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Un grande gruppo che spazia dalle quattro ruote alle ali degli aerei. Atlantia, la holding della famiglia Benetton al centro di un durissimo scontro con il governo, diviso sulla revoca o meno delle concessioni autostradali, che fanno capo a una delle principali controllate (100%) di Atlantia, Autostrade. Problema, i Benetton non sono soli nel capitale di Atlantia, ma in compagnia di una ampia galassia di investitori che non avrebbero alternativa dal fuggire dall’Italia. Altro problema, la società è attiva in due settori chiave dell’universo infrastrutture, trasporto aereo e su strada.

BENETTON, MA NON SOLO…

Chi c’è dentro Atlantia? La società, 31 mila dipendenti per un fatturato aggregato 2018 superiore a 11 miliardi e un Ebitda di oltre 7 miliardi di euro, guidata per quasi 14 anni dall’ormai ex ceo Giovanni Castellucci, è oggi affidata al tandem presidente-dg Fabio Cerchiai-Giacarlo Guenzi. L’azionista di riferimento è come detto la famiglia Benetton, che ne detiene il 30,2% attraverso Sintonia, a sua volta controllata da Edizione, la cassaforte della dinastia veneta nata con i celebri maglioni. Nel capitale sono poi presenti alcuni soci industriali importanti, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (4,8%), la banca inglese Hsbc (5%) e l’advisor Lazard (5%) e Gic (8,1%). Il 45% del capitale è invece piazzato sul mercato, ovvero in Borsa. E questo è un primo punto. Colpire la holding vorrebbe dire non solo colpire i Benetton ma anche un pool di investitori dalla caratura internazionale che non capirebbero l’attacco sulle concessioni. Traendone, come insegna il caso Ilva, le dovute conseguenze. Il che innescherebbe a sua volta il secondo effetto collaterale, ovvero l’impatto sui settori in cui è attiva Atlantia. Con i soci malposti sarebbe forse difficile per i Benetton e per il gruppo portare avanti gli investimenti necessari su ambo i fronti, autostrade e aeroporti. Insomma, colpire Atlantia vorrebbe dire colpire qualcosa di molto più grande, le nostre stesse infrastrutture.

ATL_azionariato_nov19_ITPer quanto riguarda le partecipazioni, Atlantia, infatti, è leader globale nel settore delle infrastrutture di trasporto autostradali ed aeroportuali con una presenza articolata in 23 paesi. Il gruppo gestisce infatti 14.000 chilometri di autostrade a pedaggio, attraverso Autostrade, controllata al 100%. L’altro asset sono gli aeroporti, in particolare quelli romani di Fiumicino e Ciampino in Italia (scadenza concessione nel 2044) e i tre aeroporti di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez in Francia con oltre 60 milioni di passeggeri l’anno. I primi due scali sono gestiti attraverso Aeroporti di Roma, a sua volta controllata al 99% dalla stessa Atlantia. Per quanto riguarda gli scali francesi, sono gestiti da Aéroports de la Côte d’Azur, che fa capo alla stessa società dei Benetton con una quota del 64%. Tutto questo però ha un suo peso specifico, per non dire valore. Che andrebbe preservato.

Atlantia, chi sono gli azionisti (non c’è solo Benetton) e le azioni (oltre Autostrade)

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