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La politica estera dell’Italia è alla deriva. Tra due forze politiche che – in alcuni temi – sembrano agli antipodi, la posizione italiana sulla crisi del Venezuela resta incerta. Né con il governo di Nicolás Maduro, considerato illegittimo da circa 50 Paesi e accusato di violazione dei diritti umani, né con il governo di Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea Nazionale e leader dell’opposizione in Venezuela.

UN CAMBIO DI GOVERNO

Un’ambiguità imbarazzante, che non si può più sostenere, come ha detto Giulia Angela Matteo Sezille, rappresentante del partito Voluntad Popular di Juan Guaidó in Italia e dell’ong Un mundo sin mordaza. In una conversazione con Formiche.net, la rappresentante della comunità venezuelana in Italia ha spiegato il perché le parole del vicepremier Matteo Salvini sul Venezuela, da Washington, non sono un indizio di un cambio di rotta: “Le parole di Salvini non sono una novità. Il problema sta nel fatto che in Italia ci sono due forze al governo che sono naturalmente disallineate: non è possibile che ci sia un allineamento fra due pensieri politici totalmente discordanti come lo sono quello della Lega e del Movimento 5 Stelle. Infatti, questa contrapposizione di idee fa sì che l’Italia non abbia una politica estera vera e propria”.

Matteo Sezille pensa che “purtroppo i venezuelani non possono sperare che cambi la posizione del governo ma, invece, devono sperare che cambi il governo stesso. E, fortunatamente, le ultime elezioni nel parlamento europeo ci fanno vedere che qualcosa si sta muovendo nel panorama politico italiano che speriamo aiuterà a sbloccare la posizione attuale”. L’augurio è che, alla fine della campagna elettorale, si torni a parlare dell’emergenza Venezuela, e si prenda una posizione comune a favore del presidente ad interim Juan Guaidó.

AIUTI DALL’ITALIA

Oltre le questioni politiche, che cosa sta facendo l’Italia per i connazionali residenti in Venezuela? Secondo Matteo Sezille, sulla base delle informazioni pubbliche disponibili, si sa che il governo italiano ha fornito aiuti economici tramite il proprio consolato, la Croce Rossa e l’Alto Commissariato per i rifugiati: “Purtroppo questi interventi non sono sufficienti per far fronte all’enorme crisi del paese, sofferta anche dalla comunità italo venezuelana (intorno ai 150.000 italiani iscritti in anagrafe, ed oltre un milione di italo venezuelani)”.

AMBIGUITÀ IMBARAZZANTE

Inoltre, ci sono anche state diverse visite in loco dalle personalità del governo italiano: “Da una parte, abbiamo il sottosegretario agli esteri Merlo che incontra Juan Guaidó, e più recentemente, l’incaricato d’affari del governo italiano, Placido Vigo, che incontra il ministro degli Esteri del Venezuela, Jorge Arreaza. Questa posizione ambigua dell’Italia è veramente imbarazzante”.

Per Matteo Sezille, ai venezuelani non basta una maggiore pressione politica da parte degli Stati Uniti e degli altri paesi che appoggiano Guaidó: “La comunità internazionale dovrebbe agire in coalizione per riconoscere il nostro presidente ad interim Guaidó, opporsi al governo dittatoriale di Maduro e cominciare a intraprendere delle azioni concrete per liberare il popolo oppresso del Venezuela. La prima azione da intraprendere dovrebbe essere l’applicazione di sanzioni economiche mirate a tutti i funzionari della dittatura, i loro familiari e i prestanome”.

L'ambiguità dell'Italia sul Venezuela è imbarazzante. Parla Matteo Sezille (Voluntad Popular)

La politica estera dell’Italia è alla deriva. Tra due forze politiche che - in alcuni temi - sembrano agli antipodi, la posizione italiana sulla crisi del Venezuela resta incerta. Né con il governo di Nicolás Maduro, considerato illegittimo da circa 50 Paesi e accusato di violazione dei diritti umani, né con il governo di Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea Nazionale e…

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