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Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha escluso la possibilità di rinegoziare i termini dell’accordo sul nucleare, ringraziando la Russia e la Cina per l’impegno messo nel tentare di preservare l’intesa.

Ne scrive Sputnik, sito di informazione collegato al Cremlino, utilizzando l’argomento per mettere in pressing l’Unione europea e gli Stati Uniti, che stanno reciprocamente lavorando per costruire con Teheran un percorso alternativo dopo che Washington è uscita dall’accordo sul nucleare del 2015 con l’intento di costruire un’alternativa più ampia (comprendente i giochi di influenza regionale iraniani attraverso milizie sciite collegate al programma missilistico).

Zarif, secondo Sputnik, avrebbe affidato il suo pensiero durante il suo colloquio di oggi a Mosca con l’omologo russo, Sergej Lavrov. “Rinegoziare i termini dell’accordo è fuori discussione”, è il virgolettato citato del capo della diplomazia di Teheran aggiungendo che “la Russia e la Cina non hanno mai smesso di collaborare con l’Iran: hanno sempre preso posizioni forti per difendere l’accordo, ed è per questo che li consideriamo nostri partner”. Zarif ha sottolineato il suo “disappunto”, dice Sputnik, nei confronti dei Paesi europei che “non hanno saputo rispettare i loro obblighi nel quadro dell’accordo”.

“È per questo che abbiamo proseguito il dialogo nelle ultime settimane, e durante la mia recente visita in Francia: volevamo assicurarci che gli obblighi presi dall’Europa nel quadro dell’intesa saranno rispettati”, ha concluso il ministro.

Zarif negli ultimi giorni ha avuto contatti con diverse controparti. È stato al G7, ospite dell’organizzatore Emmanuel Macron, per un contatto con tedeschi e inglesi, l’E3, ossia la parte di europei firmatari dell’accordo del 2015. Poi è ripartito per Pechino, altro firmatario dell’intesa sul nucleare, chiudendo oggi con l’ultima delle controparti ancora attiva, la Russia.

In mezzo continue voci, e aperture, su un possibile incontro a livello presidenziale con gli Stati Uniti. Un vertice che potrebbe avviare una stagione negoziale con cui mettere in tregua il confronto serrato che passa dalla crisi delle petroliere nel Golfo. Teheran è in difficoltà: davanti allo stallo dell’accordo e in mezzo alle pressioni subite dalla riattivazione delle sanzioni Usa e con gli oltranzisti del regime che hanno ripreso alla loro ricerca di consenso contro il pragmatismo del governo Rouhani.

 

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