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Nel panorama politico italiano ci sono, attualmente, due partiti dichiaratamente centristi. Nel campo della maggioranza di governo c’è Forza Italia, un partito autenticamente e coerentemente centrista, riformista, moderato e con una spiccata cultura di governo. Perché quando si parla di Centro penso, prevalentemente, anche a chi declina una vera e credibile “politica di centro”. Mentre nel campo dell’opposizione non si può non citare il partito di Azione che ha come leader Carlo Calenda. Queste sono, oggi, le due forze politiche politicamente centriste.

Anche perché nel cosiddetto “campo largo” la scena è dominata dalle 3 sinistre: quella radical/massimalista della Schlein, quella populista dei 5 stelle e quella estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Il resto è un pullulare di partiti personali e di movimenti che, com’è ovvio a tutti, non sono affatto destinati ad incidere sul progetto complessivo di una coalizione caratterizzata dall’unità delle sinistre. Certo, la collocazione europea è chiara e coerente per quanto riguarda Forza Italia all’interno dello storico Ppe, che resta il punto di riferimento più autorevole e qualificato per la cultura politica dei partiti di ispirazione cristiana e squisitamente centristi.

Diversa la posizione del partito di Calenda. Ma è indubbio, al contempo, che nella cittadella politica italiana il ruolo dei due partiti si colloca coerentemente nel campo centrista. E, al riguardo – per quanto riguarda Calenda – spicca la coerenza, e anche il coraggio, nel declinare una politica che non si confonde con il radicalismo di chi compone attualmente l’opposizione. E questo per la semplice ragione che Calenda con il suo partito ha una linea chiara sul versante della politica estera e della collocazione dell’Italia in Europa e nello scacchiere internazionale; un progetto di politica industriale e dello sviluppo altrettanto chiaro e definito e, soprattutto, non vive l’opposizione all’insegna di una propaganda strumentale e ormai ridicola se non addirittura patetica. Cioè quella della demolizione sistematica dell’avversario/nemico da un lato e degli anatemi ideologici e moralistici dall’altro.

Ed è, questo, un elemento decisivo nell’attuale contesto politico italiano che vede proprio nel disvalore della radicalizzazione il dato costitutivo che delegittima l’avversario e che lo trasforma in un nemico giurato da annientare e da abbattere. Che, del resto, è il concreto comportamento della sinistra nelle sue multiformi espressioni e che va dalla denuncia quotidiana del ritorno del fascismo al rischio dittatura; dal regime illiberale alla negazione di tutte le libertà e via discorrendo.

Ecco, Calenda è alternativo a tutta questa propaganda spicciola perché, semplicemente, coltiva e pratica una cultura di governo che non può che essere distinta e distante da un approccio puramente burocratico e tardo ideologico. Per queste ragioni, semplici ma essenziali, finalmente abbiamo un piedistallo solido da cui partire seriamente e senza caricature o goffaggini di vario genere per declinare nel nostro paese una vera e credibile “politica di centro”. Quella “politica di centro” che ha caratterizzato per quasi 50 anni la vita democratica del nostro paese e che è coincisa con la concreta esperienza della Democrazia Cristiana. E che oggi trova la sua traduzione concreta in partiti come Forza Italia da un lato e Azione dall’altro.

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