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“Annuncio il mio ritorno al Paese e convoco manifestazioni in tutto il territorio nazionale per lunedì e martedì”. Con queste parole pubblicate su Twitter, il presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, ha messo fine alle voci sul suo esilio. Nonostante i rischi di finire in galera, dopo gli annunci di Nicolás Maduro, il giovane politico ha scelto di continuare l’impegno politico sul territorio venezuelano. Il regime socialista ha accusato Guaidó di tentare un colpo di Stato e ha chiesto al Tribunale Supremo di Giustizia di emettere il veto di uscire del Paese. Guaidó ha sfidato questo divieto viaggiando in Colombia, Paraguay, Brasile, Argentina ed Ecuador.

Il numero due del chavismo, Diosdado Cabello, ha dichiarato che le autorità attendono l’arrivo di Guaidó per arrestarlo: “Qui lo stiamo aspettando. (Jorge) García Carneiro (sindaco di Maiquetia, luogo dove si trova l’aeroporto internazionale di Caracas, ndr) ha un comitato di ricevimento”.

“Se l’usurpatore e i suoi complici dovessero azzardarsi a provare ad arrestarmi – ha detto Guaidó – abbiamo lasciato ai nostri alleati internazionali e ai parlamentari istruzioni chiare da seguire”.

Il leader dell’opposizione venezuelana ha invitato la popolazione ad accompagnare le operazioni di un rimpatrio con proteste in piazza in tutto il Paese. Il primo appuntamento è per le 11 di oggi, ora locale. “Oggi siamo molto più uniti che mai – ha spiegato – molto più attivi di sempre, e finché saremo capaci di rimanere così vinceremo […] Non è questo il momento per dismettere la lotta”.

Guaidó ha insistito sull’importanza del coinvolgimento della piazza per il buon esito del suo rientro in Venezuela: “Il successo del processo di transizione, sin dal primo momento, è in gran parte legato al fatto che il popolo ci accompagna. Non abbandoneremo la piazza fino a quando non si completerà il processo che passa per la fine dell’usurpazione, l’avvio della transizione e il ricorso ad elezioni libere ed eque”.

Carmen Beatriz Fernández, analista politico e direttore di Datastrategia, ha sottolineato in un’intervista con la Bbc il peso del ritorno di Guaidó in Venezuela: “Guaidó è molto più utile per l’opposizione come presidente ad interim dentro del Venezuela che nell’esilio. Il contrario sarebbe stato un bagno di acqua fredda per tutti i venezuelani. Secondo l’analista, nel Paese regnava una situazione di depressione sociale e politica, i cittadini “sentivano che il regime era riuscito a spaccare la voglia di ribellarsi. Con il ritorno in scena di Guaidó lo scenario è cambiato da un giorno all’altro”.

Con il ritorno di Guaidó in Venezuela, le tensioni aumentano. Per Fernández il regime si trova in un bivio. Se arresta il presidente ad interim, dovrà fare fronte ad una dura risposta internazionale. Se invece lo lascia in libertà si vedrà ancora più indebolito. Secondo lei, Maduro sceglierà la seconda opzione.

Abrams venezuelana, Guaidó

Guaidó torna in Venezuela. Il regime di Maduro al bivio

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