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L’ecologia e la lotta al cambiamento climatico, sono il suo pallino da un po’, almeno sulla carta, visto che il suo palazzo presidenziale, inaugurato nel 2014, è stato costruito su una foresta vincolata e definito mostro per quanto riguarda l’impatto ambientale. Ma con il tempo si cambia e la salvaguardia dell’ecosistema ormai, oltre a essere l’argomento del momento è anche una scelta obbligata per chi vuole aumentare o conservare i propri elettori.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan, durante la sua trasferta inglese per partecipare al vertice Nato, ne ha approfittato per perorare due cause. La prima, quella climatica per convenienza, la seconda, quella di leader di riferimento nel mondo islamico europeo, che gli sta certo più a cuore e nella quale profonde parecchie energie ormai da diversi anni.

Il presidente turco, a margine del summit del Patto Atlantico, si è infatti recato a Cambridge per inaugurare una delle più grandi moschee del Paese, ma soprattutto la prima moschea ecologica del Regno Unito, munita di pannelli solari sulla sua sommità e costruita in modo sostenibile. A invitarlo è stato Cat Stevens, meglio noto come Yusuf Islam dopo la sua conversione. La moschea è costata circa 23 milioni di pound e può ospitare fino a 1000 fedeli. La sua caratteristica fondamentale è che è in legno e per costruirla non sono stati utilizzati materiali inquinanti.

E il presidente turco è riuscito a fare politica sul filo della polemica anche in questa circostanza. Complimentandosi per i criteri con i quali è stato costruito l’edificio, Erdogan ha voluto sottolineare come la moschea, che ha impiegato 10 anni per essere costruita, detenga un primato, rappresentando i valori massimi dell’Islam. Il capo di Stato ha poi voluto ricordare Barak Han, laureato proprio a Cambridge e che ha iniziato la raccolta fondi per la costruzione della moschea in seguito alla morte della figlioletta.

I massimi sostenitori però sono stati una serie di agenzie turche legate al governo oltre che il Qatar National Fund. Che, tradotto in termini semplici, significa una moschea controllata dai Fratelli Musulmani, ai quali tanto la Turchia quanto il Qatar sono strettamente legati e accusati di averli finanziati più volte e in più contesti.

Come spesso succede, il presidente, arrivato per unire, ha diviso la comunità e rischiato, con la sua presenza, di provocare problemi di ordine pubblico. Mentre fuori dalla moschea c’erano decine di persone ad aspettarlo e ad accoglierlo come un leader, in centro a Cambridge in molti manifestavano a favore dei curdi siriani e contro l’intervento turco oltre confine.

Una moschea green firmata Fratelli Musulmani. L'ultimo pallino di Erdogan

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