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La pressione fatta finora contro il regime di Nicolás Maduro in Venezuela non basta. È necessario aumentare le sanzioni internazionali per isolare il caudillo venezuelano e costringerlo a lasciare il potere. È questa la linea proposta dall’inviato speciale per gli Stati Uniti, Elliott Abrams. Durante una conferenza al German Marshall Fund di Bruxelles, il rappresentante della Casa Bianca ha chiesto all’Unione europea di imporre più sanzioni contro la dittatura del Venezuela: “Speriamo che l’Ue faccia rapidamente quello di cui ha parlato, ovvero imporre ulteriori sanzioni personalizzate […] L’imposizione di tali sanzioni avrà un impatto psicologico, politico e personale e potrebbe favorire un ripristino pacifico e negoziato della democrazia”.

LE SANZIONI DI UE E USA

Finora l’Unione europea ha sanzionato 18 funzionari del governo di Maduro, con l’accusa di avere violato principi democratici, di Stato di diritto e per avere compiuto gravi violazioni dei diritti umani, ma si resiste ad aumentare la lista.

Gli Usa, invece, non fanno sconti al regime. Ad agosto, il presidente Donald Trump ha deciso di bloccare tutte le proprietà e interessi del regime sul territorio americano. Il provvedimento prevede l’imposizione di sanzioni a stranieri che forniscano supporto, o beni e servizi alle persone o entità colpite dalle sanzioni statunitensi.

“Grazie a questa misura tutti i fondi attivi saranno protetti. Inoltre, tutti i debiti che il regime vuole contrarre con fondi attivi del Paese saranno illegali – ha scritto su Twitter il leader dell’opposizione venezuelana, Juan Guaidó -. Ogni persona, azienda, istituzione o Paese che intenda intrattenere rapporti commerciali con il regime sarà, per la giustizia internazionale, collaboratore e sostenitore di una dittatura e sarò soggetto a sanzioni”.

LA POSIZIONE DELL’INVIATO SPECIALE USA

Abrams sostiene che molte persone legate al regime di Maduro usano l’Europa come “una specie di villaggio turistico […] Inviano i famigliari qui, le moglie, le amanti, i figli, i loro conti in banca sono qui […] Abbiamo informazioni sulle ville che acquistano, le uscite in discoteca dei loro figli adolescenti. Questo non dovrebbe accadere”. Per l’inviato speciale degli Usa, la resistenza dei 28 Stati membri di approvare nuove misure contro Maduro è “un errore di calcolo”.

L’Unione europea ha spiegato che non imporrà nuove sanzioni mentre continuino i negoziati guidati dal governo della Norvegia. “Perché non imporle adesso – ha insistito Abrams – con la speranza che questa pressione in più spinga il regime verso un impegno?”. La reticenza della comunità, secondo lui, non ha aiutato nei negoziati.

LA POSIZIONE DELLA RUSSIA

Del tutto diversa la visione della Russia, grande alleata e partner economica di Maduro. Il ministro degli Affari esteri russo, Sergej Lavrov, ha detto che “è necessario fermare le sanzioni contro Caracas […] Ci siamo costantemente opposti alla ‘spirale delle sanzioni’, rimanendo un membro responsabile della comunità internazionale e un partner affidabile per tutti i Paesi”. Per Mosca le sanzioni contro il regime venezuelano rappresentano atti di “terrorismo economico”.

E L’ITALIA…?

E l’Italia? Con circa 200mila cittadini che patiscono il regime, il dossier venezuelano è un ulteriore banco di prova per la diplomazia italiana e il nuovo capo della Farnesina, Luigi Di Maio , che dovrà scegliere tra la linea filo-americana o filo-russo.

Trump chiede alla Ue nuove sanzioni contro Maduro. L’Italia risponderà?

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