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Pensare, studiare e confrontarsi per comprendere il nostro futuro. Questo l’obiettivo di “Meritare l’Italia”, scuola estiva dei Comitati azione civile di Matteo Renzi che ha portato sui monti Garfagnana 224 ragazze e ragazzi (rigorosamente in parti uguali) under 30. C’erano un sindaco di un paesino di 250 abitanti, liceali ancora minorenni, consiglieri comunali e tanti universitari. E c’ero anch’io: 19 anni, scout, neodiplomata al liceo classico, matricola di Scienze politiche alla Luiss, spinta a partecipare colpita dal fatto di una scuola di politica pensata per giovani e giovanissimi (a partire da un “quasi sedicenne”). Mi è sembrata imperdibile l’occasione di approfondire temi importanti con persone al contempo simili e diverse da me: simili per età e interessi, diverse per studi e provenienza.

QUATTRO GIORNI CON MATTEO

La scuola si è aperta nella giornata della riunione del direttivo del Pd per decidere la linea in vista delle consultazioni del capo dello Stato Sergio Mattarella. Inaugurando i lavori, Elena Bonetti, professoressa di analisi matematica all’Università di Milano e coordinatrice del programma, spiega che siamo qui per comprendere e non per fondare un nuovo partito. E non dobbiamo neanche montarci la testa: non siamo stati scelti perché siamo i migliori, ma perché abbiamo tutti qualcosa da dare. Poche le regole: dare del tu a tutti (anche a Matteo) e “niente cellulari” (soprattutto non condividere nulla sui social). Con ben undici relatori abbiamo lavorato con ritmo intenso mattina, pomeriggio e sera.

I LAVORI

Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro di Savena, ci ha parlato delle sfide della pianificazione urbana. Gabriele Gravina e Milena Bertolini, rispettivamente presidente della Figc e commissario tecnico della nazionale femminile di calcio, hanno fatto una toccata e fuga da Coverciano per parlarci delle sfide e del futuro del calcio femminile. Il fisico Roberto Cingolani, da poco chief technology e innovation officer di Leonardo, ci ha spiegato perché non bisogna aver paura dell’intelligenza artificiale. C’è ampio spazio per le nostre domande, ma qualcuno dei 224 è costretto a tenersi i propri dubbi. E così via, costringendoci a lasciare nell’armadio i costumi da bagno che ci era stato detto di portare. Matteo Renzi, arrivato direttamente dal Nazareno e poi rimasto con noi per tutta la durata della scuola, scende dal palco dell’auditorium e cammina tra i tavoli a cui siamo seduti. Racconta aneddoti di quando era presidente del Consiglio e scherza molto, soprattutto autoironicamente. Non mancano le battute sul referendum del 4 dicembre 2016.

LA CRISI VISTA DA DENTRO

La scuola, ci dice Matteo, era stata concepita per un periodo tranquillo dell’anno, ma si è svolta in mezzo ad una crisi di governo. Anche se non è un argomento dei lavori, Matteo ogni tanto ci scherza su e tra di noi ipotizziamo cosa succederà. Gli aggiornamenti sulla crisi di governo sono continui, d’altra parte abbiamo tutti uno smartphone. Renzi riassume progressivamente la situazione, aggiungendo anche considerazioni personali. E proprio in uno di questi momenti, qualcuno registra una parte del discorso e lo diffonde ai giornali, contravvenendo a una delle regole della scuola. A detta di Matteo e del suo staff non è un grande problema: quello che ci dice lo pensa davvero e lo direbbe altrove senza problemi. Eppure tutti notiamo nei giorni seguenti maggiore riservatezza e meno battute sull’attualità politica. Il mondo esterno cerca di entrare in contatto con noi. Una troupe televisiva di La7 riesce ad avvicinarsi all’auditorium e tenta di intervistare qualche partecipante. Ancora più attenti alle informazioni che potrebbero diffondere dopo l’audio condiviso, i ragazzi rifiutano di rispondere alle domande e si allontanano.

I TAVOLI

Come alla Leopolda, di cui avevo solo sentito parlare alla televisione, c’è stata pure una sessione di brainstorming con 18 parlamentari su altrettanti temi. Divisi in gruppi più piccoli, abbiamo avuto l’occasione di confrontarci in maniera più approfondita e dialettica. Dall’istruzione all’ambiente, passando per le donne in politica e l’Europa, ciascuno ha scelto ciò che gli stava più a cuore. Rinunciando al tema delle donne in politica, al quale purtroppo non ha partecipato alcun maschio, ho scelto di occuparmi dell’istruzione, tavola moderata da Anna Ascani, deputata Pd indicata da Forbes nel 2016 come una degli under 30 più influenti della politica europea. Dopo aver parlato dei punti centrali della scuola secondo noi ragazzi, abbiamo scritto delle proposte di cui Anna terrà conto. Neppure l’ultimo giorno è stato vuoto, ma i tramezzini all’ora di pranzo ci hanno fatto capire che l’esperienza era finita. Dopo quattro giorni al Ciocco, era ora di tornare a casa.

La crisi di governo vista dalla Scuola di Politica targata Matteo Renzi

Di Livia Alegi

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