Skip to main content

Questione dibattuta da decenni quella della correzione del Padre Nostro, lì dove si prega Dio di non indurci in tentazione. Dibattuta sì, ma per farla arrivare sui giornali c’è voluto Papa Francesco. Davvero pensiamo che Dio possa indurci in tentazione? Sembra proprio di sì, visto che la frase italiana è la pedissequa traduzione di quella latina. Dunque non solo lo pensiamo, ma la diciamo da un bel po’.

Convinti di sapere noi tutto di lui, di quello che pensa e di quello che dispone, pensiamo anche questo. Ora, finalmente, si cambia; da novembre si pregherà non più affinché Dio non ci induca in tentazione ma affinché Dio non ci abbandoni alla tentazione. Resta da vedere se per quella data sarà disponibile la terza e ultima edizione tipica del messale, ma le parole pronunciate dal Papa inducono a un certo ottimismo. La domanda di fondo però rimane: che idea abbiamo di Dio? Difficile trovare qualche detto popolare che parli di “Dio tentatore”, più facilmente si ricorderà il popolare “demone tentatore”. Il punto è importantissimo e Bergoglio lo ha spiegato così: “I cristiani non hanno a che fare con un Dio invidioso, in competizione con l’uomo, o che si diverte a metterlo alla prova. Queste sono le immagini di tante divinità pagane. Leggiamo nella Lettera di Giacomo apostolo: ‘Nessuno, quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno’ (1,13). Semmai il contrario: il Padre non è l’autore del male, a nessun figlio che chiede un pesce dà una serpe (cfr Lc 11,11) – come Gesù insegna – e quando il male si affaccia nella vita dell’uomo, combatte al suo fianco, perché possa esserne liberato. Un Dio che sempre combatte per noi, non contro di noi. È il Padre! È in questo senso che noi preghiamo il Padre nostro”.

Dunque il male è la tentazione, ma cosa è il male? È la negazione della fratellanza con gli altri esseri umani, e non può venire da Dio che, come dice la prima parola di questa preghiera presente già nel Vangelo, è “Padre”. Di tutti. La cosa curiosa è che mentre dell’idea di un Dio che ci induce in tentazione si parla poco, si parla molto di sacramenti e ammissibilità di alcuni ad essi. Forse occuparsi di Dio era un po’ più importante, visto che di questo cambiamento si parlava già ai tempi dei cardinali Biffi e Martini, entrambi concordi con la riformulazione citata dal Papa…

Difficile capire perché ci sia voluto così tanto tempo. Forse si è sottovalutata l’importanza dell’idea che abbiamo di Dio, una delle questioni più importanti e delicate da affrontare. Parlarne richiederebbe trattati e teologi, ma guardandosi intorno, da semplici frequentatori della nostra società, possiamo accorgerci che la questione è – per fortuna, vien da dire – al centro di questo pontificato, che ci ha fatto notare, grazie all’insistenza di Bergoglio, quanto per noi Dio sia un giudice severo, anche irascibile, come ci indica la proverbiale “ira di Dio”. E la Misericordia? Per avere la sua festa si è dovuto aspettare il pontificato di Giovanni Paolo II! Arrivata così tardi è normale se conosciamo tutti gli stupendi “Dies Irae”, magari di Verdi, o di Mozart, ma di “Dies Misericordiae” abbiamo sentito cantare solo in occasione del Giubileo. Così questo Dio irascibile, che sembra indurci in tentazione per poi punirci severamente, spiega un’idea di giustizia per cui il detenuto è uno scarto, il carcere una discarica e le sue chiavi qualcosa da buttare via.

Il discorso non si esaurisce certo qui, ma l’idea che abbiamo di Dio e la sua giustizia, e la nostra giustizia, la sua irascibilità e la nostra irascibilità, entrano certamente nella nostra cultura, al di là della nostra fede proclamata, praticata o confessata. Ecco allora che può essere lecito sperare che domani si torni a parlare dell’inferno. Perché una certa idea di giustizia passa di qui: davvero può esistere un castigo eterno? Un padre può davvero condannare per l’eternità? O non si tratterà di… “apocatastasi”? La questione fu posta da alcuni padri della Chiesa, dibattuta tra Origene, il direttore della scuola catechetica di Alessandria che la sosteneva e Agostino, che la avversava. Parolone mai sentito, apocatastasi vuol dire “ritorno allo stadio originario”. Detto in termini estremamente poveri, l’inferno sarebbe un “fuoco” purificatore, per ricondurre ogni dannato alla sua condizione precedente la contaminazione, ristabilendo l’ordine divino. Un qualcosa del genere, per capirci, potrebbe essere quel che si fa con certi metalli: vanno fusi, liberati e riportati alla propria purezza.

L’apocatastasi è stata ovviamente condannata da uno dei primi Concilii di Costantinopoli, alla prese con l’esigenza di riaffermare l’eternità della condanna agli inferi, ma è riapparsa in tanti grandissimi teologi contemporanei, a cominciare da Karl Barth, che, preoccupato di non citare il termine impronunciabile davanti ai tutori dei dogmi, citò San Paolo: per San Paolo infatti – ricorda Barth – Dio in Gesù Cristo ha voluto “riconciliare a sé tutte le cose”, ricordando quindi quanto sia curiosa la pretesa di porre un limite alla bontà di Dio verso i suoi figli, che va compresa meglio di come la si comprendesse e vedesse in precedenza. Altri teologi illustrissimi che hanno riflettuto in modo cruciale su questo sono Von Balthasar e Bonhoeffer.

Ma il punto importante per l’oggi per cui vale parlare dell’apocatastasi di cui nessuno in questo momento parla è un altro: la stessa identica teoria, ha sottolineato il professor Paolo Branca, esiste nell’ebraismo e nell’islam, che la chiama “fana’ al nar”. Lì il professor Branca osserva che anche i più duri rigoristi e integralisti, come il noto teologo dell’ala dura e pura, ibn Taimiyya, la assumono.

Certo un’idea di Dio che ragioni anche di questo è molto diversa da quella oggi prevalente, ma unita a una migliore percezione di chi sia lo Spirito Santo e forse a capire quel che scrisse anni fa, prima che nel 1996 lo uccidessero i terroristi algerini, il priore di Tibhirine, Christian de Chergé: “Dobbiamo accettare, nel nome di Cristo, che l’Islam ha qualcosa da dirci da parte di Cristo”. Non credo si riferisse al “fana’ al nar”, ma se davvero lì questa teoria non fosse stata condannata…

papa francesco, Padre Nostro

Dalla correzione del Padre Nostro può venire anche un’altra idea di giustizia

Questione dibattuta da decenni quella della correzione del Padre Nostro, lì dove si prega Dio di non indurci in tentazione. Dibattuta sì, ma per farla arrivare sui giornali c’è voluto Papa Francesco. Davvero pensiamo che Dio possa indurci in tentazione? Sembra proprio di sì, visto che la frase italiana è la pedissequa traduzione di quella latina. Dunque non solo lo…

chiesa nazionalista cattolici sinodo, chiesa cattolici ceresani monda

Alcuni leader politici manipolano il sentimento nazionale del loro popolo. La nota della Pontificia Accademia

Di Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

Pubblichiamo la nota concettuale della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in occasione della tre giorni di sessione plenaria "Nazione, Stao, Stato Nazione". Oggi il mondo si trova ad affrontare la crescente minaccia di una rinascita nazionalista, la cui ideologia esclusivista porta inevitabilmente al rifiuto reciproco e a una conflittualità continua. Eppure la storia stessa dell'umanità ci insegna che, quando le…

Sapelli

Cina, Russia, Libia, Venezuela. Italia ed Europa non pervenuti. La versione di Sapelli

"Se solo leggessero i libri...". Giulio Sapelli di libri ne ha letti a migliaia. Storico ed economista di fama, professore ordinario di Storia economica all'Università degli Studi di Milano, è anche un accreditato studioso di politica internazionale. Con lui mettiamo a fuoco lo strabismo diplomatico del governo italiano e l'inadeguatezza di questa Europa di fronte ai grandi eventi che scuotono…

Mattarella a Parigi, Salvini da Orban: due idee diverse di Europa. Parla Tocci

Il vero scontro non è solo tra Usa e Russia ma anche tra Usa e Cina. Una triangolazione di fuoco che va valutata con attenzione sia guardando al singolo caso del Venezuela che ai dossier aperti come le elezioni europee e le frontiere legate alla nuova commissione. Riflette in questi termini con Formiche.net Nathalie Tocci, direttore dell'Istituto Affari Internazionali, professore…

Un attacco Usa in Venezuela sarebbe controproducente. L'analisi di Carlo Jean

"Sostanzialmente mi pare che siamo davanti a una situazione di stallo, perché l'evoluzione è molto legata al comportamento delle forze armate venezuelane che per il momento non si sganciano dal regime in modo consistente (se si fa eccezione della dissociazione del capo dei servizi di intelligence), è questa la lettura della crisi in Venezuela di Carlo Jean, generale e professore di…

Mogherini

Così Mogherini (e Moavero) vogliono fermare gli Usa sul Venezuela

Non c’è pieno accordo tra Europa e Stati Uniti sulla crisi venezuelana. E il dissidio sulla questione sembra trovare adesso un nuovo terreno di scontro: l’isola di Cuba. L'Unione Europea utilizzerà lo "statuto di blocco" per reagire agli effetti dell'attivazione della legge Helms-Burton da parte degli Stati Uniti. Ad annunciarlo, è stato oggi l’Alto Rappresentante Ue Federica Mogherini. L’ennesimo scontro…

Di Maio Salvini sovranismo sovranista

Lega e 5 Stelle non possono più stare insieme. Parola di Hegel

Georg W. F. Hegel avrebbe definito l’alleanza di governo tra la Lega e i 5 Stelle come una “antinomia”. Difatti, nell’Enciclopedia delle scienze filosofiche (58, 48), il grande pensatore tedesco spiegava: “L’antinomia è l’affermazione di due proposizioni opposte circa lo stesso oggetto, e in modo che ciascuna di queste proposizioni può essere affermata con pari necessità”. Ora, è bene sapere…

Maduro

La base M5S non capisce più la passione per Maduro

Quando ancora il Movimento 5 Stelle non era forza di governo, ma sedeva ai banchi dell'opposizione, la fascinazione per il Venezuela di Nicolas Maduro era tanto evidente quanto esplicita. Tuttavia nel Paese latinoamericano ancora non si era arrivati allo scontro e alla crisi umanitaria che proprio in questi giorni vive un nuovo inasprimento, e che da tempo ormai non accenna…

Era tutto pronto per la fine di Maduro, ma non avevano fatto i conti con Cabello

Sembrava essere arrivata per davvero la fine del regime di Nicolás Maduro in Venezuela. L’aereo per la fuga del governo chavista attendeva i “passeggeri” su una pista dell’aeroporto internazionale Maiquetía, ad una trentina di chilometri da Caracas. L’intesa era arrivata dopo mesi di estenuanti negoziazioni. Al tavolo con l’opposizione venezuelana c’erano anche rappresentanti del governo americano; Mikael Moreno, presidente del…

Solo Cuba e Bolivia sono con Maduro. Il Brasile sta con gli Usa ma dà del dilettante a Guaidó

Non è un colpo di Stato, ma la vittoria della Costituzione e il passo necessario per ripristinare la democrazia in Venezuela. È questo il pensiero del Gruppo di Lima che si riunirà venerdì in Perù per esaminare la crisi del Paese sudamericano; una crisi trascinata da mesi, forse anni, colpendo l’intera regione. “I ministri degli Esteri del Gruppo di Lima…

×

Iscriviti alla newsletter