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“Sono tutti talmente occupati a polemizzare tra loro che sfugge il vero fulcro della questione. E cioè che all’esecutivo manca una linea precisa che guidi gli interessi del nostro Paese”. In una conversazione con Formiche.net emerge chiaro il pensiero di Stefano Silvestri, già presidente dell’Istituto Affari Internazionali (Iai) e attualmente direttore editoriale di AffarInternazionali, sul momento di altissima tensione nelle relazioni tra Parigi e Roma. L’editorialista, inoltre, ha sottolineato l’importanza del ruolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del quale, in questo particolare momento, è necessaria tutta la forza istituzionale del ruolo che ricopre.

Come vede la frattura diplomatica in corso tra Parigi e Roma?

Noi non abbiamo alcun interesse a litigare con la Francia ma, al contrario, condividiamo con lei diversi interessi abbastanza precisi, sia di politica estera che di politica economica. Ci saranno delle differenze, delle visioni diverse, ma in realtà il tono utilizzato, la retorica utilizzata dall’Italia nel criticare le scelte francesi è veramente offensivo e stupisce. Dà l’idea di una manovra indirizzata ad un uso ai fini della politica interna che non è accettabile.

Si alzano dunque i toni in vista delle elezioni europee?

Sì, ma non si capisce perché. I Cinque Stelle che inizialmente non sembravano interessati al rapporto con Macron adesso lo identificano come Satana. Siamo di fronte al tentativo di battere la gran cassa. Ma parliamo per un attimo delle cose importanti di cui ci si dimentica: c’è da anni in sospeso la questione dell’estradizione di quelli che la magistratura italiana ha identificato come terroristi che si trovano in Francia. Lo stesso Battisti per anni ha vissuto sul territorio francese.

Matteo Salvini ha inviato una lettera al suo omonimo francese invitandolo a Roma per discutere dei dossier principali che coinvolgono i due Paesi. Di Maio, nel frattempo ha inviato una lettera a Le Monde. Come considera questi tentativi di ricucire lo strappo?

Mi sembra a dir poco curioso che per alcune divergenze su alcuni aspetti tutto sommato minori si arrivi a questo livello di scontro. Quindi sì certo, Salvini e Di Maio fanno bene, ma al di là delle loro iniziative e delle affermazioni di Di Battista, quello che stupisce è che non ci sia una linea di governo. È questo che lascia perplessi. Sono tutti talmente occupati a polemizzare tra loro, anche per interposta persona, che sfugge il fulcro vero della questione. E cioè una linea vera dell’esecutivo che guidi gli interessi del nostro Paese, che non capisco perché debbano essere sacrificati per delle semplici polemiche elettorali.

In tutto questo Conte e Moavero come dovrebbero comportarsi?

Il ministro degli Esteri non ha autorità sugli altri ministri anche se secondo me dovrebbe e potrebbe far sentire la propria voce con maggiore forza. Questa vicenda, invece, cade pienamente sulle spalle del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che è di fatto il rappresentante della politica nazionale e ha il compito di dirigerla. Adesso quale sia il rapporto tra Conte, Di Maio e Salvini non lo so, ma chiaramente rientra tra i suoi compiti quello di definire la linea politica del Paese. E se dovesse esserci un grosso problema di divergenze naturalmente portarla in Parlamento e affidarla al dibattito parlamentare.

Cominciano a vedersi già le prime conseguenze della crisi. Air France, infatti, sembrerebbe essersi sfilata dalla trattativa per il salvataggio di Alitalia. Cosa ne pensa e cos’altro potrebbe accadere ancora?

Noi siamo un Paese che ha grandi interessi con la Francia: grosse collaborazioni industriali e finanziarie. Senza dimenticare i rilevanti interessi comuni nella politica europea. La conseguenza principale che si ripercuoterà su di noi da questa frizione è l’inevitabile indebolimento a cui saremo soggetti. Anche se c’è da dire che forse un po’ potrebbe indebolire anche la stessa Francia ma, in ogni caso nettamente indebolirà la politica italiana e la posizione internazionale del Paese.

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