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L’Ucraina dilaniata dalla guerra continua ad essere laboratorio per testare nuovi sistemi d’arma e la loro efficacia nelle dinamiche della guerra moderna. L’ultima notizia di questo tenore riguarda la decisione della start-up tecnologica estone Frankenburg Technologies, che lo scorso dicembre ha annunciato che condurrà la prima prova del suo missile anti-drone Mark I all’inizio dell’anno appena cominciato in una località non specificata dell’Ucraina.

Il missile in questione è stato sviluppato dall’azienda con l’intento di avere un prezzo più accessibile rispetto ai missili anti-drone attualmente in circolazione (sul sito dell’azienda si legge che l’obiettivo sia creare sistemi missilistici “dieci volte più convenienti e cento volte più veloci da produrre” rispetto agli attuali prodotti dell’industria), ed è progettato per avvalersi di un software di Intelligenza Artificiale per individuare le minacce in arrivo, secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda estone. L’amministratore delegato di Frankenburg Technologies ed ex alto funzionario del ministero della Difesa estone Kusti Salm ha dichiarato in un’intervista a Janes che il missile sarà in grado di contrastare i droni che volano fino a due chilometri di altitudine. La stessa altitudine a cui negli ultimi tempi stanno volando i droni di produzione iraniana Shahed-131 e Shahed-136, nel tentativo di ridurre la loro esposizione alle difese ucraine.

Il missile estone andrebbe dunque a soddisfare una necessità dell’architettura di difesa aerea di Kyiv. L’esercito ucraino si è affidato in larga misura a una rete di sensori di guerra elettronica, disturbatori e armi leggere per abbattere i droni a distanza ravvicinata. Tuttavia, queste opzioni rimangono l’ultima risorsa di difesa e non sono sempre efficaci.

Inizialmente i ritmi di produzione della nuova arma si aggireranno intorno a qualche dozzina per le prime settimane, ma le aspettative della dirigenza sono quelle di passare alla produzione nell’ordine delle centinaia d’unità entro il terzo quarto del 2025. Salm non pensa che un eventuale cessate il fuoco o la fine della guerra in Ucraina possa attenuare la domanda di nuove armi. “Ci sarà una nuova guerra molto più grande in Europa”, ha dichiarato il vertice dell’azienda in un’intervista a Bloomberg.

Frankenburg Technologies non è la prima azienda estone che invia materiale in Ucraina con il duplice scopo di sostenere lo sforzo bellico di Kyiv e di apprendere importanti lezioni per perfezionare i propri prodotti. Anche aziende come Krattworks e Milrem, entrambe produttrici di sistemi unmanned, hanno inviato i loro sistemi in Ucraina, collaborando con il personale militare di Kyiv per adattarli alle necessità del campo di battaglia. Un processo che si inserisce all’interno del più ampio sforzo di sostegno da parte di Tallin nei confronti del Paese in lotta con la Russia: l’Estonia risulta ad Aprile 2024 come il second Paese, dopo la Danimarca, ad aver inviato le maggiori quantità di materiale militare all’Ucraina.

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