Skip to main content

Come volevasi dimostrare, i turchi hanno iniziato ad attaccare, forti del lasciapassare americano. Con la scusa della lotta al terrorismo curdo (nell’ottica di assestare il colpo mortale ai suoi storici nemici del Pkk) e il riposizionamento di circa due milioni di profughi creati dalla guerra civile siriana (che sono una spina nel fianco per il consenso fra i suoi connazionali), il presidente turco Erdogan ha iniziato l’operazione militare “Primavera di Pace”, un ossimoro, questo, che già fa sorridere. Di pacifico qui non c’è nulla.

I turchi hanno già bombardato pesantemente la fascia di territorio sul confine siriano che non solo è abitata da civili, ma che ospita anche molti prigionieri dell’Isis: migliaia di uomini e le loro famiglie che non aspettano altro che le porte delle carceri vengano aperte.

A questo punto è necessario fare un passo indietro nel tempo, nel settembre 2014, quando l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama chiamò il generale John R. Allen a coordinare gli sforzi per costituire una coalizione internazionale col compito di contrastare il sedicente Stato Islamico. Nel giro di poche settimane Allen fu in grado di raccogliere sotto la sua guida 65 nazioni, fuori e dentro la regione. Ma erano tempi diversi, quelli: oggi grazie alle azioni sconsiderate dell’attuale presidente Donald Trump, una simile risposta alla chiamata statunitense sarebbe impensabile. Allora gli Stati Uniti non esitarono ad appoggiarsi alle forze democratiche siriane, composte da varie minoranze, compresi i curdi. Così come la Turchia, allora, non sollevò alcuna obiezione – vista la posta in palio – e sono convinta che avrebbe continuato ad accettare la collaborazione tra forze militari americane e curde in quello scacchiere. Questioni di Realpolitik, qualcuno avrebbe detto.

La conversazione privata di Trump con Erdogan ha però creato un caos senza precedenti. All’origine di queste telefonate non c’è una strategia, quanto piuttosto la ricerca di un consenso pubblico e i tweet presidenziali ne sono la prova. La politica estera non si fa attraverso comunicazioni personali online. Non è così che una nazione come gli Stati Uniti è abituata a procedere. Questo modus agendi, infatti, ha delle conseguenze dirompenti non soltanto all’esterno, ma anche e soprattutto all’interno dell’amministrazione americana che è straordinariamente rigida. A questo proposito è tragicamente buffo osservare come i repubblicani abbiano stigmatizzato Trump per l’abbandono degli alleati curdi e non per ciò che egli sta facendo alla Costituzione del loro stesso Paese. I danni che questo presidente sta producendo si vedranno nel tempo e, d’altro canto, sulla sua stoffa era difficile avere dubbi.

Ritornando alla Siria, va detto che quando si entra in un’area del genere, così delicata in termini di equilibri, non si sa come e quando se ne uscirà. Non ci vuole la palla di cristallo per immaginare quanto saranno disastrosi gli effetti dell’attacco turco contro coloro che hanno combattuto per anni un nemico spietato e resiliente come l’Isis, riuscendo, più di chiunque altro e al prezzo di enormi sacrifici, a sconfiggerlo territorialmente. E sottolineo “territorialmente” perché le altre dimensioni dello Stato Islamico sono ben lungi dall’essere risolte. I curdi da stabilizzatori nella lotta contro l’Isis, diventeranno il principale motivo di destabilizzazione per l’intera regione. Lo abbiamo già visto in Afghanistan e in Libia, tanto per fare due esempi.

Ecco perché il ristretto contingente militare americano, ora spostato da quella zona, aveva un valore inimmaginabile: erano quelle poche centinaia di uomini a fare la differenza non solo tatticamente, ma soprattutto strategicamente. Ed è proprio la mancata capacità strategica uno dei principali difetti di questa amministrazione americana. Per i curdi, resistere all’occupazione turca è un tema assolutamente esistenziale, pertanto i risultati di questo attacco saranno drammatici, anche in termini umanitari, e quindi di profughi. La prima ad accorgersene sarà l’Europa.        

Trump, la Siria e i crimini della realpolitik. L'analisi di Saini Fasanotti (Brookings)

Di Federica Saini Fasanotti

Come volevasi dimostrare, i turchi hanno iniziato ad attaccare, forti del lasciapassare americano. Con la scusa della lotta al terrorismo curdo (nell'ottica di assestare il colpo mortale ai suoi storici nemici del Pkk) e il riposizionamento di circa due milioni di profughi creati dalla guerra civile siriana (che sono una spina nel fianco per il consenso fra i suoi connazionali),…

Bocciata la commissaria di Macron che puntava a Spazio e Difesa. Ecco perché

La bocciatura del Parlamento europeo ai danni della candidata francese Sylvie Goulard rischia di generare un vero e proprio terremoto politico lungo la linea che collega Parigi e Bruxelles. A incassare il colpo più duro è Ursula von der Leyen, la cui commissione potrebbe non riuscire a insediarsi come previsto il prossimo primo novembre. Deve aver sentito una bella botta…

Con Goulard, Macron paga l'arroganza in Ue

Raramente il Parlamento europeo ha bocciato in audizione un ex parlamentare europeo candidato a far parte del collegio dei commissari. Sylvie Goulard, deputata europea uscente è stata appena respinta dal voto della Commissione parlamentare: 82 voti contro, 29 a favore e un astenuto. Voci di corridoio commentano che non è mai stata considerata una deputata simpatica né dai colleghi né…

Scontro tra Mosca e Washington nei Caraibi (per il Venezuela)?

Non solo Medio Oriente. Anche nei Caraibi soffiano venti di conflitto armato. La Russia si starebbe preparando per uno scontro con gli Stati Uniti nella zona caraibica. In un'analisi pubblicata sul sito, la rivista Foreign Policy sostiene che Washington sta ripensando le proprie strategie, a seguito dell’appoggio fedele di Vladimir Putin al regime di Nicolás Maduro, la violazione ripetuta delle…

Negoziati Washington-Pechino. Così Trump tiene sul filo del rasoio i cinesi

Queste riportate sotto rappresentano l'immagine della potenza del presidente americano nell'era di Twitter, ossia nella fase in cui un cinguettio (chiamiamolo così) vale in forma immediata miliardi di dollari, decisioni politiche, mosse e contromosse. Che cos'é? Si tratta della reazione istantanea dell'indice finanziario statunitense Dow Jones e di quello S6P 500 dopo un doppio annuncio di Donald Trump, che con un tweet dice…

L'industria perde, lo zucchero resta. La sugar tax vista da Mannheimer (Ibl)

Se c'è qualcuno che si deve mettere a dieta non è certo il cittadino italiano, ma lo Stato. Anche quest'anno, in occasione della prima manovra giallorosso, è tornata in auge la famigerata sugar tax, la tassa sulle bevande zuccherate, rilanciata proprio pochi giorni fa dal viceministro dell'Economia in quota Movimento Cinque Stelle, Laura Castelli. Una misura che sembra cozzare e…

Investimenti verdi. Come valutarli? L'analisi del prof. Pennisi

Oggi 10 ottobre, deve essere inviato, entro la mezzanotte, il Documento programmatico di bilancio (Dpb) alla Commissione europea. È un termine perentorio, per utilizzare il linguaggio del diritto amministrativo, ma temo che noi (e gli altri) lo abbiamo spesso sforato di qualche ora o anche di qualche giorno. Esaminando attentamente il Dpb tra qualche giorno potremo dire se le osservazione…

Il futuro è a idrogeno. Snam lancia la rivoluzione globale

Nessun motore può funzionare senza carburante. E il carburante del green new deal tanto caro al premier Giuseppe Conte (ma anche all'Europa) è l'idrogeno. Il quale si conferma giorno dopo giorno come l'energia del futuro, pronta a soppiantare l'ormai crepuscolare carbone. Altrimenti non avrebbe avuto luogo a Roma, nella cornice del centro congressuale della Lanterna, a due passi a da…

Innovazione, cyber security e competenze. Tutti i progetti di Paola Pisano

Il rafforzamento dell'Italia nel quinto dominio passerà non solo dai nuovi controlli su reti e sistemi importanti per la sicurezza nazionale previsti dal Decreto cyber, ma anche da una riorganizzazione delle competenze e dei processi che vedranno come perno le realtà che si occupano di innovazione. A spiegarlo è stata oggi la titolare del dicastero incentrato su tecnologica e digitalizzazione,…

Vi spiego il corto circuito tra Stato e Regioni sulla sanità. Parla Ricciardi

Da oggi sarà Walter Ricciardi il presidente del Mission board on cancer della Commissione europea, programma che convoglia 20 miliardi di euro per ricerca e interventi sociali e clinici contro i tumori. Si tratta del più grande investimento a livello europeo, che coinvolge altri quattro settori: cambiamento climatico, alimentazione e suolo, oceani e città intelligenti. Per cogliere le strategie in…

×

Iscriviti alla newsletter