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La nota con cui Palazzo Chigi smentisce il vicepremier Matteo Salvini a proposito di Gianluca Savoini, l’imprenditore e collaboratore leghista  coinvolto nei contatti con i russi — da cui il ministro dell’Interno sta cercando di affrancarsi — ha certamente vari significati. Però atteniamoci ai fatti. Il “doveroso chiarimento” che gli uomini del primo ministro Giuseppe Conte diffondono serve per specificare che l’invito a inizio luglio al Forum Italia-Russia di Savoini — colui che secondo l’audio-scoop di BuzzFeed conduceva la conversazione con cui pianificare un finanziamento russo alla Lega — “è stato sollecitato dal signor Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepresidente Salvini”.

Salvini s’è dissociato dalle relazioni con Savoini, presente per iniziative personali in vari consessi ha detto, e il suo partito l’ha relegato al ruolo di esterno, ma ci sono dozzine di testimonianze (anche interviste di Savoini stesso, negli anni scorsi) che testimoniano che collegamenti, ufficiali, c’erano eccome. Ora arriva la nota da Chigi come un macigno a supporto di queste ricostruzioni. “Dopo aver compiuto tutte le verifiche del caso”, spiega il comunicato della Presidenza del Consiglio, si è arrivati alla conclusione che Savoini “tramite l’Ufficio di vicepresidenza, ha giustificato l’invito in virtù del ruolo dell’invitato di presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del premier di inoltrarlo agli organizzatori del Forum”. Ragion per cui l’invito alla cena di gala con il presidente russo, Vladimir Putin, organizzata a Villa Madama la sera del 4 luglio, è arrivato in automatico: “È stata una conseguenza automatica della sua partecipazione al Forum”.

L’ufficio di Conte aggiunge una precisazione: “Continuano a pervenire alla presidenza del Consiglio richieste di informazioni sulla presenza del signor Gianluca Savoini alla cena”, ma “come già anticipato, il presidente del Consiglio non conosce personalmente il signor Savoini”.

Dopo la dichiarazione di Conte, anche il leader del M5S, l’altro vicepremier Luigi Di Maio ha preso posizione via Facebook. Il capofila grillino critica Salvini per aver negato la partecipazione in Aula per chiarimenti secondo richieste dell’opposizione: “Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione”, è questo “il consiglio” che Di Maio dà al collega di governo toccando un nervo aperto su cui Salvini è pressato soprattutto dal Pd. Ancora: “Quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l’aula diventa anche un’occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste”.

E si lancia oltre Di Maio: “Se ci sono sospetti su finanziamenti ai partiti, si fa una commissione di inchiesta per tutti i partiti. Riteniamo doveroso garantire la tracciabilità dei soldi che un partito incassa durante una campagna elettorale. Il M5s, con la Spazzacorrotti, ha obbligato tutti a rendere pubbliche le donazioni, non ci si può tirare indietro”. La Lega, secondo i dati raccolti da Repubblica, aveva cercato di inserire proprio nella cosiddetta legge Spazzacorrotti di cui parla Di Maio — l’AC1189 approvato il 22 novembre 2018 — un emendamento per alleggerire i controlli sui finanziamenti ai partiti dall’estero: il provvedimento non è passato. È collegabile a quei contatti di Savoini di ottobre 2018? La Lega smentisce.

La procura di Milano, che ha già aperto un fascicolo per corruzione internazionale, dovrebbe interrogate il presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, domani, lunedì 15 luglio. Già convocato dai magistrati anche Gianluca Meranda, che s’è auto-identificato come secondo uomo presente all’incontro con i russi all’hotel Metropol di Mosca, quello rivelato da BuzzFeed in cui si trattava il presunto finanziamento alla Lega secondo un progetto di Savoini.

Conte prende le distanze dalla Lega sul caso Savoini

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