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Non appartiene a tutti il dono della chiarezza e della sintesi. Farsi capire sembra essere diventato difficoltoso in una società che non legge e non ascolta. Ecco perché è necessario rivedere completamente le principali regole comunicative sopratutto in un momento in cui le informazioni viaggiano così velocemente da non poterle afferrare. Tutto si sovrappone e restano poche cose da filtrare con cura allo stesso modo di un cercatore d’oro nel selezionare le pagliuzze.
Nove anni senza Edmondo Berselli segnano il confine tra la chiarezza e la confusione attuale.
Berselli ha avuto questo dono e con arguzia e ironia ha saputo descrivere egregiamente i paradossi del nostro Paese, arrivando a farsi capire da tutti e semplificando concetti senza troppi giri di parole, con l’ulteriore dono della sintesi tipicamente berselliana.
Oggi manca per tanti motivi. Anzitutto perché è andato via troppo presto; anche per questo resta tutta l’amarezza per la perdita di intellettuali così preziosi in questa Italia sempre più povera di idee e di valori. E poi perché mancano le sue considerazioni che oggi sarebbero state indispensabili fendinebbia per vedere oltre la strada lunga e tortuosa.
A noi non resta che seguire il suo esempio ogni giorno per ricordarlo sempre, con lo stesso affetto e con lo stesso rispetto. Per questo occorre essere autenticamente berselliani quando proviamo a descrivere la brutta e la “bella” società con parole che debbono essere dirette, comprensibili e soprattutto oneste come egli ci ha insegnato e ci insegna.


EDMONDO BERSELLI – BIOGRAFIA
fonte : www.edmondoberselli.net/

Edmondo Berselli (1951-2010), modenese, è cresciuto professionalmente nella casa editrice il Mulino, ricoprendo diversi ruoli nella direzione editoriale.
Dopo la sua uscita dall’editrice, ha continuato a fare parte del comitato di direzione della rivista “il Mulino”, di cui era stato vicedirettore fino al 2000. Alla fine del 2002 è stato nominato direttore della stessa rivista per il triennio 2003-2005; alla fine di questo mandato, è stato confermato alla direzione per il periodo 2006-2008.
Nel settore giornalistico, dopo avere collaborato come opinionista al “Resto del Carlino” (1989-1994), al “Messaggero” (1994-1996), alla “Stampa” (1996-1998), e a “Il Sole 24 ore” (1998-2003), fino ad aprile del 2010 ha lavorato come editorialista per “la Repubblica” e “L’espresso”.
Nella sua attività ha alternato l’analisi dei fenomeni politici con l’interpretazione della realtà sociale e culturale dell’Italia contemporanea.
Due suoi saggi, The Sunset of Christian Democracy e Politics and Karaoke, sono apparsi in inglese rispettivamente in Deconstructing Italy: Italy in the Nineties (a cura di Salvatore Sechi, University of California, 1995) e in Italian Politics. The Year of the Tycoon (a cura di Richard Katz e Piero Ignazi, Westview Press, 1996).
Ha curato la sezione Politica del volume La riconquista dell’Italia (a cura di Fabio Luca Cavazza, Longanesi 1993). Nel 1995 ha pubblicato con il Mulino il volume L’Italia che non muore, dedicato alla politica e alla società italiana nella fase della transizione politica della prima metà degli anni Novanta.
Sempre con il Mulino, nel 1995, è uscito il libro Il più mancino dei tiri, un saggio su memoria, calcio e politica, e più tardi, nel novembre 1999, Canzoni. Storie dell’Italia leggera (riedito con un arricchimento nel marzo 2007).
Tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000 è uscito il volume, redatto con Ermanno Paccagnini, Mille libri per il Duemila (Edizioni Il Sole 24 ore).
Un suo saggio sulla transizione politica italiana è stato pubblicato in un fascicolo della rivista “Daedalus” dedicato all’Italia (tradotto in Italia nel volume Il caso italiano 2, a cura di Tommaso Padoa-Schioppa e Stephen R. Graubard, Garzanti, 2001; il volume comprende fra gli altri i saggi di Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, Ilvo Diamanti, Luciano Violante).
Nel 2003 è uscito il suo volume Post-italiani. Cronache di un paese provvisorio, pubblicato da Mondadori, che ha raggiunto un immediato successo di pubblico e ha suscitato numerosi interventi sulla stampa nazionale.
Nel 2004 sempre da Mondadori è uscito un nuovo volume, Quel gran pezzo dell’Emilia, che porta come sottotitolo “Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe”: una interpretazione glocal dell’Emilia come nord del sud e sud del nord, in cui si parla di politica, calcio, canzoni, automobili e in generale della vita sotto il Po.
Alla fine del 2006 sempre con Mondadori è uscito il suo volume Venerati maestri. Operetta immorale sugli intelligenti d’Italia, un pamphlet sui mostri sacri della cultura italiana che ha ottenuto un’ampia risonanza critica ed eccellenti risultati di diffusione.
Nel 2007 è uscito Adulti con riserva. Com’era allegra l’Italia prima del ’68. Nell’ottobre 2008 viene pubblicato da Mondadori Sinistrati, una personale analisi della sconfitta della sinistra con le elezioni politiche dell’aprile 2008.
Nel 2009,sempre con Mondadori, esce Liù, biografia morale di un cane, un libro che racconta come intelligenze diverse, umana e canina, cominciano a sfiorarsi. E come la filosofia animale può aiutare a capire il mondo e forse l’Italia.
A settembre del 2010 viene pubblicato postumo da Einaudi il saggio L’economia giusta. Dopo l’imbroglio liberista il ritorno di un mercato orientato alla società. Una via cristiana per uscire dalla grande crisi.

Ricordando Berselli per seguire il suo esempio

Non appartiene a tutti il dono della chiarezza e della sintesi. Farsi capire sembra essere diventato difficoltoso in una società che non legge e non ascolta. Ecco perché è necessario rivedere completamente le principali regole comunicative sopratutto in un momento in cui le informazioni viaggiano così velocemente da non poterle afferrare. Tutto si sovrappone e restano poche cose da filtrare…

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