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Droni, corvette e difesa missilistica. I nuovi progetti della Pesco che vedono l’Italia protagonista coprono uno spettro piuttosto ampio del campo della Difesa. Sono stati adottati oggi dal Consiglio dell’Unione europea, riunitosi a Bruxelles per fare il punto sulla Difesa comune. Il nostro Paese conferma un buon posizionamento, anche se c’è da notare l’incremento dell’attivismo francese che guadagna il primo posto per partecipazione.

LA PESCO

Dopo l’istituzione della cooperazione strutturata permanente nel dicembre del 2017, i primi 17 progetti sono stati adottati a marzo dello scorso anno. Altri 17 sono arrivati il novembre successivo, portando a 34 la lista di programmi a cui aderiscono nel complesso ben 25 Paesi. L’obiettivo della Pesco, prevista dai trattati dell’Unione europea, è avviare strette collaborazioni tra membri nel settore della difesa e della sicurezza. Si traduce nello sviluppo congiunto di capacità e programmi finalizzati alle rispettive Forze armate, un tassello nel più ampio progetto di Difesa europea. In quest’ultimo si inserisce anche l’Edf, il fondo che si appresta a dotarsi di 13 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Andranno a cofinanziare programmi nel campo della difesa, con la previsione di un contributo maggiore per quelli sviluppati nell’ambito della Pesco.

TRA DRONI…

Nella nuova lista l’Italia partecipa a quattro programmi, guidandone due. Il primo (con Francia e Romania) si chiama “European Global Rpas Insertion Architecture System”. Si tratta di un’architettura di simulazione finalizzata ad analizzare e definire le procedure per inserire e integrare i velivoli a pilotaggio remoto nel Cielo unico europeo. Prevede anche la creazione di un centro di competenza multinazionale per sviluppare una dottrina comune europea circa i sistemi unmanned e gli assetti che li contrastano. Meno criptico il secondo progetto a guida italiana (a cui partecipa poi solo la Francia): European patrol corvette (Epc).

…E CORVETTE

Su questo, gli Stati maggiori delle Marine dei due Paesi hanno da tempo avviato uno studio congiunto sulla comune esigenza operativa. Ora, su richiesta italiana, il programma entra nella Pesco. Si punta a progettare e sviluppare un prototipo della corvetta europea destinata a missioni multiruolo e di pattugliamento. La connotazione italo-francese del progetto richiama l’Airbus dei mari, l’obiettivo a cui punta l’intesa tra Fincantieri e Naval Group. Un paio di settimane fa le due aziende hanno svelato il nome della joint venture paritetica: Naviris. L’obiettivo è coordinare le attività di export, di ricerca e sviluppo e di acquisizioni. Certo, se il lato militare procede spedito, quello civile è ancora alle prese con l’antitrust europeo, visto che la Commissione ha deciso di avviare un indagine approfondita sull’operazione di acquisizione degli Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri.

LA DIFESA NUCLEARE (E NON SOLO)

Tornando alla Pesco, è invece guidato dalla Francia il progetto Twister a cui l’Italia partecipa anche con Finlandia, Olanda e Spagna. Punta a un sistema di sorveglianza dallo Spazio per allerta e intercettazione delle minacce dal cielo, in particolare di quelle più sofisticate. Rientra nel contributo europeo alla difesa dai missili balistici della Nato, e sembra puntare a una completa architettura spaziale di sensori per early warning e intercettori (questi endo-atmosferici). Infine, c’è il progetto guidato dalla Romania a cui l’Italia partecipa con la Francia. L’acronimo è particolarmente complesso: Cbrndtr. In sintesi, l’obiettivo è standardizzare l’addestramento nella difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare. Si useranno le infrastrutture esistenti per esercitazioni pratiche volte a coprire “l’intero spettro” delle possibili minacce.

CYBER SECURITY…

Tra i nuovi programmi a cui l’Italia non partecipa ce ne sono un paio che riguardano la difesa cibernetica. A guida tedesca (con Repubblica Ceca, Ungheria, Olanda e Spagna) c’è il “Cyber and Information Domain Coordination Center”, il cui obiettivo è coordinare e condividere gli sforzi che i rispettivi staff militari mettono in atto nel dominio cyber. È tutto iberico il progetto guidato dal Portogallo con la Spagna per un “Cyber Academia and Innovation Hub”. Riguarda la formazione dei futuri esperti di cyber-security e dunque la creazione di un “ecosistema cyber-protetto” che si diffonda all’intero Vecchio continente.

…E SOTTOMARINI

Sempre il Portogallo guida il Musas, progetto finalizzato a sviluppare un sistema marittimo a pilotaggio remoto per il contrasto alle minacce sottomarine. Vi partecipano Francia, Spagna e Svezia, al fine di proteggere le preziose infrastrutture che si snodano sott’acqua, comprese linee di comunicazione e di approvvigionamento energetico. Infine, tra i progetti innovativi c’è l’Eurosim, guidato dall’Ungheria con Francia, Germania, Polonia e Slovenia. Ha l’obiettivo di creare un centro per l’addestramento tattico condiviso tra i membri. La novità è che sarà sul cloud: un network per integrare i siti di simulazione geograficamente sparsi e connetterli tutti insieme.

TRA NUMERI E AMBIZIONI

A farla da padrona sui nuovi tredici progetti è la Francia, che partecipa a dieci programmi della lista adottata oggi e porta così a trenta la partecipazione complessiva sui 47 progetti Pesco. L’Italia con la Spagna si colloca al secondo posto, partecipando a 24 progetti. Ancora una volta sorprende l’attivismo transalpino, soprattutto per un programma (la Pesco) che Parigi aveva criticato per l’adesione troppo ampia che avrebbe potuto inibirne l’efficacia. Non è un segreto che la Francia abbia promosso la European Intervention Initiative (Ei2), estranea al contesto Ue e Nato, proprio per l’insoddisfazione generata da una Pesco considerata troppo inclusiva. Anche oggi, qualora ce ne fosse stato bisogno, con il nuovo posizionamento sulla cooperazione strutturata permanente Parigi conferma l’intenzione di voler giocare con determinazione tutte le partite sulla Difesa. Anche perché i 13 miliardi del nuovo Fondo dipenderanno dalla nuova Direzione generale “Difesa, Industria e Spazio”. Rientra nelle competenze del commissario al Mercato unico, proprio la casella (con ampio portafoglio) scelta da Macron.

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