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Nessun motore può funzionare senza carburante. E il carburante del green new deal tanto caro al premier Giuseppe Conte (ma anche all’Europa) è l’idrogeno. Il quale si conferma giorno dopo giorno come l’energia del futuro, pronta a soppiantare l’ormai crepuscolare carbone. Altrimenti non avrebbe avuto luogo a Roma, nella cornice del centro congressuale della Lanterna, a due passi a da Palazzo Chigi, The Hidrogen Challenge- 2019 ESG global Conference, conferenza internazionale organizzata e promossa da Snam, società partecipata al 31% da Cdp reti e che in Italia per prima si è fatta propulsore della grande rincorsa all’idrogeno.

Una due due giorni di altissimo livello per tracciare la rotta della generazione H (dal titolo di un libro scritto da Marco Alverà, ceo di Snam e presentato proprio oggi, Generation H) alla quale hanno partecipato, oltre ai padroni di casa Luca Dal Fabbro, presidente Snam e Alverà, i più importanti rappresentanti del mondo energetico. Da Faith Birol, direttore dell’Agenzia energetica internazionale, a Stefano Besseghini, presidente dell’Agenzia italiana per l’energia. Passando per numerosi manager di grandi società italiane e non, fino ad arrivare al premier Conte e al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli e all’ambasciatore di Israele Dror Eydar.

ITALIA A IDROGENO

Il là ai lavori l’ha dato proprio il premier Conte, intervenuto poco prima delle 11 davanti a una folta platea di esperti e manager. “Se l’idrogeno diventerà il fattore addizionale di trasformazione per rispondere alle sfide di cui ho finora parlato, ecco, allora sarà certo merito anche dei vostri sforzi. Vincere la sfida dell’idrogeno può rappresentare, per il nostro Paese, una grande opportunità. Anzi, considero questo obiettivo il primo dei pilastri su cui si fonda il green new deal, punto qualificante del programma di governo, al quale stiamo lavorando con la massima determinazione”, ha spiegato Conte. Il quale si è dato un obiettivo decisamente ambizioso. Dare all’idrogeno la stessa spinta che negli anni scorsi è stata impressa all’energia eolica.

“Dobbiamo avviare in Italia un’azione concreta e rapida per realizzare con l’idrogeno gli stessi risultati che abbiamo ottenuto con l’eolico, in questo modo recuperando il divario che ci separa da alcuni paesi del Nord Europa: le principali scelte energetiche che saranno compiute nel prossimo anno, a livello europeo, saranno essenzialmente orientate allo sviluppo delle fonti rinnovabili, con un’attenzione particolare all’idrogeno, che – finalmente – torna ad essere centrale per una prospettiva reale di integrale decarbonizzazione al 2050”.

DIMENTICARE IL CARBONE

Dal Fabbro ha invece dato la cifra delle grandi opportunità che l’idrogeno può rappresentare nell’ottica della transizione energetica. A cominciare dal riscaldamento domestico. “L’idrogeno”, ha spiegato il presidente Snam, “è una delle soluzioni energetiche del futuro: un kg di idrogeno riscalda una famiglia per due giorni, fa camminare una macchina per 130 km, produce 9 tonnellate di acciaio: è quindi un bene prezioso”. Di qui un invito alle grandi aziende del mondo che si stanno affacciando alla rivoluzione dell’idrogeno, affinché ne facciano un traino. “Snam e le grandi società italiane, europee e del mondo hanno la grande responsabilità di non inquinare ma anche e soprattutto permettere il dialogo, perché è dal dialogo che si possono definire dei piani globali”.

ADDIO ALLA PLASTICA

Lo stesso Dal Fabbro ha annunciato anche un progetto collaterale all’idrogeno, ma sempre in chiave sostenibilità e transizione energetica. E cioè il programma Plastic Less nato e pensato “per eliminare la plastica monouso dagli imballaggi industriali e dai distributori di bevande di tutta l’azienda: è fondamentale che l’attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance sia sempre più integrata nella gestione delle aziende. In Snam vogliamo essere tra i protagonisti di questo percorso nel quale l’Europa e l’Italia possono essere leader globali”.

UNA GENERAZIONE A IDROGENO

Chi poi operativamente dovrà farsi carico della transizione verso un’Italia a idrogeno, è certamente il ceo di Snam, Alverà. Il quale conosce bene le sue sfide. “L’idrogeno può avere un ruolo importante nella decarbonizzazione e nella lotta ai cambiamenti climatici e occorre un impegno comune di tutti gli stakeholder, dalle istituzioni alle imprese, per favorire il suo sviluppo su vasta scala. L’Italia può essere in prima fila, grazie alle sue capacità imprenditoriali e di ricerca, alla sua capillare infrastruttura del gas e alla sua posizione geografica”, ha sottolineato il manager, che oggi ha presentato anche il suo libro Generation H. “Secondo i nostri studi – aggiunge – in uno scenario di profonda decarbonizzazione, l’idrogeno potrebbe coprire quasi un quarto dei consumi di energia nazionali al 2050. Per questo proseguiremo la nostra sperimentazione in Campania (dove si sta sperimentando l’immissione di una miscela di idrogeno al 5% in volume e gas naturale nella rete di trasporto gas italiana, ndr) ed entro fine anno introdurremo nella rete di trasmissione del gas naturale un mix di idrogeno al 10%. E sono proprio le regioni del Sud Italia, dalla Campania alla Puglia alla Sicilia, ricche di energia rinnovabile, quelle che potrebbero favorire l’affermazione dell’idrogeno come nuovo vettore di energia pulita nonché nuove opportunità di sviluppo e occupazione”.

GLI ACCORDI CON IL CNR E ISRAELE

Per rafforzare la cooperazione domestica e non, Snam ha anche siglato due importanti accordi in ottica idrogeno. Il primo, siglato alla presenza dell’ambasciatore Eydar, è un memorandum of understanding con l’Autorità per l’Innovazione di Israele (The National Technological Innovation Authority) mirato a favorire la collaborazione tra Snam e aziende israeliane, in particolare start-up, nelle tecnologie innovative al servizio della green economy. Il secondo, firmato con il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) Massimo Inguscio, è un accordo quadro finalizzato a progettualità e analisi comuni per lo sviluppo dell’idrogeno e in generale dei gas rinnovabili e della mobilità sostenibile. Che la rivoluzione a idrogeno abbia inizio.

 

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