Skip to main content

Gli Stati Uniti hanno commesso “una grave interferenza” con la decisione di alzare l’embargo totale contro il Venezuela, dovrebbero non creare ingerenze nel processo di dialogo tra governo e opposizioni e “lasciare che sia il popolo venezuelano a decidere del proprio futuro” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, ricordando che la “cooperazione” tra Pechino e Caracas continuerà indipendentemente dagli sviluppi della situazione.

Quello venezuelano è uno dei vari dossier in cui la Cina e Washington si trovano in posizioni opposte: gli americani difendono l’iniziativa di Juan Guaidó, che s’è intestato il ruolo di leader delle opposizioni e a gennaio si è autoproclamato presidente ad interim con l’obiettivo di rovesciare il governo e indire elezioni regolari; i cinesi sostengono che quelle che hanno fatto vincere Nicolas Maduro sono elezioni regolari, e dunque è lui il presidente legittimo (nonostante il regime chavista che comanda sia uno dei più repressivi del mondo e abbia letteralmente ridotto il popolo venezuelano alla fame).

La mossa sanzionatoria americana è estrema (quanto rischiosa): l’ordine esecutivo firmato lunedì dal presidente Donald Trump presuppone che “tutte le proprietà o interessi in proprietà del governo del Venezuela negli Stati Uniti sono bloccate e non possono essere trasferite, esportate, ritirate o gestite in altro modo”, misure che prendono di mira i gerarchi di Maduro e il settore petrolifero, che è il principale asset statale venezuelano.

Caracas ha parlato di “terrorismo economico” da parte degli Stati Uniti, “un atto criminale” l’ha definito il rappresentante venezuelano all’Onu mentre chiedeva una condanna pubblica da parte del Segretario generale delle Nazioni Unite. E la dichiarazione che esce da Pechino diventa un sostegno importante sia dal punto di vista politico-diplomatico che da quello economico, e rappresenta una delle tante dimostrazioni di come la Cina di Xi Jinping abbia deciso di inserirsi con maggiore assertività negli affari globali.

Stessa semantica anti-Usa è stata scelta dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che ha parlato ancora di “terrorismo economico” aggiungendo che la Russia si è “costantemente opposta alla spirale delle sanzioni, rimanendo un membro responsabile della comunità internazionale e un partner affidabile per tutti i Paesi”.

E sulla stessa linea s’è messa Cuba, dove il ministro degli Esteri, Bruno Rodriguez Parrilla, ha detto che l’embargo totale è “un’altra azione volta a danneggiare e derubare” il paese e ha offerto “la nostra solidarietà al presidente Nicolas Maduro, i militari e il popolo del Venezuela. Diciamo basta alla spoliazione dei nostri popoli e al tentativo di dominazione imperialista”.

Nella polarizzazione collegata a tutte le scelte americane – e al dossier venezuelano in genere – sull’altra sponda si sono posti Brasile, Colombia e Argentina, Cile e Perù, paesi che ultimamente stanno stringendo in modo particolare i collegamenti con gli Stati Uniti anche per via di una certa continuità politica tra visioni nazionaliste interpretate da Trump e quelle dei presidente locali. A favore della linea dura con Caracas anche Organizzazione degli stati americani (Osa).

 

Venezuela, la Cina (con la Russia) difende Maduro e attacca gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti hanno commesso "una grave interferenza" con la decisione di alzare l'embargo totale contro il Venezuela, dovrebbero non creare ingerenze nel processo di dialogo tra governo e opposizioni e "lasciare che sia il popolo venezuelano a decidere del proprio futuro" ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, ricordando che la "cooperazione" tra Pechino e Caracas continuerà indipendentemente dagli…

Grave incidente militare in Russia. E Putin pensa a colpire l’opposizione

È un agosto caldo per Vladimir Putin. Ai devastanti incendi in Siberia si è aggiunta oggi un esplosione presso la base militare di Severodvinsk, una delle principali sede della Flotta del nord dedicata spesso ai test su nuovi missili balistici e da crociera, nonché attracco per alcuni sottomarini nucleari. Parallelamente, prosegue il pungo duro contro le opposizioni nella corsa verso…

Huawei fuori dagli Usa. Così Trump blocca tutti i contratti

Nessuna agenzia del governo degli Stati Uniti potrà stipulare contratti con Huawei. La decisione arriva direttamente dalla Casa Bianca, che ha attuato quanto in realtà già previsto in un documento approvato dal Congresso a inizio anno. Le norme scatteranno il prossimo 13 agosto, nella stessa settimana in cui ripartirà il divieto di vendere al colosso cinese tecnologie americane. Insomma, ci…

Strage di Bologna (e non solo). Caligiuri: perché desecretare le carte del centro Sismi di Beirut (1980)

Dopo più di un anno dalla loro pubblicazione, i media nazionali si sono accorti di due documenti inediti versati dai servizi segreti italiani negli atti del processo sulla strage di Piazza della Loggia. Infatti, il materiale documentale di cui si sta discutendo in questi giorni è stato pubblicato nella primavera scorsa per la prima volta nel saggio “Il Lodo Moro.…

Il braccio di ferro fra Cina e Usa continua. Ora lo scontro è sui missili

Il governo cinese ha fatto sapere martedì che "non starà pigramente" a guardare e prenderà contromisure adeguate se gli Stati Uniti dovessero dispiegare missili a raggio intermedio nella regione dell'Asia-Pacifico. Ne ha parlato pubblicamente il direttore del Dipartimento per il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri cinese, Fu Cong, che ha anche consigliato ad altre nazioni – in particolare a Corea del…

Perché noi investitori in Europa speriamo in una Brexit morbida. Parla Zani (Tendercapital)

"La debole crescita globale, la gelata degli investimenti e il crollo del commercio hanno spinto, il 31 luglio scorso, la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse di un quarto di punto. Questo dovrebbe attenuare il rallentamento dell’economia americana, attanagliata dai dubbi alimentati dai dazi e dal venir meno dell’effetto espansione fiscale. In effetti, le tensioni tra gli Stati…

Il generale agosto non ferma Salvini. La corda con M5S è tirata (ma non si spezza)

Scomoda una parafrasi da Bernardo de Chartres, Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture italiane, per descrivere – "un nano sulle spalle di giganti che lavorano" – il collega di governo Matteo Salvini, vicepremier con ufficio al Viminale, leader della Lega, alleata per accordo con il Movimento 5 Stelle nell'esecutivo gialloverde. Salvini non s'è fatto sfuggire le parole rilasciate nell'intervista al CorSera…

F-35, l’ultima chiamata per l’Italia. Dentro o fuori: tocca a Conte decidere (come la Tav)

Sette mesi. A tanto ammonta il ritardo del governo italiano sul dossier F-35 nel definire gli impegni futuri sul programma. I rischi maggiori sono sul lato industriale, con lo stabilimento novarese di Cameri che potrebbe trovarsi senza velivoli da assemblare dal 2023. Poi, c'è il fattore strategico. Dagli Stati Uniti è già emerso un certo fastidio per l'indecisione italiana, da…

Sulla Tav la maggioranza non c’è. Sarà crisi di mezza estate o rottura “vera”?

Per qualcuno è il giorno del giudizio ma per molti altri no. La Tav, la ferrovia più contestata degli ultimi 25 anni di politica italiana, sta dividendo come non mai la maggioranza gialloverde. Reduce da mesi di corpo a corpo sui più disparati dossier. A cominciare da quella manovra il cui cantiere è già stato aperto con buon anticipo e della…

Al rally del Senato sulla Tav il trionfo dei due Matteo. Renzi è tornato

Questa mattina in Senato si è tenuta la discussione delle mozioni sulla Tav. Tanti i ministri e rappresentanti del governo presenti, da Riccardo Fraccaro a Giulia Bongiorno, Luigi Di Maio, Erika Stefani e Gian Marco Centinaio, il viceministro Massimo Garavaglia e il sottosegretario Claudio Durigon, il capogruppo Lega al Senato Massimiliano Romeo, cui è seguito l’arrivo a metà mattina a…

×

Iscriviti alla newsletter