Il futuro della coesione euroatlantica dipende dalla capacità dell’Occidente di investire nel capitale umano strategico, considerato una vera infrastruttura critica. Non basta colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro: servono classi dirigenti e competenze capaci di governare la complessità tecnologica, geopolitica e culturale. La formazione diventa così uno strumento di soft power e diplomazia e l’Italia, con il suo patrimonio culturale e industriale, può essere ponte tra Europa e Atlantico, ma occorre un nuovo patto pubblico-privato per le competenze. L’intervento di Simone Crolla, managing director di Amcham e Valerio De Luca, direttore di Spes Academy
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Lo sprint americano verso le nuove monete che riscriverà il risparmio
Con l’approvazione della prima legge federale sulle stablecoin, si va incontro a un riassetto del risparmio, con nuovi contrappesi tra vecchia e nuova finanza, oltre al tentativo di rianimare il dollaro. Il segnale alla Cina e la strada dell’Europa verso l’euro digitale
Ecco il teorema Fitto sulla nuova coesione europea
A Bari Fitto porta come paradigma l’invasione russa dell’Ucraina, che ha impattato su più fronti, come l’energia, le infrastrutture, ma anche l’approvvigionamento dei materiali critici, passando per il grano. “Non è più possibile decidere una serie di priorità e mantenerle tali per sette anni a fronte di cambiamenti repentini”, ha aggiunto. E ricorda come aree europee limitrofe alla Russia si stiano progressivamente spopolando a causa del conflitto e proprio in quei confini le politiche di coesione rappresentano l’unico strumento per produrre un plus
La Conferenza per l’Ucraina e i rischi della corsa alla ricostruzione. L'opinione di Pellicciari
La trasformazione dell’aiuto in strumento attivo di influenza strategica ha portato a marginalizzare l’intervento umanitario a favore di ricostruzione, procurement e partenariati economici. Un cambio di paradigma che mette in discussione la credibilità stessa della solidarietà multilaterale. L’opinione di Igor Pellicciari
Dazi Usa all’Italia. Un vento forte, ma non un uragano. Arditti spiega perché
L’Italia, come l’intera Europa, può ridurre la dipendenza dal mercato americano, sviluppare il proprio mercato interno e neutralizzare l’impatto dei dazi grazie a filiere più snelle, integrate e autonome. Non dobbiamo nasconderci dietro ai timori: l’onda può incresparci, ma il mare non ci inghiottirà. L’analisi di Roberto Arditti
La rete invisibile delle donne che alimentano (e contrastano) il jihad
Nel Sahel, le donne occupano posizioni centrali tanto nei circuiti informali che finanziano il terrorismo quanto nei percorsi di prevenzione e resilienza. Il loro ruolo, spesso trascurato, attraversa ambiti logistici, economici e sociali, contribuendo a rafforzare o indebolire le reti jihadiste. Tra fragilità strutturali e leadership emergenti, si definiscono nuove traiettorie per affrontare la radicalizzazione e promuovere una stabilità duratura. L’articolo di Laura Sabrina Martucci, preside del Master di Terrorismo presso l’università Aldo Moro di Bari ed Erika Monticone (Università degli Studi di Bari Aldo Moro)
Dal Baltico al Mar Nero, così la Nato rinforza il fianco orientale contro la Russia
La Nato aggiorna la propria postura difensiva sul Fianco orientale con un nuovo piano operativo che punta su prontezza, coordinamento e interoperabilità. Dal dominio terrestre al controllo dello spazio aereo e di quello marittimo, l’Alleanza punta a creare una linea di deterrenza che renda impossibile a Mosca valutare la possibilità di un futuro attacco in Europa
L’India vuole il suo spazio nel mondo dei semiconduttori. Ecco come
L’India punta a diventare un attore strategico nel settore globale dei semiconduttori con un piano industriale da oltre 10 miliardi di dollari e incentivi generosi. Obiettivo: ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la propria autonomia tecnologica. Sono in costruzione diverse fabbriche, tra cui quelle di Tata, Foxconn e Micron, con forti investimenti in ricerca avanzata e partnership internazionali
Occidente: il ritorno della politica. Intervista a Pietro De Leo. La puntata di Radar di Formiche Tv
Come siamo passati dall’euforia post-Guerra Fredda all’attuale stagione di instabilità e paure globali? Ne parliamo a Radar con Pietro De Leo, giornalista de Il Tempo e autore del libro "Un'altra bussola" (Edizioni Efesto). Conduce: Gaia De Scalzi
Infiltrazione e deterrenza attiva. L’architettura operativa del Mossad da Damocle ad Am Kelavi
La dottrina della deterrenza attiva israeliana si fonda sulla combinazione di infiltrazioni prolungate, eliminazioni mirate, sabotaggi strategici e psychological e cyber warfare. Dal precedente storico dell’Operazione Damocle, fino all’operazione Rising Lion (Am Kelavi) contro l’Iran, il Mossad ha affinato strumenti ibridi capaci di neutralizzare minacce strategiche, imponendo a Teheran costi strategici crescenti e condizionando le scelte di attori esterni, dalle potenze globali alle milizie proxy