immagini simili a quelle con cui 40 anni fa i khomeinisti diedero il via alle relazioni amare tra Usa e Iran.

Nello scontro globale tra Washington e Pechino la Cina tiene contatti con due attori fondamentali per il confronto anti-Usa: Russia e Iran. Oggi Zarif via Twitter – che il ministro usa, mentre ai suoi cittadini è vietato – ha scritto che tra Cina, Iran e Russia c’è consenso su tre punti importanti: il multilateralismo è in grave pericolo per colpa della azioni americane, le violazioni americane hanno messo in pericolo il Jcpoa (l’accordo sul nucleare) e la sicurezza internazionale, i paesi europei devono abbandonare la postura che gli Stati Uniti vorrebbero e iniziare a prendere in considerazione i propri obblighi.

La Xinhua, agenzia cinese governativa, scrive che Wang ha assicurato che “la Cina salvaguarderà fermamente l’equità e la giustizia internazionali e promuoverà la soluzione politica alla questione nucleare dell’Iran”. “Felicissimo di dare il benvenuto al 2020 con i nostri amici cinesi a Pechino. I potenziali della tabella di marcia bilaterale di 25 anni per consolidare ulteriormente il partenariato strategico globale Iran-Cina sono immensi. Abbiamo intenzione di realizzarli, perseguendo nel contempo una più stretta cooperazione regionale e globale”, ha detto Zarif.

Zarif a Pechino per rafforzare l'asse anti-Usa tra Cina e Iran (e Russia)

Il ministero degli Esteri cinese ha annunciato che da oggi Javad Zarif, capo della diplomazia iraniana, è in visita ufficiale in Cina, su invito dell'omologo Wang Yi. Al di là delle relazioni tra i due paesi e dell'utilità del contatto in una fase in cui l'accordo sul nucleare del 2015 – con gli Stati Uniti fuori e gli europei inabili nel creare…

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